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De: Iris-Blu (Mensaje original) |
Enviado: 17/10/2013 09:30 |
Ad una vendita all'asta,
il banditore sollevò
un violino.
Era graffiato e scheggiato.
Le corde pendevano allentate e
il banditore pensava non valesse
la pena perdere tanto tempo
con il vecchio violino, ma lo sollevò
con un sorriso. "Che offerta mi fate, signori?" gridò.
"Partiamo da...100 mila lire!". "Centocinque!" disse una voce.
Poi centodieci. "Centoquindici!"
disse un altro. Poi centoventi.
"Centoventi mila lire, uno;
centoventi mila lire, due;
centoventi mila...". Dal fondo della stanza un uomo
dai capelli grigi avanzò e prese
l'archetto. Con il fazzoletto
spolverò il vecchio violino
tese le corde allentate, lo impugnò
con energia e suonò una melodia
pura e dolce come
il canto degli angeli. Quando la musica cessò,
il banditore, con una voce calma
e bassa, disse:
"Quanto mi offrite per il vecchio violino?".
E lo sollevò insieme con l'archetto. "Un milione, e chi dice due milioni?
Due milioni! E chi dice tre milioni?
Tre milioni uno tre milioni, due;
tre milioni e tre, aggiudicato"
disse il banditore. La gente applaudi, ma alcuni chiesero.
"Che cosa ha cambiato
il valore del violino?". Pronta giunse la risposta:
"Il tocco del Maestro".
Siamo vecchi strumenti impolverati e
sfregiati.
Ma siamo in grado di suonare
sublimi armonie.
Basta il tocco del Maestro.
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De: rom* |
Enviado: 17/10/2013 14:27 |
“Quale vantaggio avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero
e poi perderà la propria anima?” Mt 16,26
Rifletti sulla sensazione che provi quando una persona si complimenta con te, quando vieni approvato per quello che hai fatto, quando vieni accettato per quello che sei, quando vieni lodato. Ripensa poi, da un altro punto di vista, alla sensazione che senti insorgere dentro di te davanti a un tramonto o a un'aurora, davanti alla natura in generale, o quando leggi un libro o assisti a una proiezione che ti coinvolge completamente. rifletti su queste sensazioni e mettile in paragone con quanto hai provato quando sei stato lodato. .Ti renderai conto che quest'ultimo tipo di sensazioni deriva da una “autoglorificazione”, da una “autopromozione”: sono sensazioni esteriori; le sensazioni invece di cui abbiamo parlato prima derivano da una “autorealizzazione”: sono sensazioni dell'anima.
Veniamo a un'altra differenza: ripensi alla sensazione che provi quando hai successo, quando riesci in qualcosa, quando sei arrivato ai vertici, quando vinci una gara, o una scommessa, o una discussione. Confronta ora questa sensazione con la gioia che provi, per esempio, quando realmente sei soddisfatto del tuo lavoro, un lavoro che realmente coinvolge tutto, che ti tiene occupato in continuazione. E, anche in questo caso, nota la differenza tra la prima sensazione, che è esteriore, e la seconda, che è dell'anima.
Un'altra differenza ancora: ricorda quale sensazione provavi quando avevi in mano il potere, quando eri tu il capo e la gente guardava a te e prendeva da te gli ordini, quando cioè eri popolare. E a questa sensazione esteriore opponi la sensazione di intimità, di affiatamento che hai provato quelle volte in cui realmente ti sei sentito bene in compagnia di un amico o in una brigata spassosa e spensierata.
A questo punto, cerchiamo di capire la vera essenza delle sensazioni esteriori che derivano non dall'autorealizzazione ma dall'autoglorificazione. Non si tratta di sensazioni naturali: esse sono inventate dalla società e dalla cultura in cui siamo inseriti per renderci produttivi e per poterci controllare. Queste sensazioni non ci danno quella pienezza e quella felicità che sentiamo insorgere In noi quando contempliamo la natura o quando godiamo della compagnia di un amico o del lavoro che stiamo facendo: sono sensazioni che mirano a produrre scalpore, ebbrezza, e hanno come risultato il... vuoto.
Osserva quello che è il corso di una tua giornata o di una tua settimana e rifletti: tra le azioni che vengono da te compiute, tra le attività in cui ti impegni quante si possono dire immuni da questo desiderio di gesti sensazionali, di eccitazioni, da questo desiderio di attenzione, di plauso, di fama, di popolarità, di successo o di potere?
Adesso da' un'occhiata alla gente che ti sta attorno: trovi forse un'unica persona che non sia alla ricerca dì queste soddisfazioni terrene, una persona che non ne sia dominata, che non ne sia affamata, che consciamente o inconsciamente non spenda un solo attimo della propria esistenza senza cercarle?
Dopo aver visto tutto questo capirai come la gente cerchi di guadagnare il mondo intero, con il risultato di perdere la propria anima. Ecco, la gente vive una vita vuota, una vita senz'anima.
Per concludere, una parabola della vita, su cui riflettere. Un gruppo di turisti, comodamente seduto su un pullman, attraversa un paesaggio a dir poco smagliante: laghi, montagne, prati e fiumi. Ma le tendine ai finestrini sono abbassate e I passeggeri, completamente ignari di ciò che sta fuori dal pullman, passano tutto il tempo a spettegolare su chi merita di andarsi a sedere nei posti davanti, su chi sta facendo più bella figura, su chi è più rispettabile fra tutti. E così via..., e arriva la fine del viaggio.
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La nostra anima o “pura essenza”, nel corso della vita può
subire episodi, eventi o vivere situazioni che portano ad uno stato di
disarmonia che a sua volta può causare malattie. La perdita parziale dell’anima
è il risultato di questi traumi.
Durante i viaggi sciamanici, cioè sessioni in cui, attraverso
uno stato alterato di coscienza ottenuto con il suono ripetuto del tamburo, si è
visto che l’anima può essere frammentata, ad ogni frammento corrisponde ad un
evento traumatico, vissuto in maniera consapevole o meno.
Questi frammenti, lasciati nell’episodio, con la loro
mancanza causano all’anima non più integra una perdita di potere o carica
energetica.
Da qui, gli sciamani hanno compreso perché molte persone
sentono di avere perso una loro parte di sé in un qualche evento della loro
vita. Sentono la mancanza di qualche cosa, ma non riescono a capire che cosa.
Questo senso di perdita causa molto spesso malattie gravi, sia fisiche come ad
esempio a livello immunitario, oppure psicologiche, come la depressione.
Queste perdite parziali di anima fanno sentire le persone
prive di energia vitale, apatiche, con scarsa voglia di vivere, reagire ed
affrontare la realtà.
Lo sciamano, con l’aiuto delle sue guide spirituali, sotto
forma di Maestri o di Animali di Potere, viaggia nella realtà non ordinaria per
vedere se e quali parti di anima sono mancanti e ripercorre molto spesso in
maniera metaforica, la vita della persona per individuare le parti d’anima che
sono rimaste negli eventi vissuti in maniera traumatica.
Le parti d’anima
Da quello che hanno osservato gli sciamani, quando vengono
rilasciate forti emozioni l’anima tende a rimanere bloccata in questo stato. Le
emozioni che causano questo, possono derivare da eventi traumatici e Sandra
Ingerman, fatto queste scoperte lavorando su donne che hanno subito abusi;
possono derivare anche da episodi eccessivamente positivi, come ad esempio una
importante cerimonia o una “indimenticabile” vacanza.
In entrambi i casi, molto più spesso nei traumi, superato
l’episodio la persona non si sente più come era in precedenza. Una parte di sé è
rimasta inesorabilmente incollata a quel passato e ciò che rimane è un senso di
vuoto, di incompletezza.
Per alcuni avvenimenti, dopo un certo periodo, in modo
spontaneo queste parti d’anima ritornano ad integrarsi nella persona, in altri
invece l’anima rimane inesorabilmente perduta.
Dal punto di vista sciamanico l’anima si trova in uno stato
in cui “manca” una sua parte, c’è un “vuoto” interiore che può facilmente
sfociare in malattie, anche gravi.
Per avviare il processo di guarigione lo sciamano agisce
prima di tutto a livello spirituale, lavorando con l’anima della persona, e poi
aiutando la persona a trovare anche materialmente la risoluzione della
malattia.
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Due semi si trovavano fianco a fianco nel fertile
terreno autunnale. Il primo seme disse:
"Voglio crescere! Voglio spingere le mie radici in profondità nel terreno sotto di me e fare spuntare i
miei germogli sopra la crosta della terra sopra di me...
Voglio dispiegare le mie gemme tenere come bandiere
per annunciare l'arrivo della primavera...
Voglio sentire il calore del sole sul mio volto e la
benedizione della rugiada mattutina sui miei petali!". E crebbe. L'altro seme disse:
"Che razza di destino, il mio! Ho paura.
Se spingo le mie radici nel terreno sotto di me
non so cosa incontrerò nel buio. Se mi apro la
strada attraverso il terreno duro sopra di me posso
danneggiare i miei delicati germogli...
E se apro le mie gemme e una lumaca cerca
di mangiarsele? E se dischiudessi i miei fiori
un bambino potrebbe strapparmi da terra.
No, è meglio che aspetti finché ci sarà sicurezza". E aspettò. Una gallina che raschiava il terreno d'inizio primavera
in cerca di cibo trovò il seme che
aspettava e subito se lo mangiò
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