"Non esiste l'isola felice. Non esiste l'uomo o la donna che ti renderanno felice. Non esiste il posto o il lavoro o il tempo che ti faranno felice. La felicità non è un dono che ti viene fatto, ma una conquista quotidiana nell'unico luogo dove può accadere: dentro di te. Prima ne prenderai coscienza, prima potrai essere felice".
Sono sempre stato un sognatore ironico, infedele alle promesse segrete. Ho sempre assaporato, come altro e straniero, la sconfitta dei miei vaneggiamenti, assistendo casualmente a ciò che credevo di essere. Non ho mai prestato fede alle mie convinzioni. Ho riempito le mie mani di sabbia, l'ho chiamata oro, e ho aperto le mani facendola scorrere via. La frase era stata l'unica verità. Una volta detta la frase, tutto era fatto, il resto era la sabbia che era sempre stata.
Mi piacciono le persone indipendenti, quelle che si sono fatte da sole, portando dentro di loro tempeste e arcobaleni. Mi piacciono le persone che non si aggrappano agli altri, perché sono state troppe le ferite che hanno contato, quelle che hanno imparato a viver di loro, per loro, con loro. A farsi compagnia da sole.
vivere da un campicello che
lavorava assieme alla moglie e al figlio e con l’aiuto di un
cavallo. Un giorno il recinto venne lasciato inavvertitamente aperto e il
cavallo fuggì.
I vicini, appresa la notizia, esclamarono: “Poveretto che sfortuna e adesso come farai a
lavorare?”. Il contadino rispose: “Sfortuna,fortuna e chi può dirlo!”
I vicini
restarono perplessi nel sentire quella strana risposta. Dopo qualche settimana
il cavallo che era scappato tornò portandosi dietro una mandria di cavalli
selvaggi che furono rinchiusi nel recinto. I vicini, vedendo tutti quei cavalli,
esclamarono: “Chefortuna!” E il contadino ancora una volta rispose:
“Fortuna,sfortuna chi può dirlo!” I vicini
restarono ancora più perplessi nel sentire quella risposta. Dopo qualche giorno,
mentre il figlio stava domando uno dei cavalli, cadde a terra e si ruppe un
piede. I vicini subito esclamarono: “Che sfortuna e
adesso come farai?” E il contadino ancora una volta rispose: “Sfortuna,fortuna chi può dirlo!”. I vicini non
sapevano più che cosa pensare del vecchio. "Forse è
matto!", pensarono. Dopo qualche settimana comparvero in paese alcuni
soldati che reclutavano i giovani validi per la guerra. Quando entrarono nella
capanna trovarono il giovanotto zoppicante e naturalmente lo scartarono, mentre
tutti gli altri giovani furono reclutati. I vicini non ci videro più: “Che mazzo che fortuna!” E il vecchio contadino
ancora una volta rispose imperturbabile: “Fortuna,sfortuna chi può
dirlo!"
NELLA VITA OGNI COSA ACCADE E'SEMPRE PER PORTARCI DOVE
NOI VOGLIAMO