Possedere o per-donare?
La vita nasce da un rapporto d'amore da un bisogno d'amare.
"ama il prossimo tuo come te stesso" non vuol dire fare beneficenza, ma dare valore alla vita, a chiunque questa appartenga.
Amare se stessi sembra scontato ma non sempre abbiamo con noi stessi un rapporto sereno, anzi i conflitti che noi esplicitiamo verso gli altri, il più delle volte nascono dal nostro intimo facilmente ed eternamente in lotta fra il possedere e il donare.
La paura di perdere qualcosa di noi, che questo qualcosa vada perduto per sempre ci attanaglia l'esistenza.
Dovremmo essere convinti di quello che ci dice Cervantes nel Don Chisciotte della Mancia: l'amore non va mai sprecato"! Così il tessuto affettivo della nostra vita si costruisce un po' come la tela di Penelope: a volte cresce a dismisura, a volte si disfa con le nostre mani, a volte entrano "tignole" che lo consumano.
Oggi i giovani hanno difficoltà a tessere un tappeto perché non sanno se nel tempo potranno continuare, se avranno il filo resistente e in quantità adeguata per la riuscita della tela.
Hanno timore che un telaio solo sia poco e averlo già impegnato potrebbe bloccare la loro esigenza di cambiamento. Anche quando il tessuto "tiene", è inevitabile qualche piccolo strappo e, in questo caso, siamo portati a usare più facilmente le forbici per recidere definitivamente, che l'ago per ricucire!
Parole come "per sempre", "fedeltà" "perdono" non sono fra i nostri vocaboli più usati.