"Un giorno, il sogno e la realtà si incontrarono per via...si guardarono a lungo e poi esclamarono insieme: “Non ci assomigliamo per niente, com’è allora che l’uomo ci confonde così facilmente?”.
Due che facevano lo stesso cammino si intromisero nel discorso: “la colpa, o il merito, è nostro!”.
“chi siete?” domandarono il sogno e la realtà.
“Siamo il dolore e il piacere. Avete mai visto un uomo ke concepisca un sogno fatto di dolore, oppure uno che miri a una realtà priva di qualke piacere?”.
“Mai” assentirono il sogno e la realtà.
“Ed io”, intervenne a questo punto una voce squillante, “non son forse la molla che sostiene ogni sogno?...
Tutti si chiesero chi parlasse così...“sono la speranza” rispose la voce.
A questo punto si udì un’altra voce, robusta e pastosa: “Ma senza di me, che sono il coraggio, mai nessun uomo riuscirebbe a trasformare un sogno...in realtà”...
“A meno che non intervenga io”, interloquì un’altra voce ancora, “trasformando il sogno e modificando la realtà”...
il sogno, la realtà, il dolore, il piacere, la speranza e il coraggio riconobbero subito quella parlata in falsetto: era l’illusione...
“che stolti” mormorò fra sé qualcuno che non volle intervenire alla diatriba...“non sanno che, ch merito mio, il sogno è la realtà e la realtà è il sogno”.
Non pronunciò ad alta voce queste parole perché, pur essendo la verità, nessuno le avrebbe creduto..."