Il vero senso del natale
Un giorno un uomo si trovava sull'autostrada, camminava attaccato al guardrail, diverse macchine stavano per sfiorarlo finché ad un tratto una macchina bianca e grossa si fermò inserendo le luci d'emergenza. - Dio mio, ma sei impazzito? Vuoi farti investire? - disse all'uomo che continuava a camminare imperterrito. Poi si voltò e con il viso coperto di lacrime rispose: A nessuno importa più di me, sono rimasto solo, il natale si avvicina e non ho nemmeno i soldi per potermi comprare un panettone. Intanto non ho nulla da festeggiare, le feste sono solo un'illusione per fare spendere i soldi alla gente... L'uomo della macchinasi cominciò a camminargli accanto, un passo dietro l'altro fecero un tratto di strada senza parlare, mentre le macchine che passavano strombazzavano all'impazzata. Poco dopo, un'altra macchina dal colore rosso si avvicinò, inserì le luci d'emergenza, scese dalla macchina e disse: Tutto bene signori? Vi si è rotta la macchina? Se avete bisogno di un passaggio vi porto io alla prima piazzola, se non ricordo male non dista molto da qui...Entrambi si voltarono e l'uomo dalla macchina bianca rispose: Siamo soli al mondo, a nessuno importa più di noi, non abbiamo i soldi percomprarci il panettone di natale, non crediamo più a niente, è tutta un'illusione, tanto vale farla finita. L'uomo dalla macchina rossa abbassò lo sguardo, gli occhi gli si colmarono di lacrime e con un filo di voce disse: Mi chiamo Mario, ho perso da poco mia moglie, non ho figli e sono rimasto solo anche io, è da tempo che medito di farla finita, mi manca troppo la mia compagna, non riesco a vivere senza di lei...Entrambi si voltarono e quello dalla macchina bianca rispose: Io mi chiamo Alberto, la mia società è fallita, ho perso tutto, stavo portando la macchina dal concessionario perché non me la posso più permettere, si sono presi tutto, perfino la mia casa, non ho nessun posto dove andare, non ha più senso niente per me... Alberto e Mario continuarono a raccontarsi le loro disgrazie, nacque all'istante una profonda compassione per le cose che avevano subito, camminavano tutti e tre, l'uno accanto all'altro finché si ritrovarono nella piazzola. Alberto e Mario poi rivoltisi verso l'altro uomo dissero: E tu come ti chiami? Cosa ti è successo, raccontaci, siamo qui per ascoltarti... L'uomo allora sorrise, prese le mani di entrambi e disse loro: Finché esiste la compassione per il dolore altrui, non sentitevi soli, perché vuol dire che il mondo ancora ama ed i sentimenti basta esternarli con le persone che hanno altrettanta sofferenza e che vi possano comprendere per non sentirvi del tutto abbandonati. E se poi a questo aggiungete la vicinanza di un amico che non vi abbandona mai.... Alberto e Mario non riuscivano a capire, si ritrovarono mano nella mano finché l'uomo che si trovava di fronte a loro, svanì all'istante. Rimasero a lungo sbigottiti, ma la voce dell'uomo che era scomparso continuò a parlare dicendo loro: Il dolore, per quanto possa essere grande ed insopportabile, non va mai celato, condividete quanto più potete, parlate, confrontatevi, a poco a poco sentirete allentarsi la morsa che tiene chiuso il vostro cuore. Cercatemi nella vostra solitudine e lì mi troverete, chi meglio di me può comprendervi? La vostra vita terrena vi è data in prestito, non gettatela come perle ai porci, abbiatene cura... Siete qui per camminare insieme con me, se lo vorrete, e se mi cercherete sempre mi troverete. Mi chiamo Emanuele... Alberto e Mario cominciarono a piangere, si abbracciarono forte e ringraziarono Dio per aver dato loro quel grande atto d'amore.
Il telefono squillò alle otto del mattino, Alberto era in cucina a fare colazione, si rivolse verso Mario che ancora sonnecchiava sotto le coperte: - Ehi pigrone, rispondi tu. Mario ancora mezzo addormentato, rispose al telefono: - Pronto? Si, sono io. Come? Quando? Certamente, volentieri. Giovedì alle nove in punto sarò da lei. Arrivederci direttore.
I due divennero amici inseparabili, tanto che Alberto essendo rimasto solo propose a Mario di andare a vivere insieme con lui. Mario finalmente riuscì ad essere assunto nella ditta che l'aveva fatto fallire ed ebbe un posto di prestigio. Tutti i natali si impegnavano per andare a trovare le persone meno fortunate, portavano loro speranza, amore e amicizia.
Il vero senso del natale è contraccambiare l'amore che ci viene donato e portarlo a chi vive nel buio.
12 dicembre 2013 Elena Prediletta
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