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Bella e simpatica canzone cantata dalla voce particolare e simpatiissima di Fred Buscaglione
Si chiamava American Dream e attraversando l’oceano tra gli anni Trenta e Cinquanta arriva in Europa dando a tutti la possibilità di sognare un mondo diverso guidato dalla propria volontà. La possibilità di realizzarsi al di là delle condizioni di nascita! Ma ora nella società post 11 settembre, tra guerre preventive e crisi di immagine gli Stati Uniti sono additati alla stregua di una società parassitaria arricchita a spese di un intera pianeta. Il sogno americano non è cambiato all’improvviso, ma la sua storia si dipana tra alti e bassi e forti contraddizioni. Un esempio è la storia del torinese Fred Buscaglione che tra ironia e divismo alla Bogart e Gable ha lasciato in Italia un immaginario di America dissacrante e liberatoria tanto promettente quanto distante dall’Italia di quegli anni.
Proprio negli anni del successo di Fred Buscaglione l’Italia della canzone ha conosciuto una fase di transizione non semplice, che ha visto la vecchia generazione uscita dal dopoguerra lasciare il passo ad un altro modo di fare musica, a quella che poi, dagli anni Sessanta, sarebbe stata la stagione d’oro della canzone italiana di Mina, Celentano, Tenco e Modugno.
La canzone dell’immediato dopoguerra era ancora quella degli anni Trenta, se non per gli interpreti, per lo stile: un panorama non troppo variegato ben riassunto nella canzone vincitrice del secondo festival di Sanremo, Vola, colomba… dove la triade Dio-Patria-Famiglia da il meglio di sé con tanto di richiamo al bel tempo in cui le lotte politiche non dividevano l’Italia e la classe operaia era «lieta» di lavorare; altri filoni assai gettonati erano canzonette di puro nonsense o intrise di doppi sensi un po’ beceri, che riprendevano il rapporto macista e malsano della sessualità del fascismo che non era ancora alle spalle, per esempio Che mele! e I pompieri di Viggiù.
Anche gli stili, pur innovati grazie ad una ventata di swing negli anni Trenta, tutti incentrati sul «bel canto», riflettevano un’atmosfera assai ingessata, al punto che a Sanremo, nel 1958, il semplice gesto di spalancare le braccia di Domenico Modugno cantando Nel blu, dipinto di blu, rappresentò da solo una rivoluzione. Questo mondo della canzone che appare oggi tanto distante era specchio di un’Italia che faticava ad uscire dal dopoguerra e dall’esperienza fascista, un’Italia molto provinciale e rurale, in cui la radio e le istituzioni cercavano di difendere tradizioni e valori, la Patria, l’Amore Puro, la Chiesa, la Concordia e la Pace sociale. è quest’Italia che dai primi anni Cinquanta inizia a guardare all’America come luogo delle possibilità, della modernità e dell’emancipazione dalla cappa opprimente che l’avvolgeva.
Cinema e migrazione meridionale oltre oceano creano il mito americano ma anche la musica ha la sua parte. Inizia con lo swing e poi con il jazz che giunge in Italia oltrepassando i divieti fascisti. Buscaglione parteciperà proprio all’ambiente jazz clandestino italiano. Il nostro cantante insieme Leo Chiosso, paroliere ed inseparabile compagno di carriera, prendono a piene mani dalla letteratura statunitense l’immagine della Chicago (o Torino!) della malavita, piena di bulli e pupe. E soprattutto del tipo finto-duro e sbruffone che però si fa prender a schiaffoni dalla bambola di turno. è così che debutta nel 1956 Che bambola e nasce un personaggio ironico unico nel panorama italiano. E la parodia continua con Eri piccola fino alla celebrazione dissacrante del gangsterismo in Che notte, giusto per citare le più rappresentative di quell’immaginario hollywoodiano che già appartiene ad un’altra epoca.
Grazie Luisa
Buona giornata Piero
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Buonasera signorina
Buonasera signorina buonasera come è bello stare a Napoli e sognar mentre in cielo sembra dire buonasera la vecchia luna che sul Mediterraneo appar Ogni giorno c'incontriamo camminando dove par che la montagna scenda in mar Quante cose abbiamo detto sospirando in quell'angolo più bello del mondo Quante volte ho sussurrato amore t'amo! Buonasera signorina kiss me goodnight Buonasera signorina kiss me goodnight Buonasera signorina buonasera come è bello stare a Napoli e sognar mentre in cielo sembra dire buonasera la vecchia luna che sul Mediterraneo appar Ogni giorno c'incontriamo camminando dove par che la montagna scenda in mar Quante cose abbiamo detto sospirando in quell'angolo più bello del mondo Quante volte ho sussurrato amore t'amo! Buonasera signorina kiss me goodnight Quante cose abbiamo detto sospirando in quell'angolo più bello del mondo Quante volte ho sussurrato amore t'amo! Buonasera signorina kiss me goodnight Buonasera signorina kiss me goodnight
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De: Lietta |
Enviado: 31/01/2014 09:12 |
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De: Lietta |
Enviado: 31/01/2014 09:18 |
CHE NOTTE
Che notte, che notte quella notte! Se ci penso mi sento le ossa rotte: beh, M'aspetta quella bionda che fa il pieno al Roxy Bar, l'amichetta tutta curve del capoccia Billy Carr.
Che nebbia, che nebbia quella notte! Me le semino, tre auto poliziotte. Ma per un appuntamento, se c'è zucchero da far, quando esiste l'argomento lo sapete so rischiar.
Ci vado, la vedo, è lei, ma dalla nebbia ne spuntano altri sei: Buck la Pasta, Jack Bidone coi fratelli Bolivar mentre, sotto ad un lampione, se la spassa Billy Carr.
Che notte, Che botte quella notte! Mi ricordo di sei mascelle rotte: ho un sinistro da un quintale, ed il destro, vi dirò, solo un altro ce l' ha eguale ma l' ho messo Kappa O.
Li stendo, li conto, son sei, poi li riconto perché non si sa mai. Ed intanto quella matta s'avvicina e sai che fa? Mi sistema la cravatta mormorandomi:"Si va?".
Che baci, che baci quella notte! Sono un duro, ma facile alle cotte, mi son preso un imbarcata per la bionda platinée, pensa un po' che in un'annata m' ha ridotto sul pavée.
Che nebbia, che botte, che baci, che cotte, ragazzi! Che notte quella notte!
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