Impossibile separarli. Appena tre mesi dopo la morte del fratello Raimondo anche l’altra metà dell’unica vera grande leggenda dell’equitazione italiana lascia un vuoto enorme. Otto partecipazioni ai Giochi Olimpici portando sempre con stile e orgoglio i colori azzurri verso l’alto: colorando i sogni e la dedizione due volte d’argento e quattro di bronzo. Cavaliere stilisticamente forse addirittura superiore al fratello, uomo schivo e serio Piero D’Inzeo ha sempre vissuto l’equitazione come inevitabile passione, fondata sul sacrificio e sulla disciplina. “Quello che si fa con il cavallo, ha detto in una delle sue ultime interviste, è un lavoro in profondità, un lavoro condiviso per cui qualche volta magari un cavallo meno capace si conferma un migliore compagno per indole e generosità”. Il perfetto binomio, come Piero e Raimondo, quasi da pronunciare come una parola sola. Ora torneranno ad esserlo: leggenda.Tra i cavalli preferiti di Piero c’erano Uruguay e The Rock. Noi siamo convinti che un Rock continuerà a suonare per sempre. Quello del galoppo di due fuoriclasse indimenticabili.