Lutto nel mondo del cinema. E' morta a 85 anni Shirley Temple, la "riccioli d'oro" del
grande schermo. L'attrice hollywoodiana si è spenta lunedì per cause
naturali nella sua casa in California. Divenne famosa negli anni '30, protagonista di numerosi film quando era solo una bambina. L'adolescenza coincise però con il declino del suo successo e negli anni '40 fu chiamata solo per una manciata di film.
Tra le pellicole più famose "Riccioli d'oro" (1935), che diventerà
poi il suo soprannome, "Shirley Aviatrice" (1936), "Zoccoletti olandesi"
(1937) e "Rondine senza nido" (1938). Abbandonato il set giovanissima,
poco più che ventenne, da adulta si dedicò alla carriera di ambasciatrice.
WOODSIDE - è morta, all'età di 85 anni, Shirley Temple, la famosa "riccioli d'oro" degli anni Trenta, enfant prodige del cinema hollywoodiano. L'attrice si è spenta nella sua casa di Woodside in California, per cause naturali, circondata dalla famiglia e dagli assistenti. "Le rendiamo omaggio per una vita di notevoli successi come attrice, come diplomatica e come nostra amata madre, nonna e bisnonna" ha dichiarato la famiglia in un comunicato pubblicato dalla Bbc, che per prima ha diffuso la notizia del decesso.
Shirley Jane Temple Black era nata a Santa Monica il 23 aprile 1928 e nella sua carriera si affermò come attrice, cantante, ballerina e infine anche come diplomatica
Sul grande schermo
impersonò con straordinaria efficacia personaggi di bambine dolci e
leziose, e però dotate anche di una sensibilità e di una saggezza
davvero impressionanti per la loro età. Esordì sugli schermi quando
aveva appena quattro anni nella serie Baby Burlesks (The Pie Covered
Wagon) poi bissate da Was Babies e The Kid's Last Fight, (1933). Scelta
per una particina nel musical Stand up and Cheer del 1934, in cui canta
una canzone che dà il titolo a un film successivo, Baby Take a Bow,
sempre del 1934), diventa una tra le più richieste piccole stelle di
Hollywood. Con l'interpretazione di La mascotte all'aeroporto sempre nel
'34, vince un Oscar giovanile, riconoscimento "inventato" appositamente
per lei.
La definitiva consacrazione la ottiene con il classico
Riccioli d'oro di Irving Cummings (1935), che diverrà poi il suo
soprannome, cui seguono una sequenza di titoli di successo: Shirley
Aviatrice (1936), Zoccoletti olandesi (1937), Rondine senza nido (1938),
La piccola principessa (1939). Era già così famosa nel 1937, quando
aveva appena nove anni, che fu incaricata di consegnare l'Oscar a Walt
Disney per il film Biancaneve e i sette nani.
Shirley Temple a sei anni, alla sua prima apparizione nel musical del 1934
Non più bambina, la sua popolarità comincia a vacillare e per alcuni anni non compare più sugli schermi. Torna al cinema nel 1947 in Da quando te ne andasti, di Selznick, cui segue Il massacro di Fort Apache, 1948, un classico nella filmografia di di John Ford. Tra il 1958 e il 1961 appare in tv come narratrice di Le Grandi Fiabe raccontate da Shirley Temple (Shirley Temple's Storybook). Si occupa poi di politica, con ruoli di primo piano. È la delegata degli Stati Uniti all'Assemblea Generale dell'Onu nel 1969, diventa ambasciatrice Usa in Ghana nel 1974, e due anni dopo viene nominata capo del protocollo alla Casa Bianca dal presidente Gerald Ford.
"Ho un consiglio per chi vuole ricevere un premio alla carriera: iniziate presto", scherzò nel 2006 quando ritirò il premio dalla Screen actors guild. Shirley si sposò due volte. La prima quando aveva solo 17 anni, con l'attore John Agar dal quale ebbe una figlia, Linda Susan. Il matrimonio si rivelò però un fallimento e cinque anni più tardi a causa dei problemi di alcolismo di Agar, la Temple chiese il divorzio per crudeltà. Le seconde nozze arrivarono nel 1950 con l'uomo d'affari californiano Charles Black da cui avrà due figli, Charles Alden Black e Lori Black. Il marito è morto qualche mese fa.
In onore di Shirely Temple è stato creato anche un popolare cocktail analcolico che porta il suo nome (lo inventò un barman del "Royal Hawaiian Hotel" a Waikiki, Hawaii) e anche i Beatles la celebrarono, a loro modo, attraverso la celebre copertina del loro album Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band dove appariva una bambola con le fattezze di Shirley Temple sulla cui maglietta è sovrimpressa una frase ironica rivolta alla band rivale, ma amica, "Welcome The Rolling Stones".