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Respuesta  Mensaje 1 de 11 en el tema 
De: lucy46  (Mensaje original) Enviado: 22/03/2013 15:36
EnricodenicolaEnrico De Nicola (Gennaio - Maggio 1948)
EinaudiLuigi Einaudi (Maggio 1948 - Aprile 1955)
Giovanni_gronchi Giovanni Gronchi (Maggio 1955 - Maggio 1962)
Antonio_segni Antonio Segni (Maggio 1962 - Dicembre 1964)
Giuseppe_saragat_1 Giuseppe Saragat (Dicembre 1964 - Dicembre 1971)
Leone Giovanni Leone (Dicembre 1971 - Luglio 1978)
Pertini Sandro Pertini (Luglio 1978 - Giugno 1985)
Cossiga Francesco Cossiga (luglio 1985 - maggio 1992)
Scalfaro Oscar Luigi Scalfaro (Giugno 1992 - Maggio 1999)
Ciampi_1 Carlo Azeglio Ciampi (Maggio 1999 - Maggio 2006)
Napolitano Giorgio Napolitano (Da Maggio 2006-Aprile 2013)


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Respuesta  Mensaje 2 de 11 en el tema 
De: Marylauretana Enviado: 22/03/2013 19:19
Grazie Lucia,
per avermi fatto conoscere tutti
i Presidenti della Repubblica Italiana
 
Buona serata e un bacio
Marylu

Respuesta  Mensaje 3 de 11 en el tema 
De: Acquario Enviado: 23/03/2013 06:53

Grazie Lucia!!

Respuesta  Mensaje 4 de 11 en el tema 
De: lucy46 Enviado: 25/03/2013 17:32
Io li conosco da Gronchi in poi

Respuesta  Mensaje 5 de 11 en el tema 
De: Serenella Enviado: 25/03/2013 20:20
Io li ricordo da Saragat 

Respuesta  Mensaje 6 de 11 en el tema 
De: lucy46 Enviado: 13/05/2013 15:28

File:EnricoDeNicola2.jpgEnricodenicola
Enrico De Nicola (Napoli, 9 novembre 1877 – Torre del Greco, 1º ottobre 1959)
è stato un politico e avvocato italiano, primo Presidente della Repubblica Italiana.

Fu eletto Capo provvisorio dello Stato dall'Assemblea Costituente il 28 giugno 1946 e ricoprì tale carica dal 1º luglio 1946 al 31 dicembre 1947. Il 1º gennaio 1948, a norma della prima disposizione transitoria della Costituzione, esercitò le attribuzioni ed assunse il titolo di Presidente della Repubblica, mantenendoli fino al successivo 12 maggio. De Nicola ricoprì numerosi altri incarichi pubblici.Nacque a Napoli da Angelo  e Concetta Capranica. Dopo aver compiuto gli studi secondari, nel 1896 si laureò in giurisprudenza. De Nicola Avvocato penalista di notorietà nazionale, politicamente di area liberale giolittiana, ebbe la sua prima esperienza amministrativa nel Consiglio comunale di Napoli nel 1907, mentre fu eletto per la prima volta deputato nel 1909. Ricoprì, per brevi periodi molti incarichi di governo.Dopo l'incarico a Mussolini di formare un governo in funzione antisocialista e stabilizzatrice, si ritrovò, assieme agli altri liberali e ai popolari, ad appoggiarne la fiducia. Mantenne la presidenza della Camera fino al 25 gennaio 1924 quando, seppur rieletto, decise di non prestare giuramento, decadendo automaticamente. Nel 1929 fu nominato senatore del Regno. Nel 1943, dopo la caduta del regime, considerato figura autorevole della politica pre-fascista, fu chiamato a mediare fra gli Alleati e la Corona per consentire un più agevole passaggio di poteri. Si deve in particolare a De Nicola l'intelligente soluzione che evitò a Vittorio Emanuele III l'abdicazione: propose di istituire la figura del Luogotenente, da affidare all'erede al trono Umberto. La creazione di questa figura, pur limitando la sovranità monarchica, permise di ridurre l'impatto formale della sconfitta.
 Fu eletto il 28 giugno 1946, con 396 voti su 501, e assunse la carica il 1º luglio. Il 25 giugno 1947 rassegnò le dimissioni, adducendo motivi di salute; la rinuncia dell'incarico non poteva essere respinta dalla Costituente, che però lo rielesse il giorno dopo con 405 voti a favore su 431 votanti. Con l'entrata in vigore della Costituzione, il 1º gennaio 1948, esercitò le attribuzioni e assunse il titolo di Presidente della Repubblica italiana, a norma della prima disposizione transitoria della Costituzione. Successivamente, in occasione delle prime elezioni parlamentari del Presidente della Repubblica, la maggioranza elesse nuovo presidente il liberale Luigi Einaudi, che assunse le funzioni il 12 maggio 1948. Enrico De Nicola divenne di diritto senatore a vita. Fu Presidente del Senato della Repubblica dal 28 aprile 1951 al 24 giugno 1952, durante la I Legislatura. Il 1º ottobre 1959 morì nella sua casa di Torre del Greco ad 81 anni. Ad Afragola, il podestà Ciaramella ottenne dall'alto commissario per la provincia di Napoli l'autorizzazione ad intitolargli una strada quando era ancora in vita, in pieno regime fascista. Portano il nome di Enrico De Nicola numerose strade, piazze e istituzioni pubbliche in tutta Italia. A Napoli un busto che lo ritrae si trova a Castel Capuano e gli è stata intitolata la piazza antistante il tribunale, mentre a Roma il viale che costeggia Piazza dei Cinquecento.

Onorificenze Capo dell'ordine della Stella della solidarietà italiana
 
 Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana
 — 5 giugno 1956[8]

 

Respuesta  Mensaje 7 de 11 en el tema 
De: lucy46 Enviado: 11/12/2013 14:53
 

Luigi Einaudi
(Carrù, 24 marzo 1874 – Roma, 30 ottobre 1961)
è stato un economista, politico e giornalista italiano,
secondo Presidente della Repubblica Italiana
(Maggio 1948 - Aprile 1955).
 

Viene eletto secondo Presidente della Repubblica Italiana l'11 maggio 1948 (al quarto scrutinio con 518 voti su 872). Intellettuale ed economista di fama mondiale, Luigi Einaudi è considerato uno dei padri della Repubblica Italiana. Suo figlio, Giulio, fondò la famosa casa editrice che porta il suo nome. Nasce a Carrù (in Piemonte, nella provincia di Cuneo) da Lorenzo, concessionario della riscossione delle imposte, e Placida Fracchia. Rimasto orfano di padre nel 1888, si trasferisce a Dogliani, città natale della madre. Dopo aver studiato a Savona, viene mandato al Convitto nazionale Umberto I di Torino e si diploma al Liceo classico Cavour della stessa città con il massimo dei voti, per poi compiere gli studi universitari presso l'ateneo torinese, dove frequenta il Laboratorio di economia politica. In quegli anni si avvicina al movimento socialista e collabora con la rivista Critica sociale, diretta da Filippo Turati. La collaborazione con Critica sociale dura un decennio e si conclude con il distacco dai socialisti e il progressivo spostamento, a partire dai primi anni del Novecento, su posizioni sempre più apertamente liberiste. Nel 1895 ottiene la laurea in giurisprudenza. Copre la cattedra di Scienza delle finanze all'Università di Torino, l'incarico di Legislazione industriale ed Economica politica del Politecnico di Torino e l'incarico di Scienza delle finanze all'Università Bocconi di Milano. Muore a Roma il 30 ottobre 1961 e la salma viene tumulata nel cimitero di Dogliani il 2 novembre 1961.


Respuesta  Mensaje 8 de 11 en el tema 
De: lucy46 Enviado: 02/01/2014 16:28
Giovanni Gronchi
Giovanni Gronchi
(Pontedera, 10 settembre 1887 – Roma, 17 ottobre 1978)
è stato un politico italiano,
terzo Presidente della Repubblica Italiana, tra il 1955 e il 1962.

Primo cattolico ad essere eletto Presidente della Repubblica. Frequentò il liceo scientifico arcivescovile Santa Caterina di Pisa.. Nel 1902 aderì, appena quindicenne, alla Democrazia Cristiana. Laureatosi in lettere alla Scuola Normale Superiore di Pisa, insegnò filosofia nei licei di Parma, Massa-Carrara, Bergamo e Monza tra il 1911 ed il 1915. Partecipò alla Prima guerra mondiale come ufficiale di fanteria. Nel 1919, Gronchi fu tra i fondatori del Partito Popolare Italiano e nello stesso anno venne eletto deputato; nel 1920 venne chiamato a dirigere la cristiana Confederazione Italiana dei Lavoratori. Sottosegretario all'Industria nel governo Mussolini, si dimise dall'incarico allorché il PPI uscì dalla maggioranza governativa (1923). Nel 1924 Gronchi, insieme a Giuseppe Spataro e Giulio Rodinò, fece parte del triumvirato che resse il Partito Popolare a seguito delle dimissioni di Luigi Sturzo e fu rieletto deputato. Partecipò alla "Secessione aventiniana" e, nel 1926, con l'adozione delle leggi fascistissime, fu dichiarato decaduto dal mandato parlamentare. Successivamente si appartò dalla vita politica e prima lavorò come rappresentante di commercio e poi intraprese iniziative industriali. Rimasto vedovo della prima moglie, nel 1941 si sposò con Carla Bissatini, di venticinque anni più giovane. Nel settembre del 1942, Gronchi cominciò ad incontrarsi clandestinamente con Alcide De Gasperi ed altri esponenti politici cattolici, nell'abitazione di Giorgio Enrico Falck, noto imprenditore milanese. Dopo il 25 luglio 1943, insieme a De Gasperi, Spataro, Rodinò, Attilio Piccioni e Paolo Emilio Taviani fu tra i fondatori della Democrazia Cristiana. Ministro dell'Industria nel secondo e nel terzo governo Bonomi, fu confermato in tale incarico anche nel governo De Gasperi I. Eletto deputato all'Assemblea Costituente (1946) e alla Camera dei deputati nel 1948 e nel 1953, Gronchi, insieme a Giuseppe Dossetti, Amintore Fanfani e Giorgio La Pira, fu il maggior esponente della corrente di sinistra del suo partito. Fu presidente della Camera dei deputati nella I e nella II legislatura. Critico verso il patto atlantico, Gronchi fu tra i primi assertori, in ambito democristiano, del superamento della politica centrista di De Gasperi e di un avvicinamento al Partito Socialista di Pietro Nenni. All'elezione del Presidente della Repubblica del 1955. Al  quarto scrutinio, Gronchi venne eletto Presidente della Repubblica con 658 voti su 883, compresi i suffragi della destra monarchica. Come presidente della Camera, toccò a lui presiedere la seduta comune e leggere a voce alta le schede con il suo nome che via via gli venivano porte e continuò a leggerle fino alla fine. Si interruppe solo pochi istanti, quando un applauso del Parlamento segnò il raggiungimento del quorum. Gronchi si alzò allora dallo scranno e, con in mano una scheda, ringraziò l'assemblea con un breve inchino. Poi sedette di nuovo e continuò a leggere le schede con una certa tensione della voce. Quando ebbe letto l'ultima scheda pregò al microfono il vice presidente della Camera, Giovanni Leone, di procedere allo scrutinio e di proclamare il risultato. Fra gli applausi si alzò e guadagnò l'uscita. Leone ufficializzò poco dopo l'elezione del nuovo Capo dello Stato e ne venne poi eletto successore come presidente della Camera. Fu il primo Capo di Stato italiano a visitare Istanbul e l'America meridionale. Il 14 novembre del 1957, nella città turca gli furono preparate accoglienze degne di un sovrano. Lo scopo del viaggio fu quello di visitare i molti italiani che erano lì emigrati e di allacciare colloqui diplomatici con il presidente Celal Bayar. In Argentina ebbe accoglienze memorabili e si commosse: era la prima volta che un capo di Stato italiano visitava alcuni paesi dell'America del Sud. In un suo discorso allo stadio di Buenos Aires, la voce gli si spezzò più volte per l'emozione, rasentando il pianto. Durante il suo mandato tentò di adottare una politica estera di equidistanza tra i blocchi, personale e parallela a quella governativa, ma trovò l'opposizione della Farnesina e dei governi alleati della NATO. Nel 1960 nominò Presidente del Consiglio Fernando Tambroni, suo uomo di fiducia della corrente di sinistra, con l'incarico di formare un "governo del Presidente", senza una maggioranza predefinita ma di "apertura" a sinistra.  Tambroni riuscì a ottenere la fiducia del Parlamento solo con l'appoggio dei voti del MSI. Ciò produsse scontri in diverse città d'Italia, in particolare a Genova, Licata e Reggio Emilia, dove la polizia aprì il fuoco sui manifestanti, uccidendo cinque persone. Tali vicende pregiudicarono la rielezione di Gronchi ad un secondo mandato, cui avrebbe ambito con l'appoggio del Presidente dell'ENI Enrico Mattei. L'11 maggio 1962 cessò il settennato (il suo giuramento, infatti, era avvenuto l'11 maggio 1955) e Gronchi divenne senatore di diritto e a vita. Morì il 17 ottobre del 1978, giorno in cui i giornali di tutto il mondo annunciavano l'elezione di Karol Wojtyła quale nuovo Pontefice, avvenuta il giorno prima. Esattamente un mese dopo la sua elezione, come gesto simbolico di attenzione agli ultimi, Gronchi si recò a Firenze per visitare l'allora celeberrima Opera della Divina Provvidenza Madonnina del Grappa di don Giulio Facibeni. Gronchi ebbe l'onore di inaugurare due edizioni dei Giochi olimpici (l'unico, insieme a Elisabetta II del Regno Unito): i VII Giochi olimpici invernali tenutisi a Cortina d'Ampezzo nel 1956 e i Giochi della XVII Olimpiade tenutisi a Roma nel 1960. Nella sua qualità di Presidente della Repubblica italiana è stato, dall'11 maggio 1955 all'11 maggio 1962:

 Capo dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
 
 Capo dell'Ordine militare d'Italia
 
 Capo dell'Ordine al merito del lavoro
 
 Capo dell'Ordine della stella della solidarietà italiana
 

Personalmente è stato insignito della:

 Medaglia d'oro ai benemeriti della scuola della cultura e dell'arte
 — 2 giugno 1965[15]
Onorificenze straniere[modifica | modifica sorgente] Comandante di Gran Croce con Collare dell'Ordine della Rosa Bianca (Finlandia)
 — 1960
 Classe speciale della Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Federale Tedesca (Repubblica Federale Tedesca)
 — 18 luglio 1956


Respuesta  Mensaje 9 de 11 en el tema 
De: lucy46 Enviado: 25/01/2014 17:32
 
 

Antonio Segni
(Sassari, 2 febbraio 1891 – Roma, 1º dicembre 1972)
è stato un politico italiano, quarto presidente della Repubblica. 
La sua Presidenza, che durò solo due anni e mezzo (dall'elezione del 6 maggio 1962 sino alle dimissioni volontarie del 6 dicembre 1964), fu la più breve della storia repubblicana dopo quella di Enrico De Nicola. Come Capo dello Stato ha conferito l'incarico a tre Presidenti del Consiglio: Amintore Fanfani (1962) , Giovanni Leone (1963) e Aldo Moro (1963-1964); ha nominato tre senatori a vita nel 1963 Ferruccio Parri, Cesare Merzagora e Meuccio Ruini. Data la brevità del suo mandato non ha potuto nominare nessun Giudice della Corte costituzionale. Antonio Segni nacque in una nobile famiglia sarda, ascritta al patriziato genovese dal 1752. Portati a termine gli studi liceali, si laureò in giurisprudenza nel 1913, aderì al Partito Popolare Italiano fin dalla sua fondazione e fu consigliere nazionale del PPI dal 1923 al 1924. Allievo di Giuseppe Chiovenda, Professore universitario di diritto processuale civile dal 1920, insegnò in varie università tra cui quelle di Sassari (di cui fu rettore magnifico dal 1946 al 1951), Perugia e Roma. Dopo l'avvento del fascismo, smise temporaneamente di fare politica. Nel 1942 fu tra i fondatori della Democrazia Cristiana e nel 1946 venne eletto deputato all'Assemblea Costituente. In quel periodo ricevette numerosi incarichi istituzionali e governativi: fu sottosegretario all'Agricoltura nel governo Bonomi III, nel governo Parri e nel governo De Gasperi I; occupò da ministro lo stesso dicastero in vari governi guidati da Alcide De Gasperi per poi essere nominato Ministro della Pubblica Istruzione nel governo De Gasperi VII e nel governo Pella. Antonio Segni fu eletto Presidente della Repubblica Italiana il 6 maggio 1962. Il 7 agosto 1964, durante un concitato colloquio con i parlamentari Giuseppe Saragat e Aldo Moro, Segni fu colpito da trombosi cerebrale. Nessuno dei presenti ha mai fatto dichiarazioni sul contenuto del colloquio. Ne seguì l'accertamento della condizione d'impedimento temporaneo, avvenuto con atto congiuntamente firmato dai Presidenti delle due Camere e dal Presidente del Consiglio; il 10 assunse le funzioni ordinarie di supplente il Presidente del Senato Cesare Merzagora (fino al 29 dicembre 1964). Pur trattandosi di grave malattia, non si arrivò mai alla dichiarazione di "impedimento permanente", che avrebbe comportato una nuova elezione, e la situazione fu risolta dalle dimissioni volontarie, il 6 dicembre 1964. Divenne senatore a vita in quanto ex Presidente della Repubblica e morì a Roma nel 1972, all'età di ottantun anni.
Suo figlio Mario è anch'egli un politico.


Respuesta  Mensaje 10 de 11 en el tema 
De: lucy46 Enviado: 10/03/2014 17:43

Giuseppe Saragat
(Torino, 19 settembre 1898 – Roma, 11 giugno 1988)
è stato un politico e diplomatico italiano,
quinto Presidente della Repubblica Italiana
e primo socialista a ricoprire la carica.

Leader storico del Partito Socialista Democratico Italiano, Saragat fu anche Presidente dell'Assemblea Costituente fino al 1947. Fu più volte vicepresidente del Consiglio dei Ministri nei governi De Gasperi e ministro degli Esteri dal 1963 al 1964. Come Capo dello Stato ha conferito l'incarico a quattro Presidenti del Consiglio: Aldo Moro nel 1964), Giovanni Leone (1968), Mariano Rumor (1968-1970) ed Emilio Colombo (1970-1972). Figlio di immigrati sardi (il padre Giovanni era nato a Sanluri nel Medio-Campidano, dall'avv. Pietro Saragatu), Giuseppe Saragat proveniva da una famiglia appartenente alla media borghesia italiana. Laureato in Scienze Economiche e Commerciali, si sposò con Giuseppina Bollani ed ebbe due figli: Giovanni (Ambasciatore d’Italia in Belgio) e Ernestina “Tina” Saragat.  Nel 1922 aderì al socialismo, non tanto per vocazione ideologica, quanto per solidarietà nei confronti della gente povera, ovvero quel proletariato che andava organizzandosi, oppresso dai "figli di papà" come ebbe a dire lui stesso. Socialista del filone riformista ed umanitario, si nutrì della cultura politica di Filippo Turati, divenendo così esponente di primo piano del Partito Socialista Unitario, il partito nato il 1º ottobre 1922 dalla scissione dei riformisti turatiani dal PSI, del quale Giacomo Matteotti era segretario. Durante il ventennio fascista scelse la via dell'esilio, valicando il confine elvetico, nella notte tra il 19 e il 20 novembre 1926. Durante il soggiorno estero in Svizzera, Austria e Francia, strinse con il socialista Pietro Nenni un'alleanza politica che porterà, il 19 luglio 1930, al rientro del PSULI di Filippo Turati, nel Partito Socialista Italiano. Questi furono anni in cui Saragat entrò anche in contatto con molti autorevoli esponenti dell'"Austromarxismo" che teorizzavano la conciliabilità del pensiero di Marx con la socialdemocrazia mitteleuropea che influenzò la sua formazione intellettuale. Tornò in patria nel 1943 per combattere contro la Repubblica di Salò: arrestato e consegnato alle autorità tedesche in seguito alla repressione voluta dal generale Enrico Adami Rossi, venne rinchiuso nel carcere romano di Regina Coeli, dove divise la cella con un altro futuro presidente della Repubblica, Sandro Pertini. Riuscì ad evadere, insieme a Pertini, grazie a un gruppo di partigiani che falsificarono un ordine di scarcerazione il 24 gennaio 1944 e si trasferì a Milano, dove lavorò per il partito socialista. Fu ministro senza portafoglio nel 1944 durante il governo Bonomi II; nel 1945 fu ambasciatore d'Italia a Parigi per un brevissimo periodo. Nel 1946 venne eletto deputato all'Assemblea Costituente, di cui fu presidente sino al 1947, anno in cui Alcide De Gasperi ruppe l'accordo con socialisti e comunisti. Contrario all'alleanza tra i socialisti ed il Partito Comunista Italiano, nel gennaio del 1947 diede vita alla cosiddetta "scissione di palazzo Barberini", dalla quale ebbe origine il Partito Socialista dei Lavoratori Italiani, che nel 1951 divenne Partito Socialista Democratico Italiano in seguito alla fusione con il nuovo Partito Socialista Unitario di Giuseppe Romita. Nelle elezioni politiche del 1948 si scagliò contro il Fronte Democratico Popolare, l'alleanza social-comunista in cui militava anche il "caro nemico" Nenni: durante la campagna elettorale il Fronte gli rimproverò l'alleanza con la Democrazia Cristiana, usando contro Saragat alcune espressioni politicamente denigratorie. Più volte vicepresidente del Consiglio nei governi De Gasperi, fu anche ministro degli Esteri dal 1963 al 1964 e si schierò a favore della formula politica del centro-sinistra. Il 28 dicembre del 1964 fu eletto Presidente della Repubblica Italiana al ventunesimo scrutinio, grazie anche ai voti decisivi dei socialisti e dei comunisti. Terminato il suo mandato nel 1971, Saragat divenne di diritto senatore a vita ed ebbe anche l'occasione di ritornare al suo partito, di cui divenne presidente nel 1976. Socialista liberale, Saragat viene oggi considerato il padre della dottrina socialdemocratica italiana. Tuttavia, in luogo dell'aggettivo "socialdemocratico", egli preferiva usare, per descrivere se stesso, la definizione di socialista democratico. Riformista, egli accettò l'adesione dell'Italia all'alleanza occidentale; Saragat era convinto che la socialdemocrazia potesse essere politicamente un valore aggiunto e che avrebbe potuto avere una posizione elettoralmente egemonica, come del resto avveniva nei paesi del nord-Europa. Nella sua qualità di Presidente della Repubblica italiana è stato, dal 29 dicembre 1964 al 29 dicembre 1971:

 Capo dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
 
 Capo dell'Ordine militare d'Italia
 
 Capo dell'Ordine al merito del lavoro
 
 Capo dell'Ordine della stella della solidarietà italiana
 
 Capo dell'Ordine di Vittorio Veneto (dal 18 marzo 1968) 
 
Cavaliere dell'Ordine dei Serafini (Svezia) 
 
 Cavaliere dell'Ordine dell'Elefante (Danimarca)


Respuesta  Mensaje 11 de 11 en el tema 
De: Marika Enviado: 11/03/2014 02:43
Articoli molto interessanti.
Grazie Lucia!!


Marika 


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