IL FIORE CROCO
Già conosciuto ai tempi dei Greci,
è un fiore diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo, dall'Asia Minore all'Africa Settentrionale. Il suo nome deriva dal greco kroke, che vuol dire filamento, proprio a rappresentare i lunghi stimmi che caratterizzano il suo fiore. Omero descrive il talamo nuziale di Giove e Giunone ricoperto di tantissimi fiori tra cui il croco. Per questo motivo, uno dei significati attribuiti al fiore è quello della
passione e dell'amore sensuale. Al tempo dei Romani, il croco veniva posto sulle tombe, in quanto considerato simbolo di speranzaper la vita ultraterrena. Probabilmente, gli antichi conoscevano soltanto il croco da cui si ricava lo zafferano,
con il quale preparavano anche filtri
d'amore. Soltanto nell'età Vittoriana, al significato, in origine assegnato al fiore e cioè quello di amore appassionato, si iniziò ad affiancare quello di giovinezza spensierata.
Un fiore davvero straordinario nel suo aspetto, facile da amare e particolarmente grazioso alla vista. Ed in una sua variante è decisamente un toccasana per i nostri palati, giacché si tratta del fiore dal quale si ricava lo zafferano.
La sua fioritura, già conosciuta al tempo dei greci, è tipica di tutto il bacino del Mediterraneo, dalle lande dell’Asia Minore fino ad arrivare all’Africa Settentrionale. Il nome con il quale è attualmente conosciuto deriva direttamente dal greco “kroke”, che tradotto significa “filamento”. La scelta nacque proprio per connotare la pianta in base ai lunghi stimmi del suo fiore. Tra le testimonianze più antiche che possiamo riscontrare, vi è quella che si riferisce alla descrizione, da parte di Omero del letto nuziale degli dei Giove e Giunone, descritto come ricoperto da “tantissimi fiori”, tra i quali appare il croco.