LA VECCHIA E LA CANDELA
Questa è una grande città, una città qualsiasi come ce ne sono tante nel
mondo; c'è tanta gente, ci sono tante case, tanti negozi, tante fabbriche e
tante automobili...
Figura 1
...e questa è la storia di una candela qualunque, in
un negozio qualunque, in una via qualunque di questa grande città...
Figura 2
...e di una vecchia, una vecchietta qualunque di
novantanni che quasi scompare tra le migliaia e migliaia di persone.
Figura 3
La massima aspirazione della nostra candela è di
essere venduta a qualche persona ricca: «Come sarebbe bello essere comprata da
qualche ricca signora e vivere in una casa lussuosa tra gli agi e le comodità...
sarei felice e sistemata per tutta la vita!» E sogna... sogna...
Figura 4
Perciò quando si avvicina qualche signore vestito
più elegantemente del solito, o con qualche anello in più, la nostra candela
cerca in tutti i modi di mettersi in mostra. Si esibisce, spinge, scavalca le
altre candele ma... finora la fortuna le ha sempre voltato le spalle.
Figura 5
La vecchia signora abita in una soffitta: una sola
camera col bagno in comune con altre famiglie. Un armadio, un letto ed un
tavolino sono tutto ciò che possiede. Non ha né luce, né gas, né riscaldamento:
caldo d'estate e freddo d'inverno. Al muro tante fotografie, tanti ricordi; suo
marito, i suoi parenti... misere fotografie, il più bel quadro (e l'unico) che
ha, il ritratto di sua madre, ha dovuto venderlo per comperarsi un po' di cibo;
le poche lire della pensione non le sono bastate.
Figura 6
"Una volta eravamo ricchi, io e mio marito avevamo
il più bel negozio del paese..." e ripensa agli avvenimenti dolci e tristi della
sua vita: alla sua spensierata fanciullezza, ai suoi giochi, alla scuola, al
matrimonio ed al suo paese lontano: "chissà ormai sarà tutto cambiato, sarà una
grande città; col tempo tutto cambia, nulla resta di ciò che è stato...". E
pensa, sogna, rimpiange...vive di ricordi...
Figura 7
Per lei è arduo anche uscire di casa: sta più di
mezz'ora per salire alla sua soffitta, al sesto piano. E' duro salire e scendere
le scale con le gambe che le tremano e l'affanno alla gola. La gente corre per
le scale, fa i gradini a due, a tre alla volta; passano: " Buongiorno"
un'occhiata di pietà e via... oppure, non la degnano neanche di uno sguardo.
Figura 8
Intanto la candela ambiziosa continua a mettersi in
mostra per raggiungere un rango più elevato. Non è cattiva ma pensa un po'
troppo a se stessa, e quando gliene capita l'occasione spinge e calpesta le
altre candele, suscitando così odi, antipatie ed avversioni.
Figura 9
" Ci riuscirò... eccome se ci riuscirò" pensa lei
senza badare troppo alle sue compagne. Anzi, si trova anche un'amica, una
candela buona e simpatica con la quale già spera di vivere serenamente: "Vedrai
"le dice "un giorno, ti farò vivere nel lusso, avrai candelabri d'oro e
d'argento e tanti bei fiammiferi colorati..."
Figura 10
Sorge un nuovo giorno; la vecchia signora
ricomincia la sua monotona giornata: vaga solitaria per la città. "Per fortuna
ho ancora le gambe buone; Dio mi concede almeno questa grazia" pensa sconsolata
"ma nessuno che mi saluti, nessuno che mi sorrida, che mi riconosca, nessuno che
mi ami, nessuno che mi ... odi... migliaia di persone ... tutte uguali". Oggi
deve ritirare la pensione... una miseria, le basterà solamente per pagare
l'affitto e per comprare di che sfamarsi. Non riesce nemmeno questa volta a
farsi mettere la luce ed a leggere un libro prima di addormentarsi.
Figura 11
Capita molto spesso che la nostra vecchia si
ammali. Mal di stomaco, artrite, debolezza, a volte la costringono a letto per
tutto il giorno ed anche per diversi giorni. Allora deve arrangiarsi come può,
mentre, nella dispensa, il cibo diventa sempre più scarso. "Un giorno mi
troveranno a letto morta" pensa l"forse sarà meglio così... non mancherò certo a
nessuno... e forse avrò, finalmente, un po' di pace."
Figura 12
Purtroppo i sogni di felicità delle due candele
svaniscono in un attimo. Un giorno l'amica della nostra candela è presa dallo
scaffale e venduta. "No, no, lasciatemi" urla singhiozzando", voglio rimanere
qui, voglio stare qui col mio compagno... vi prego, non vendetemi!" Ma e' tutto
inutile...
Figura 13
"Addio!" le urla la candela soffocando una lacrima:
" non piangere... vedrai, ora starai meglio... troverai una casa mille volte
migliore di questo squallido negozio!". "Non la rivedrò mai più" pensa poi
tristemente tra sé e sé: "pazienza... io non ci posso fare nulla... bisogna
rassegnarsi... cercherò di essere forte; troverò un'altra amica... così è la
vita!". E già comincia a ripensare agli ori ed alla vita nel lusso.
Figura 14
Intanto la nostra vecchietta ha conosciuto un
signore su una panchina nel parco ove è solita fare le sue passeggiate. I due
hanno fatto subito amicizia, lui ha ben cinque anni più di lei: "... quanti
avvenimenti dolci e tristi abbiamo visto passare sotto i nostri occhi... basti
pensare alla prima , alla seconda Guerra Mondiale... a com'era diverso il mondo”
si raccontano dei loro paesi, delle loro esperienze, ed assieme ridono e si
divertono.
Figura 15
I due vecchietti si vogliono bene: ora si
incontrano tutti i giorni su quella panchina. Quante cose hanno da dirsi! Quante
barzellette, quanti fatti spiritosi si raccontano! Insieme ridono fino alle
lacrime! Finalmente la vecchina ha trovato un po' di serenità. Il suo amico è
così buono, gentile, educato. Ma: "...noi siamo vecchi... oggi ci siamo ...
domani possiamo non esserci più..." esclama a volte il signore.
Figura 16
Un brutto giorno però il vecchio manca
all'appuntamento. La vecchina lo attende per un'ora, per due ore... ritorna il
giorno dopo e poi tutti i giorni per un'intera settimana... La panchina è sempre
vuota... Allora, accanto a quel posto si ricorda le parole del suo amico:
"...Oggi ci siamo... domani non ci siamo più..." e sugli occhi le brillano delle
grosse lacrime.
Figura 17
Dopo il temporale giunge sempre il sereno:
improvvisamente alla nostra candela capita un fatto straordinario. Una
ricchissima signora entra nel negozio e sceglie proprio lei. La nostra amica si
sente traboccare dalla felicità.
Figura 18
"Che gioia! Che gioia!" urla: "Come sono contenta,
finalmente la felicità è giunta anche per me!". Come sta bene tra la morbida
pelliccia della signora! Che begli anelli ha, diamanti, rubini, smeraldi: quella
signora deve essere veramente ricca!" Ora il suo sogno diventa realtà: la
candela viene portata in una ricca dimora.
Figura 19
Nel frattempo la signora, sempre più triste e
sfiduciata, gira senza meta per le vie della città. Sola. Nessuno che la saluta,
è vecchia ed i suoi amici ormai non ci sono più. Vuole bene ai bambini, piccola
come è, sembra una di loro: "I bambini sono più buoni ed hanno più fantasia"
dice, e quando ne vede uno gli si avvicina per offrirgli una caramella. Ma la
mamma pronta: "Vieni qua Gigetto! Cosa fai! Non bisogna mai accettare nulla
dagli estranei! Quella signora è vecchia, è malata! Stai attento!". La nostra
povera amica rimane muta e delusa.
Figura 20
"Povera me, non servo a nulla, non sono simpatica a
nessuno, non ho nessuno con cui parlare..." e allora parla da sola e quando si
rammenta qualche episodio lieto ride da sola. Inoltre se incontra dei bambini fa
loro delle smorfie o tenta di farli ridere con dei buffi atteggiamenti. Ma, come
sempre, sulla faccia della gente sono dipinte lo scherno, l'ilarità, la pietà: "
Guarda! Guarda quella vecchia. Poveraccia! E' matta... è matta... è malata..."
Figura 21
La candela è posta dalla cameriera in un candelabro
tutto d'oro. Attorno a lei mobili, cristalli, tappeti preziosi; il lusso
sfavilla in ogni angolo. " Grazie! Grazie! Che felicità!" avrebbe voluto
abbracciare tutti, baciare tutto ciò che le sta vicino.
Figura 22
Tutto è meraviglioso come in un sogno. Le stanze
sono sempre pulite e profumate, né troppo caldo né troppo freddo, i cristalli
dei lampadari scintillano riflettendosi nelle grandi specchiere stile Luigi XV.
La nostra candela è sempre pulita e spolverata: "...anche troppo!" mormora
contenta.
Figura 23
Un bel dì la nostra amica è accesa per la prima
volta nella sua vita. Che magnificenza! Che splendore! La sua fiammella delicata
e purpurea brilla come se fosse magica. Le sue compagne non la degnano di uno
sguardo o le danno qualche rapida occhiata dall'alto basso se ne stanno mute,
rigide ed impettite, tutte intente a far bella mostra della loro fiammella, a
tenerla dritta e splendente. "Io parlerei loro, ma non mi ascoltano, neppure mi
badano!" pensa la candela un po' a disagio. "Come volete! Ora vedrete chi ha la
fiamma più brillante!" mormora un dì tra sé la nostra amica sfoggiando il suo
fuocherello. Silenziosamente le tre candele competono tra di loro e, mute, si
invidiano le reciproche fiamme.
Figura 24
Una sera i ricchi signori danno un ricevimento e il
candelabro è messo sulla tavola. Le altre candele sono sempre mute ed
orgogliose, perfino le rose nel vaso non rivolgono la parola alla nostra amica:
sono tutti intenti a fare la loro parte e la candela si adegua. "Strano - pensa
tra sé e sé - ho atteso tanto questi momenti ed ora che li vivo non mi sento
molto contenta! Mah! Dovrò ancora ambientarmi, col tempo certamente mi passerà!"
e così continua a sfoggiare il suo sorriso. Nelle ampie sale illuminate decine
di persone distinte, eleganti e fin troppo educate si abbuffano tra le
interminabili specialità culinarie.
Figura 25
Come è misera invece la cena della nostra
vecchietta! Quando la luce del giorno si fa sempre più fioca la vecchina, sola
ed in silenzio, mangia dei cibi in scatola. A volte, per sentirsi meno sola,
disegna sul suo cuscino gli occhi, la bocca, vi mette sopra un suo vecchio
cappello e lo fa sedere a tavola con lei.
Figura 26
"Come va oggi? Hai trascorso una buona giornata?" -
dice la vecchia al cuscino fingendo che esso le risponda. "Sì... anch'io e, sai,
una volta io avevo un grande negozio, il più grande della città - prosegue la
signora - e un giorno mi accadde un fatto...straordinario...senti...ascolta..."
e continua così e parla, e ride con quel cuscino inanimato. La sua voce, sola,
riempie quella misera soffitta, tutt'intorno è silenzio. Dopo un po' la nostra
vecchia non parla più e si mette a ridere finché il riso si trasforma in pianto
e delle calde lacrime le scendono sulle guance.
Figura 27
Allora con gli occhi gonfi di tristezza va alla
finestra e davanti all'immensità del cielo stellato, piange: "Dio! Dio mio che
ci faccio su questo mondo, questo corpo dolorante non serve a niente. Sono sola
e non sono utile a nessuno. Fa che questa notte mi addormenti e che non mi
svegli più!" Ma nessuno le risponde, non c'è nessuno che la consola; il cielo è
il solito cielo blu di ogni notte e, per le vie, si odono i soliti rumori della
città. Le lacrime brillano come diamanti scendendo su quel volto vecchio e
stanco.
Figura 28
I saloni vengono illuminati solamente in occasione
di qualche ricevimento altrimenti rimangono bui e deserti. In quelle ampie sale
scure la candela si sente sola ed un po' a disagio: "Insomma, ma che voglio di
più, ho tutto ciò che ho sognato... sono felice, si, sono felice, devo essere
felice!" ripete con ossessione la nostra amica.
Figura 29
Un giorno, mentre riordina il salone, la cameriera
urta inavvertitamente il candelabro.
Figura 30
(CONTINUA...)
Le foto e i testi sono di
proprietà dell'autore e non possono essere riprodotti senza autorizzazione
scritta dello stesso.
©Livio Caiulo,
2008
Post n°16
pubblicato il 21 Settembre 2008 da liviocaiulo
Il candelabro cade pesantemente sul pavimento mentre le candele urlano
atterrite. Per il gran colpo la nostra amica si spezza e sviene dal dolore.
Figura 31
Quando rinviene si trova in un bidone tra le
immondizie. "Ecco..." - mormora - "così è la vita; si vuol arrivare, si fa tanto
per emergere e poi si finisce nella spazzatura. Bene... finirò qua i miei
giorni, forse... lassù... troverò un po' di pace. Addio! Addio mondo ingiusto."
e già chiude gli occhi per addormentarsi profondamente. La notte incanta ogni
cosa.
Figura 32
Sta già cadendo in un sonno profondo quando,
davanti agli occhi, le appare un'immagine fosca: è la vecchina che, nel suo
vagabondare, è giunta fin là. "Oh! Guarda un po'", esclama - "Una candela! Che
felicità! Finalmente potrò leggere il mio libro prima di addormentarmi... Ed è
ancora buona... Come spreca la roba, la gente, al giorno d'oggi!". Alla candela
quella vecchietta buona e semplice è subito simpatica e si accoccola nelle sue
mani calde.
Figura 33
La vecchia la porta nella sua soffitta, la lava, la
pulisce e la lucida. "Grazie...", mormora la candela. "Oh! Tu parli!" risponde
la vecchina felice ed emozionata. Allora la nostra amica le racconta la sua
storia ed assieme parlano a lungo. "Viviamo insieme ciò che ci resta da vivere",
esclama la candela. "Sì!", risponde contenta la signora, "finalmente non sarò
più sola ed ogni tanto ti accenderò, qualche sera, un po' alla volta."
Figura 34
La nostra candela illumina fiocamente quella misera
soffitta. "Misera, ma mille volte migliore di quella casa lussuosa", dice tra sé
e sé. Adesso si, vale la pena sforzarsi di alimentare la propria fiamma, di dare
tanta luce alla sua amica affinché possa leggere il suo libro.
Figura 35
Così, una notte qualunque, in una soffitta
qualunque, di una qualunque città brilla una piccola fiamma di felicità.
Figura 36
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