Prologo
I nostri drammi quotidiani
non contano
nella milizia dei giorni.
Uguali alle nubi,
le notti vanno e vengono
in un'arena o tubo.
E le contrarietà sono il nucleo.
Qualunque goccia
ci filtra.
Lo smarrimento
é la nostra identità.
La nostra cifra.
Tutto succede
a tutto
e noi, umani,
non ci succediamo.
Ci succedono.
E il sangue
è la calce
del sangue,
la sua provincia.
Attecchisce solo
ciò che concimiamo
con foglie d'abbandono.
Tavole di ribellione.
Tavole di dolore,
noi siamo.
Tavole, tavole
nell'universo impossibile.
Tutto succede
a tutto.
Senza vestigia.
Indocili,
il nostro amore riaffiora
fino agli astri.
Ed è squilibrio.
Carlos Nejar
Annamaria