Lettera a un bambino mai nato
Vorrei che tu fossi una donna…
Ma se nascerai uomo io sarò contenta lo stesso.
E forse di più perché ti saranno risparmiate
tante umiliazioni, tante servitù, tanti abusi.
Se nascerai uomo non dovrai temere
d’essere violentato nel buio di una strada.
Non dovrai servirti di un bel viso
per essere accettato al primo sguardo,
di un bel corpo per nascondere la tua intelligenza.
Non subirai giudizi malvagi quando dormirai
con chi ti piace.
Potrai disubbidire senza venir deriso,
amare senza svegliarti una notte
con la sensazione di precipitare in un pozzo,
difenderti senza finire insultato.
Naturalmente ti toccheranno altre ingiustizie,
altre schiavitù:
neanche per un uomo la vita è semplice sai…
Se avrai muscoli più saldi
ti chiederanno di portare fardelli più pesi,
ti imporranno arbitrarie responsabilità.
Poiché avrai la barba
rideranno se tu piangi
e perfino se hai bisogno di tenerezza.
Poiché avrai una coda davanti,
ti ordineranno di uccidere
o essere ucciso alla guerra.
Eppure proprio per questo
essere un uomo sarà un’avventura
altrettanto meravigliosa:
un’impresa che non ti deluderà mai.
Almeno lo spero perché,
se nascerai uomo,
spero tu diventi un uomo
come io l’ho sempre sognato:
dolce coi deboli, feroce coi prepotenti,
generoso con chi ti vuol bene,
spietato con chi ti comanda.
Bambino io sto cercando di spiegarti
che essere un uomo non significa
avere una coda davanti,
significa essere una persona...
E’una parola stupenda,
perché non pone limiti a un uomo o a una donna,
non traccia frontiere tra chi ha la coda
e chi non ce l’ha.
Forse è troppo presto per parlarti così,
forse dovrei raccontarti
un mondo di innocenzee gaiezze.
Ma sarebbe come attirarti in un inganno,
sarebbecome indurti a credere che la vita
è un tappeto morbido sul quale
si può camminare scalzi,
e non una strada di sassi.
Sassi contro cui si inciampa,
si cade, ci si ferisce.
Sassi contro cui bisogna proteggersi
con scarpe di ferro.
Ma neanche questo basta perché,
mentre proteggi i piedi
c’è sempre qualcuno che raccoglie una pietra
per tirartela in testa e…”
(Brano tratto dal libro:
"Lettera a un bambino mai nato" di Oriana Fallaci)