Ma, per questo, dovrei ritrovare
i miei occhi di fanciullo.
Avrei bisogno di vedere
nel profondo di me stesso
qualcosa di puro che mi parli dite.
Qualcosa d’intatto,
malgrado le scelte assurde.
Vorrei ritrovare,
in fondo al mio passato,
in mezzo a questo ammasso senza gioia,
quell’eterno volto
che guardava la mia vita.
«Il Signore è qui, e io non lo sapevo» (Gn 28,16).
Essere libero, Signore,
ora lo so, è volerlo.
Volere quello che tu vuoi,
amare quello che tu ami.
E quando si deve scegliere,
prendere semplicemente
quello che tu sceglieresti.
Essere libero,
è tentare di raggiungere
i tuoi pensieri sulla mia vita,
i tuoi progetti,
i tuoi modi di vedere.
E conformare le mie sembianze
a quelle del tuo volto,
quel volto eterno
la cui immagine
è in me.
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