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De: MOTHERSIXTEN (Mensaje original) |
Enviado: 08/09/2014 14:17 |
Esteriormente dimostrava l’età che in realtà aveva, e nello stesso tempo due, tre, cento volte di più, proprio come la mummia di una ragazza; ma interiormente era già morta da tempo. Quando era bambina suo padre le aveva dato un colpo sulla fronte con l’attizzatoio, poco più su della radice del naso, e da allora lei aveva perso l’olfatto e qualsiasi senso di calore umano e di freddezza umana e soprattutto qualsiasi passione. Quell’unico colpo l’aveva resa estranea alla tenerezza come all’avversione, estranea alla gioia come alla disperazione. In seguito, quando andò a letto con un uomo, non provò nulla, e nulla provò quando partorì i propri figli. Non portò il lutto per quelli che le morirono e non si rallegrò per quelli che le restarono. Quando il marito la picchiava non si scomponeva, e non provò nessun sollievo quando lui morì di colera all’Hótel-Dieu. Le uniche due sensazioni che conosceva erano un lievissimo offuscamento dell’animo quando si avvicinava l’emicrania mensile, e un lievissimo rasserenamento dell’animo quando l’emicrania se ne andava. Per il resto questa donna insensibile non provava nulla. Patrick Süskind , Il Profumo
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"Quando, tenendole la mano, mormoro a Primula qualcuna delle frasi del libraio, lei mi guarda con quei due occhi grandi, come persi nel nulla, senza una luce, un accenno d' emozione. Ma io non la smetto, non mi arrendo. Rostand, Eschilo, Neruda, Eliot, Gadda. Non c'è un piano, una regola: quel che mi esce, mi esce. A volte mi metto in piedi tra lei e il tempio, come una voce fuori campo, un suggeritore, un estraneo; altre volte le parlo a una spanna dal viso, puntandole gli occhi nei suoi: misuro, centellino le parole, le faccio scorrere una alla volta staccandole e marcandole per lasciarle il tempo di intenderle. E' come se le inoculassi questo mare di emozioni con un contagocce, poco, poco alla volta. A volte penso che sia vero, del libraio. Forse non si può vivere come le sue parole, piene zeppe di luce."
"Primula sa che io l'amo e mi ama, ma dentro di sé ha un nugolo di sentimenti che vorrebbe tirar fuori e non può: si aiuta a gesti, a parole smozzicate. Non che m'importi per me, ma soffro per lei. Lo vedo, sarebbe felice di farmi un discorso, raccontarmi di più, trovare tenerezza, ma tutto quel che ha dentro resta lì, perché le mancano le parole. Io le dico: "Non preoccuparti, capisco lo stesso, so cosa vorresti dirmi", ma non le basta, non può bastarle."
"Tutte le parole scritte dagli uomini sono forsennato amore non corrisposto; sono un diario frettoloso e incerto che dobbiamo riempire di corsa, perché tempo ce n'è poco. Un immenso diario che teniamo per Dio, per non recarci a mani vuote all'appuntamento."
Roberto Vecchioni da "Il libraio di Selinunte" - Einaudi ed.
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"Mi fanno impressione gli addii, quando il nulla,il grigio scorcio di città, anonimi binari di ferro, s'inghiottono la familiarietà di un volto, il profumo di una persona cara. Mi era rimasta addosso una strana malinconia. Mi sono stretta al mio corpo solitario e, passo dopo passo, diventavo sempre più triste. Sapevo il motivo il motivo di quella tristezza. Avevo voglia d'amore anch'io, di carezze furtive, di un cuore in subbuglio. Era ormai il tramonto. Gli umani che camminavano sul mio stesso marciapiede andavano tutti di prescia. Molti di loro, forse, correvano verso un amore, verso braccia protese nella notte. Due innamorati stretti l'uno all'altro, mi sono passati accanto senza vedermi." ... "Avevano anche fatto l’amore da lontano, più di una volta. Senza dirselo, si erano ritrovati a sudare, a piegarsi in mezzo a un parco, su un autobus. Il pensiero era così forte, erano braccia che aprivano le costole. Come se l’altro stesse cercando il tuo cuore dal lato opposto della città, attraverso muri di macchine e di cemento."
Margaret Mazzantini da "Manola" -
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Consumiamo grandi energie nell'accumulo d'ogni sorta di cose, fini a che non vi ' piu' spazio disponibile nelle nostre stanze, nei nostri garagi, nei nostri uffici per tutte le vestigia delle nostre molteplici esperienze. Ma non trascorriamop molto tempo pria di renderci conto che i problemi si vanno accumulando di pari passo con i nostri beni. E a partire da quel momento dobbiamo ricorrere ad avvocati,contabili,investitori finanziari, che si prendono cura di gestire la nostra vita. E ci vediamo costretti ad erigere barriere difensive piu' solide, a difesa dele nostre possessioni.Non si e' dubbio: la societa' alla quale apparteniamo esorta ad avere di piu', sempre di piu', per poi istituire il culto di cio' che siamo andati accumulando...... Si direbbe che il valore dell'amore e della vita ci vengano prospettati solo quando ne subiamo la perdita. E' una lezione antica quanto la storia dell'umanita', eppure a taluni di noi occorre una vita per apprenderla. Leo Buscaglia da Nati per amare.
La felicita' e' una realta' interiore,non l'opposto: pertanto non dipende da cio' che abbiamo,ma cio' che siamo. Henry Van Dyke | |
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Per amare ci vuole la passione, ma anche il rispetto. Una volta qualcuno mi ha detto che il segreto di una felicità duratura sta tutto in una donna che stima e rispetta il suo uomo. Ora, però, so che si sbagliava. Conquistare la felicità è molto più difficile. è un po' come attraversare un ponte sospeso: malsicuro, traballante, senza parapetto. Sta a te trovare l'equilibrio, ma ciò è possibile solo se l'equilibrio si basa su due centri di gravità, su tutte e due le parti in gioco.
Duong Thu Huong da "Oltre ogni illusione" |
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COSA FA LA DIFFERENZA E’ questione di un attimo. Un secondo, un istante solo. E possiamo ritrovarci a ridere con gioia oppure a piangere con delusione, con rabbia, con paura. Possiamo sollevarci, o cadere in un baratro. Guardare avanti, oppure restare fermi. Quante volte nella vita capitano questi momenti. Potrebbero andare in un modo. Vorremmo che andassero in un altro. E invece vanno come devono andare. Cosa fa la differenza? Il potere personale. Si, lo dice la parola stessa. Se siamo nel potere personale, siamo in potere di scegliere se ridere con gioia o piangere con forza. Se sollevarci o cadere. Se guardare avanti o restare fermi. Se NON siamo nel nostro potere personale, è la vita ad avere potere su di noi. E perdiamo il controllo, l’equilibrio, la saggezza. Diventiamo facilmente stanchi, volubili, irascibili. Diventiamo facili prede della rabbia, della malinconia, della tristezza. Diventiamo facili schiavi degli altri, degli eventi, delle emozioni. Non importa se é più giusto ridere o piangere, importa che siamo NOI a scegliere se fare una cosa o l’altra. Con consapevolezza e non per trasporto. Se vogliamo fare la differenza nella nostra vita, dobbiamo imparare a SENTIRE il nostro potere. Allora non avremo limiti alle nostre risorse, ostacoli alla nostra felicità, resistenze alla nostra energia. Il potere personale è figlio della nostra creatività: quella forza interiore con cui possiamo creare la nostra vita di tutti giorni. E colorarla, proprio come piace a noi.
dr. Giuseppe Alfredo Succi – Gocce di Psicologia e Benessere |
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Lo scambio di idee non arricchisce solo la propria riserva di cognizioni ma sviluppa e amplia le capacità mentali. Chi smette di studiare il giorno stesso in cui finisce l’ultimo anno di scuola non sarà mai una persona istruita, indipendentemente dalla quantità di nozioni che ha acquisito fino a quel momento. “La vita è la scuola principale e ogni cosa che incentiva l’attività mentale è un docente”. Napoleon Hill, La Chiave principale della Ricchezza
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Grandi quantità d’acqua non possono dissetare l’amore, né possono sommergerlo le inondazioni. Allora cos’è che uccide l’amore? Soltanto la disattenzione. Non vederti quando mi stai davanti. Non pensare a te nelle piccole cose. Non spianarti la strada, non prepararti la tavola. Sceglierti per abitudine e non per desiderio, passare davanti al fioraio senza accorgermene. Lasciare i piatti da lavare, il letto da rifare, ignorarti al mattino, usarti la notte. Desiderare un’altra persona mentre ti bacio sulla guancia. Dire il tuo nome senza ascoltarlo, dare per scontato che sia mio diritto pronunciarlo. Oltre la porta c’è il fiume, ci sono le strade; lì saremo noi, e prenderemo il sole sottobraccio. Ora sbrigati, si sta facendo tardi. Non so se questo è un lieto fine, ma eccoci nella piena libertà dei campi. tratto da “Scritto sul corpo”Jeanette Winterson
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