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De: Ver@ (Mensaje original) |
Enviado: 14/11/2014 05:41 |
Questo fiore conserva per tradizione una mesta associazione alla ricorrenza dei Morti che si celebra il 2 novembre di ogni anno.
Ma a dispetto di questo triste abbinamento, l'alone misterioso che aleggia sulle origini di questo fiore e' esattamente l'opposto: la sua maturita' di fiore e' un inno alla vita. Chi ricorda altri fiori che raggiungono la fioritura a fine autunno, quando la stragrande maggioranza dei fiori gia' soccombe alle prime avvisaglie del tardo autunno o dei primi rigori invernali ?
La leggenda cosi' racconta:........
In un piccolo e remoto paesino di campagna, viveva con sua mamma un bambino orfano di padre.
Il suo nome era Cristiano e non aveva mai conosciuto suo papa', morto di una grave malattia prima ancora che nascesse. Viveva con la madre che sgobbava da mattina a sera facendo le pulizie nelle case altrui, stirando i vestiti di alcuni signori del paese, coltivando un piccolissimo orticello a ortaggi e fiori.
La vita per la mamma si era fatta dura dopo la morte del papa', ma nonostante questo non faceva mancare nulla al figlio, a cominciare dall'istruzione e dall'insegnamento di sani principi.
Proprio perche' i soldi non erano tanti, anzi appena sufficienti, il figlio portava indumenti magari rattoppati e lisi dal tempo, ma sempre puliti e decorosi. I pasti , in linea con le scarse disponibilita' economiche della famiglia, erano piuttosto frugali ed in una mutua solidarieta' silenziosa a volte l'uno fingeva all'altro poco appetito per favorire l'altro della propria razione di cibo.
Una zuppa di cipolle era il pasto migliore che potevano permettersi, ma spesso dovevano accontentarsi di un tozzo di pane raffermo che ammorbidivano nell'acqua.
Un'inverno estremamente rigido ridusse a letto la mamma di Cristiano, con l'inevitabile interruzione dell' 'introito di quei pochi spiccioli che la mamma guadagnava. Le medicine di cui necessitava la mamma erano troppo costose per le loro disponibilita' e quantunque il ragazzo s'ingegnasse con piccoli lavoretti e servigi a racimolare qualche spicciolo, questi erano appena sufficienti a garantire un brodo caldo alla mamma e qualche tozzo di pane. Ogni giorno che passava Cristiano vedeva il progressivo deperimento della mamma e gli si struggeva il cuore nel sentire di notte la sua tosse cavernosa ed il suo respiro affannoso.
Una sera terribile di tuoni e lampi, Cristiano senti' bussare all'uscio. Apri' la porta e vide una malmessa vecchietta, tutta inzuppata che si reggeva a stento su un bastone. Senza indugio Cristiano porse il proprio braccio alla vecchietta e la fece accomodare su una sedia vicino al misero fuoco che si sprigionava dal camino. Una volta che la vecchietta fu' riscaldata, Cristiano la porto' vicino al tavolo della credenza e gli porse la sua cena: un piatto di brodo ben caldo ed un tozzo di pane, scusandosi di non poterle offrire di piu'.
Finita la cena, la vecchietta che altro non era che una fata sotto false sembianze, si svelo' al ragazzo:
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Detto questo svani' dalla vista dell'attonito Cristiano, che -dopo l'iniziale sbigottimento- fra lo sbalordito e l'incredulo si precipito' nel piccolo orticello ove colse un fiore che assomigliava ad una dalia dei giorni nostri.
L'ingegnoso fanciullo sapeva il fatto suo e tanto era il desiderio di poter godere della compagnia della mamma per molti altri anni che maturo' il suo disegno: porto' il fiore in casa e con una forbice affilata e mano ferma incise ognuno dei gia' tanti petali del fiore fino ad ottenere tantissime minuscole listarelle. Prima del sopravvento dell'alba, ripose infine nel posto stabilito il fiore, trasformato come la livrea dei nostri attuali crisantemi ricchi di fitti petali ricurvi su se stessi ed infine stanco si addormento'.
L'indomani il fiore era sparito e -come promesso dalla fata- la mamma di Cristiano guari' e godette della vicinanza di Cristiano ancora per moltissimi infiniti anni.
Ecco perche' questo fiore, poi chiamato Crisantemo, a dispetto del suo prevalente uso sulle tombe cimiteriali, rappresenta invece un simbolo di vita e come tale - in ossequio alla leggenda- anche simbolo di 'tenacia' alla sopravvivenza nei rigori climatici stagionali. |
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De: Sontay |
Enviado: 14/11/2014 06:53 |
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De: rom* |
Enviado: 14/11/2014 17:23 |
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Piaciuta
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Oltre che fiore ornamentale, per i popoli di razza bianca il crisantemo
pur vistosissimo è simbolo di mestizia forse perché senza profumo e
rugiadoso, quindi freddo. La coincidenza del periodo della fioritura ne ha fatto il fiore dei morti.
Al contrario, nella Cina e particolarmente in Giappone è simbolo
dell'attività; ricorre infatti non solo come motivo decorativo sulle
ceramiche, sulle lacche, sull'avorio, ma persino sui francobolli
nazionali. Poiché le dimensioni del fiore del crisantemo crescono
coll'aumentare della sua nutrizione, per la maggior ricchezza di linfa
che vi può affluire attraverso il gambo, la sua cultura richiede
continue potature. L'estremità dello stelo, prima della comparsa
delle gemme fiorai i, verrà recisa e le successive potature, oltre che a
foggiare a volontà del coltivatore la forma della pianta, mireranno a
sacrificare le gemme fiorai salvo una per ogni stelo, la quale potrà
cosi svilupparsi in seguito fino a divenire un vistoso fiore.
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