Notturno
Dimmi, t’è mai successo?
Via solitaria a tarda sera,
trentatré passi appena al cancello,
li hai contati. I sensi inquieti. La porta
richiusa, resti tesa.
Penombra concava, paura,
silhouette scura – il sangue
trattiene il fiato, una pietra in gola,
cuore di preda tambura
danza di morte nel petto.
Nella nuca pulsano
oracoli di madre: Non dovresti la sera
uscire sola.
Dimmi, t’è capitato mai
di giocare a dadi con la morte,
quando rientri che è già notte?
Settimana del turno serale.
No, non potevi rifiutare.
Nel silenzio, scalpiccio
vicino, mi volto di scatto -
ho sentito i tuoi tacchi
e non ti vedo. Il buio respira
con affanno. Martellano alle tempie
rimproveri di madre: Non dovevi
uscire sola.
Dimmi, allora, t’è mai successo,
uomo, di avere paura di uno come te?
Giovanna Zunica
Annamaria