18 marzo 2015
Sono fatta così, sono un ariete, sono focosa, impulsiva anche se con il tempo ho imparato a gestirla questa mia impulsività... Ma quando mi trovo di fronte a situazioni spiacevoli di amici o parenti, do' sempre retta al cuore e per chi non mi conosce potrei dare l'impressione di essere arrogante o presuntuosa o addirittura di volere primeggiare... No, no, questa non sono io.
Non ho bisogno di giustificarmi, sto mesi senza scrivere nei vari gruppi, è vero... Se non leggo le persone a cui sono legata, mi interesso di avere loro notizie, nel privato, chiedendo ad altre amiche oppure alla persona interessata se può scrivere. Non si possono giudicare le persone dalla presenza o dalla non presenza, mai mai giudicare, non si sa cosa vivono ogni giorno, le paure, le fatiche, perché no? Le malattie... Nessuno mai può sapere cosa accade nelle varie famiglie. C'è chi preferisce dirlo e chi invece rimane in disparte, non per non fare sapere i propri guai, il più delle volte per evitare di pesare sugli altri e perché no, magari dirlo solo a quelle persone a cui si è più legati e si ha più confidenza, in realtà senza esternare nemmeno il tutto...
C'è un detto che dice: "Aiutati che Dio ti aiuta". Sono così, esterno quando la bufera è passata, oppure esterno nel mio profilo di fb, anche se ora evito di farlo per mille ragioni, troppe cose tristi si leggono, troppe brutte notizie e io sono per l'essere sempre positiva. E poi da quando vado all'ospedale a contatto con i malati terminali, vi garantisco che la mia prospettiva di vita è cambiata, cerco di non lamentarmi più e di guardare sempre chi sta purtroppo peggio di me, non esiste più il mio "io" esistono loro, i loro sorrisi, nonostante stiano male e sapeste quanto mi danno... Mi ringraziano ogni volta ma sono io che li ringrazio per avermi aiutato a vivere e ad apprezzare ogni singola cosa, "ogni singola cosa"!
Sorrido sempre anche di fronte a loro, si accorgono se qualcosa mi turba, soprattutto quando li vedo peggiorati e sapete cosa mi sento dire? "Non essere triste, ho bisogno del tuo sorriso". Non è facile per niente, ma ci riesco e ho scoperto un lato del mio carattere che prima non conoscevo, riesco ad essere un "pagliaccio", si, nel vero senso del termine... Sdrammatizzo, faccio battute, invento storie per aiutarli a stare meglio moralmente. Loro non hanno bisogno di sguardi compassionevoli, certo dipende tanto anche dal carattere della persona che ti trovi di fronte, c'è chi preferisce parlare per ore e quindi hanno bisogno di ascolto, chi vuole le battute, chi invece desidera sapere del mio mondo, dei miei animali, dei miei boschi e così vagano con la mente altrove immaginandomi nel posto in cui vivo.
Mai giudicare dalle apparenze, dalle presenze o non presenze, nessuno sa fino in fondo cosa possono vivere le persone, nessuno per quanto si possa raccontare o dire, la maggior parte di noi racconta quello che vuole fare sapere e non per mancanza di trasparenza, tante volte per dignità, altre per (come dicevo prima) non pesare sugli altri, altre ancora perché semplicemente non se ne ha voglia.
Un vero amico è colui che non giudica ma accoglie, anche dopo anni o mesi di assenza, un vero amico è colui che sa amare incondizionatamente, senza se e senza ma.
Questo il mio umile pensiero.
Buona giornata,
Elena