Buona Pasqua, amiche e amici !
L’aria di Pasqua è sempre tersa e limpida,
al di là del fatto che possa piovere o meno:
è l’idea della Pasqua che ha sempre la meglio,
perché il fatto che la vita possa vincere sulla morte
è una speranza per molti,
un interrogativo per altri,
una scommessa per alcuni.
All’idea di questo nuovo profumo e della vita
che (forse) continua pensa
il poeta portoghese Manuel Alegre che nella poesia
Un profumo di nardo (traduzione di Giulia Lanciani),
parla sì di risurrezione
ma anche dell’incertezza che c’è per il “dopo la morte”:
quel che resta, dice Alegre,
è solo un profumo di nardo, anche per le poesie.
Niente di più.
Chissà!
In verità ti dico:
Non mi aspetto l’eternità.
E so che nessun verso vince la morte
Cerco appena un segno.
Ritmo che mi ridia
l’impercettibile respiro della terra.
Forse i capelli di Maria
sorella di Marta che m’asciugano i piedi.
Perché tutte le poesie sono mortali
e quel che resta è forse
un profumo di nardo.
E niente più.