CARI AMICI
Aprii il mio cuore
come conchiglia
daurora,
ad accogliere pianti
e pene,
scrissi conforti
con lacrime dinchiostro,
su sabbia destate.
Coltivai fiori damore
e daffetto,
su terra
che terra non era,
ma fango lucente,
dove immagini false
ammiccavano amiche.
Oh... cari amici
che amici non siete,
ora,
con lame taglienti
e crudeli,
uccidete quei fiori
dinganno,
e salutate il mio cuore
al tramonto. Giuseppe Romano (el cid)