UN RITAGLIO CASUALE
di Paulo Coelho
Durante un volo da Belgrado a Barcellona, ritaglio un testo dal giornale che sto leggendo e lo infilo in borsa. L’autore è W. Timothy Gallway:
«Quando piantiamo una rosa, notiamo che rimane assopita per lungo tempo nel seno della terra, ma nessuno osa criticarla, dicendo “non ha radici profonde”, “manca di entusiasmo nel suo rapporto con la campagna”.
Al contrario, la curiamo pazientemente, con acqua e concime.
«Quando germoglia la nuova piantina, nessuno pensa di condannarla perché fragile, immatura, incapace di rallegrarci immediatamente con le rose che stiamo aspettando.
Al contrario: ci meravigliamo per il processo della nascita delle foglie, seguito dai boccioli e, il giorno in cui spuntano i fiori, il nostro cuore si riempie di gioia».
«Eppure, la rosa è rosa dal momento in cui mettiamo la talea nel terreno fino all’istante in cui, trascorso il suo periodo di splendore, finisce per appassire e muore.
A ogni stadio che attraversa – talea, germoglio, bocciolo, fiore – esprime il meglio di sé».
«Anche noi, nella nostra crescita e nel nostro continuo mutamento, passiamo per vari stadi: dovremmo imparare a riconoscerli, prima di criticare la lentezza dei nostri cambiamenti».