CITTà DEL VATICANO - I miracoli esistono. Parola di Papa Bergoglio che alla messa celebrata a Santa Marta stamattina ha raccontato ai presenti di essere stato testimone diretto di un evento prodigioso. L’episodio è avvenuto in Argentina, alcuni anni fa: «Mi ricordo una cosa successa nel santuario di Luján» dedicato alla Madonna. Una bambina di sette anni si era ammalata gravemente e i medici non trovavano alcuna soluzione. Anzi, la piccola andava peggiorando sempre di più, sino a quando, una sera, il primario dell’ospedale comunicò ai genitori che purtroppo non c’era più niente da fare e che le rimanevano poche ore di vita.
«Il padre, che era un elettricista, un uomo di fede, sembrava diventato come pazzo dal dolore. E sospinto da quella pazzia quella sera prese l’autobus per recarsi al santuario di Luján, due ore e mezzo strada, oltre settanta chilometri di distanza da Buenos Aires», dove arrivò a notte fonda e si trovò tutto chiuso. «E lui ha cominciato a pregare con le mani aggrappate al cancello di ferro. Pregava e piangeva. E’ rimasto così tutta la notte. Pregava e piangeva». Papa Bergoglio nel suo racconto ha spiegato che quell’uomo stava lottando con Dio. «Lottava proprio con Dio per la guarigione della sua bambina». Alle sei di mattina, sfinito, si recò al terminal per riprendere il bus e tornare indietro. «è arrivato all’ospedale alle nove, più o meno. Ha trovato la moglie che piangeva e ha pensato al peggio: cosa è successo? Non capisco. Cosa è successo? Sono venuti i dottori, gli ha risposto la moglie, e mi hanno detto che la febbre è scomparsa, respira bene, non c’è niente. La terranno ancora solo due giorni. Ma non capiscono quello che è successo».
Insomma un miracolo. Perché — ha commentato il Papa — i miracoli ci sono. «Ma serve la preghiera! Una preghiera coraggiosa, che lotta per arrivare a quel miracolo, non quelle preghiere per cortesia: Ah, io pregherò per te! Poi un Pater Noster, un’Ave Maria e mi dimentico. No! Ci vuole una preghiera coraggiosa, come quella di Abramo che lottava con il Signore per salvare la città; come quella di Mosè che pregava con le mani in alto e si stancava pregando il Signore; come quella di tanta gente che ha fede e con la fede prega, prega».