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De: MOTHERSIXTEN (Mensaje original) |
Enviado: 26/12/2015 08:11 |
BUON GIORNO E BUON SANTO STEFANO .....
e..., in questo immenso silenzio che dilaga per le strade
stamattina, poiche' e' finito lo scampanellio della
novena dell'alba e il tribolare dei preparativi del
primo raund, fondiamo a distanza i nostri pensieri
e attendiamo la fine..... e l'inizio del nuovo anno sperando
che sia per tutti povero nei dispiaceri...... e mandi una
valanga di serenita'......
Annamaria
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De: rom* |
Enviado: 26/12/2015 10:37 |
Santo Stefano primo martire
Lapidarono Stefano mentre pregava e diceva: "Signore Gesù, accogli il mio spirito".
Poi piegò le ginocchia e gridò forte: "Signore, non imputare loro questo peccato". Detto questo, morì.
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La celebrazione liturgica di Stefano è stata da sempre fissata al 26 dicembre, subito dopo il Natale, perché nei giorni seguenti alla manifestazione del Figlio di Dio furono posti nel martirologio i comites Christi, cioè i più vicini nel suo percorso terreno e primi a renderne testimonianza con il martirio. Di Stefano si ignora la provenienza. Si suppone che fosse greco: in quel tempo Gerusalemme era infatti un crocevia di tante popolazioni, con lingue, costumi e religioni diverse; il nome Stefano in greco ha il significato di "coronato". Si è pensato anche che fosse un ebreo educato nella cultura ellenistica; certamente fu uno dei primi giudei a diventare cristiano e a seguire gli apostoli. In ragione della sua cultura e saggezza, e considerata la genuinità della sua fede, divenne anche il primo dei diaconi di Gerusalemme. Gli Atti degli Apostoli, ai capitoli 6 e 7, narrano i suoi ultimi giorni: qualche tempo dopo la Pentecoste, il numero dei discepoli andò sempre più aumentando e sorsero anche dei dissidi fra gli ebrei di lingua greca e quelli di lingua ebraica, perché secondo i primi, nell'assistenza quotidiana, le loro vedove venivano trascurate. Allora i dodici apostoli riunirono i discepoli dicendo loro che non era giusto che essi disperdessero il loro tempo nel “servizio delle mense”, trascurando così la predicazione della parola di Dio e la preghiera. Pertanto questo compito doveva essere affidato a un gruppo di sette di loro, così gli apostoli avrebbero potuto dedicarsi di più alla preghiera e al ministero. Il resoconto negli Atti degli Apostoli prosegue quindi con l'accettazione della proposta: vennero eletti Stefano, uomo pieno di fede e Spirito Santo, Filippo, Procoro, Nicanore, Timone, Parmenas e Nicola di Antiochia; a tutti, gli apostoli imposero le mani. La Chiesa ha visto in questo atto l'istituzione del ministero diaconale. Gli Atti degli Apostoli raccontano quindi come nell'espletamento di questo compito Stefano fosse pieno di grazia e di fortezza, e come compisse grandi prodigi tra il popolo, non limitandosi al lavoro amministrativo ma essendo attivo anche nella predicazione, soprattutto fra gli ebrei della diaspora, che passavano per la città santa di Gerusalemme e che egli convertiva alla fede in Gesù crocifisso e risorto. Verso l'anno 36 gli ebrei ellenistici, vedendo il gran numero di convertiti, sobillarono il popolo e accusarono Stefano di “pronunziare espressioni blasfeme contro Mosè e contro Dio”. Gli anziani e gli scribi, secondo quanto riportato dagli Atti, lo catturarono trascinandolo davanti al Sinedrio e con falsi testimoni fu accusato: “Costui non cessa di proferire parole contro questo luogo sacro e contro la legge. Lo abbiamo udito dichiarare che Gesù il Nazareno distruggerà questo luogo e cambierà le usanze che Mosè ci ha tramandato”. E alla domanda del Sommo Sacerdote “Le cose stanno proprio così?”, il diacono Stefano pronunziò un lungo discorso, il più lungo degli Atti degli Apostoli, in cui ripercorse la Sacra Scrittura dove si testimoniava che il Signore aveva preparato per mezzo dei patriarchi e profeti l'avvento di Gesù, e che gli Ebrei avevano risposto sempre con durezza di cuore. Rivolto direttamente ai sacerdoti del Sinedrio concluse: “O gente testarda e pagana nel cuore e negli orecchi, voi sempre opponete resistenza allo Spirito Santo; come i vostri padri, così anche voi. Quale dei profeti i vostri padri non hanno perseguitato? Essi uccisero quelli che preannunciavano la venuta del Giusto, del quale voi ora siete divenuti traditori e uccisori; voi che avete ricevuto la Legge per mano degli angeli e non l’avete osservata”. Mentre l'odio e il rancore dei presenti aumentava contro di lui, Stefano, ispirato dallo Spirito, alzò gli occhi al cielo e disse: “Ecco, io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo, che sta alla destra di Dio”. A quel punto i presenti lo trascinarono fuori dalle mura della città e presero a lapidarlo con pietre. I loro mantelli furono deposti ai piedi di un giovane di nome Saulo (il futuro "apostolo delle genti", Paolo di Tarso), che assisteva all'esecuzione. In realtà non fu un'esecuzione, in quanto il Sinedrio non aveva la facoltà di emettere condanne a morte, ma non fu in grado nemmeno di emettere una sentenza in quanto Stefano fu trascinato fuori dal furore dei presenti, quindi si trattò probabilmente di un linciaggio. Gli Atti ricordano come, mentre crollava sotto i colpi degli aguzzini, Stefano pregava e diceva: “Signore Gesù, accogli il mio spirito”, “Signore non imputare loro questo peccato”. Gli Atti riportano infine che alcune persone pie lo seppellirono, non lasciandolo in preda alle bestie, com'era consuetudine allora; mentre nella città di Gerusalemme si scatenò una violenta persecuzione contro i cristiani, comandata da Saulo. Tra la nascente chiesa e la sinagoga ebraica il distacco si fece sempre più evidente, fino alla definitiva separazione; la Sinagoga si chiudeva in sé stessa per difendere e portare avanti i propri valori tradizionali; la Chiesa, sempre più inserita nel mondo greco-romano, si espandeva iniziando la straordinaria diffusione del Vangelo. |
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