È pesante!
Si è pesante ritrovarsi in una Natale del 2015.
Tanto pesante.
Perché c’è paura, c’è fragilità.
E tutto da un momento all’altro può esplodere, può venire a mancare.
Gli attentati, e i terroristi, e l’attacco al Papa, e le bombe in san Pietro.
Nulla è più sicuro, neppure i soldi nelle banche,
neanche andare negli ospedali per farsi curare,
neppure affidarsi a qualcuno che ci protegga… niente è più sicuro.
È pesante vivere il natale nel 2015 perché c’è guerra dappertutto..
ma mica solo in Siria, in Africa…
ci sono guerre ovunque e per vederlo basta
che vi ritroviate sulla circonvallazione tra le 17 e le 1930 di sera…
tutti incavolati, tutti contro tutti tra chi strombazza,
chi insulta chi impreca
chi fa manovre allucinanti e poi scappa via
perché deve correre 30 centimetri più avanti…
una vera e propria guerra…
certo senza armi,
ma se ci fossero anche quelle sarebbero state usate.
È pesante vivere dentro questa paura.
Ecco perché c’è il Natale.
Solo che credo che c’è qualcosa che non quadra nel sapiente disegno.
Nella paura si invoca Dio. Nella paura si invoca la forza.
Anch’io spesso mi ci ritrovo dentro.
Per cui aspettavamo uno grande e potente e ci è arrivato un bambino.
Aspettavamo uno che sapesse usare le parole giuste
e ci hanno mandato un bambino che piange tutta notte.
Avevamo chiesto uno forte che se la sapesse cavare
e ci è arrivato un bambino che gli si deve cambiare il pannolino.
Aspettavamo uno che ci avrebbe difeso dalla cattiveria
e ci è arrivato un bambino che si addormenta in braccio di chiunque
dopo aver mangiato.
Allora è qui che ogni Natale sono convinto che c’è qualcosa che non ho ancora capito.
Perché piccolo?
Perché bambino?
Un paio d’anni fa, in famiglia è arrivato l’undicesimo nipote.
Si chiama Simone, è una meraviglia.
Dopo poco tempo sono andato a casa a trovare mio fratello e mia cognata.
Il bimbino dormiva quando sono arrivato.
La sorellina di Simone, Melissa ha 6 anni.
Mi si avvicina all’orecchio e con un sorriso che riempiva tutto il volto
mi svelò un segreto come fa colui che con umiltà dopo tanto tempo
è finalmente riuscito a fare una cosa che desiderava fortemente.
È cosi che a parlare di Dio lo fa chi davvero se ne intende... i piccoli.
Si avvicinò all’orecchio e mi disse
“sai zio, finalmente riesco a tenere in braccio mio fratello!?!”
Finalmente riesco a tenere in braccio mio fratello!
Ecco perché Dio è venuto piccolo! Cosi potevamo tenerlo in braccio.
Cosi poteva stare tra le braccia di tutti.
Tutti potevano tenere in braccio il proprio fratello!
Immaginate per un istante solo di tenere in braccio i vostri fratelli,
immaginate di avere la forza e il coraggio di vincere la pesantezza
e di tenere in braccio il nostro fratello.
Quello che abbiamo in casa che ci rompe,
quello che è nel mio condominio,
quello con cui sono da avvocati da anni per un metro di terra e o per una eredità,
immaginate di tenere in braccio vostra moglie che se ne vuole andare e non amate più,
immaginate di tenere in braccio vostro figlio che non capite,
il vostro datore di lavoro, il collega che vi insulta..
immaginate di tenere in braccio le persone con cui litigate.
Strette forti a voi.
Sarebbe impossibile continuare a litigare.
Capiremmo quanto è ridicolo.
Solo tenendo in braccio, anche se pesante.
E non ci sarebbe più bisogno di fare guerre per riportare la pace,
o di usare armi per ridare la sicurezza.
Tenere in braccio.
Anche se pesante.
Dio si fa tenere in braccio.
Ecco perché bambino.
Davvero per sceglierci cosi, Dio ha capito qualcosa di noi,
che noi non abbiamo ancora capito.
Buon Natale a tutti.
Dal web