Llueve, detrás de los cristales, llueve y llueve sobre los chopos medio deshojados, sobre los pardos tejados, sobre los campos, llueve.
Pintaron de gris el cielo y el suelo se fue abrigando con hojas, se fue vistiendo de otoño. La tarde que se adormece parece un niño que el viento mece con su balada en otoño.
Una balada en otoño, un canto triste de melancolía, que nace al morir el día. Una balada en otoño, a veces como un murmullo, y a veces como un lamento y a veces viento.
Llueve, detrás de los cristales, llueve y llueve sobre los chopos medio deshojados, sobre los pardos tejados sobre los campos, llueve.
Te podría contar que esta quemándose mi último leño en el hogar, que soy muy pobre hoy, que por una sonrisa doy todo lo que soy, porque estoy solo y tengo miedo.
Si tú fueras capaz de ver los ojos tristes de una lámpara y hablar con esa porcelana que descubrí ayer y que por un momento se ha vuelto mujer.
Entonces, olvidando mi mañana y tu pasado volverías a mi lado.
Se va la tarde y me deja la queja que mañana será vieja de una balada en otoño.
Llueve, detrás de los cristales, llueve y llueve sobre los chopos medio deshojados...
Taci. Su le soglie del bosco non odo parole che dici umane; ma odo parole più nuove che parlano gocciole e foglie lontane. Ascolta. Piove dalle nuvole sparse. Piove su le tamerici salmastre ed arse, piove su i pini scagliosi ed irti, piove su i mirti divini, su le ginestre fulgenti di fiori accolti, su i ginepri folti di coccole aulenti, piove su i nostri volti silvani, piove su le nostre mani ignude, su i nostri vestimenti leggieri, su i freschi pensieri che l'anima schiude novella, su la favola bella che ieri t'illuse, che oggi m'illude, o Ermione.
Odi? La pioggia cade su la solitaria verdura con un crepitío che dura e varia nell'aria secondo le fronde più rade, men rade. Ascolta. Risponde al pianto il canto delle cicale che il pianto australe non impaura, nè il ciel cinerino. E il pino ha un suono, e il mirto altro suono, e il ginepro altro ancóra, stromenti diversi sotto innumerevoli dita. E immersi noi siam nello spirto silvestre, d'arborea vita viventi; e il tuo volto ebro è molle di pioggia come una foglia, e le tue chiome auliscono come le chiare ginestre, o creatura terrestre che hai nome Ermione.
Ascolta, ascolta. L'accordo delle aeree cicale a poco a poco più sordo si fa sotto il pianto che cresce; ma un canto vi si mesce più roco che di laggiù sale, dall'umida ombra remota. Più sordo e più fioco s'allenta, si spegne. Sola una nota ancor trema, si spegne, risorge, trema, si spegne. Non s'ode voce del mare. Or s'ode su tutta la fronda crosciare l'argentea pioggia che monda, il croscio che varia secondo la fronda più folta, men folta. Ascolta. La figlia dell'aria è muta; ma la figlia del limo lontana, la rana, canta nell'ombra più fonda, chi sa dove, chi sa dove! E piove su le tue ciglia, Ermione.
Piove su le tue ciglia nere sìche par tu pianga ma di piacere; non bianca ma quasi fatta virente, par da scorza tu esca. E tutta la vita è in noi fresca aulente, il cuor nel petto è come pesca intatta, tra le pàlpebre gli occhi son come polle tra l'erbe, i denti negli alvèoli con come mandorle acerbe. E andiam di fratta in fratta, or congiunti or disciolti (e il verde vigor rude ci allaccia i mallèoli c'intrica i ginocchi) chi sa dove, chi sa dove! E piove su i nostri vólti silvani, piove su le nostre mani ignude, su i nostri vestimenti leggieri, su i freschi pensieri che l'anima schiude novella, su la favola bella che ieri m'illuse, che oggi t'illude, o Ermione
Piove da un'ora soltanto, ma il bimbo pensa che già piove da tanto, da tanto, sopra la grande città. Piove sui tetti e sui muri, piove sul lungo viale, piove sugli alberi oscuri con ritmo triste e uguale; piove; e lo scroscio si sente giungere dalle vetrate, che versano lacrime lente come fanciulle imbronciate. Piove; e laggiù sulla via e in ogni casa, già invade l'intima malinconia di quella pioggia che cade.
“Piove,
senti come piove, madonna come piove, senti come viene giù!”
Eccola!
Finalmente è arrivata!
Ah, l’aspettavo da tanto..
La sento
bussare alla mia finestra, ripetutamente, per invitarmi a partecipare alla sua
danza.
La sento danzare in punta di piedi, quasi per non farsi scoprire; e
d’improvviso si accendono le luci, ed eccola lì, che danza, ininterrottamente,
sotto gli occhi di tutti.
Che bella
che è! è così leggera e allo stesso tempo rumorosa, si muove sinuosamente
accompagnata dal vento che le indica la direzione.
Il suo ritmo che varia continuamente, la sua danza illuminata dai lampi che
squarciano il cielo, il suo profumo che mi penetra nella pelle.. Mi ipnotizza!
C’è chi la
teme, chi corre quando la vede, chi si rifugia in casa e chi, come me,
passerebbe le ore a guardarla.
Delle volte però esagera, è così presa dalla sua danza che provoca disastri,
senza rendersene conto.
Può essere amata, in caso di siccità, o odiata, quando la sua presenza
danneggia chi le sta intorno, ma lei è fatta così, può piacere oppure no, ma di
certo non può cambiare il suo modo di essere.
è così tormentata,
triste e addolorata da far cadere delle gocce anche sul mio viso… Mi trasmette
tutto il dolore che prova, tutta la rabbia che ha contro di noi che facciamo
del male a ciò che lei protegge, e io cerco di farle coraggio invitandola a
danzare per me… Perché quando la guardo, scrollo la testa dai miei pensieri e
mi lascio travolgere dalla sua magia.
Piove da un'ora soltanto, ma il bimbo pensa che già piove da tanto, da tanto, sopra la grande città. Piove sui tetti e sui muri, piove sul lungo viale, piove sugli alberi oscuri con ritmo triste e uguale; piove; e lo scroscio si sente giungere dalle vetrate, che versano lacrime lente come fanciulle imbronciate. Piove; e laggiù sulla via e in ogni casa, già invade l'intima malinconia di quella pioggia che cade.