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◄ ATTUALITA´: Rodolfo Valentino
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Respuesta  Mensaje 1 de 4 en el tema 
De: lucy46  (Mensaje original) Enviado: 06/05/2014 14:42
Rodolfo Valentino, o Rudolph Valentino,
alias Rodolfo Alfonso Raffaello Pierre Filibert Guglielmi di Valentina D'Antonguella
(Castellaneta, 6 maggio 1895 – New York, 23 agosto 1926),
è stato un attore e ballerino italiano del cinema muto.

Fu uno dei più grandi divi cinematografici della sua epoca, noto anche per esser stato il sex symbol di quegli anni, tanto che gli fu affibbiato il soprannome di "Latin Lover". Il suo stile recitativo fu ammirato da altri grandi, tra cui Charlie Chaplin. Secondo di quattro figli di Giovanni Guglielmi di Valentina D'Antonguella, un veterinario ex capitano di cavalleria originario di Martina Franca e da madre francese, Marie Gabrielle Bardin, dama di compagnia della marchesa del posto. Di una bellezza considerata straordinaria, Rodolfo Valentino era dotato di un fascino magnetico ed ambiguo che ne faceva un latin lover e un tombeur de femme quanto mai moderno e differente dai modelli - un po' stereotipati e per certi versi datati - di un Casanova o di un Don Giovanni; sotto questo aspetto fu anche - uno dei primi sex symbol se non addirittura un vero e proprio oggetto del desiderio, destinato al culto di massa.Questo suo fascino - oltre che gli indubbi meriti di attore, in un'epoca in cui il cinema muoveva ancora tutto sommato i primi passi - lo consegnerà alla leggenda. A Castellaneta frequentò le classi elementari per proseguire gli studi  a Taranto, dove si trasferì con la sua famiglia e poi a Perugia, anche in seguito alla difficile situazione che si ebbe dopo la prematura morte del padre, presso l'ONAOSI (Opera Nazionale Assistenza Orfani Sanitari Italiani), dove rimase tre anni. Dal collegio fu radiato a causa della sua indisciplina. Si diplomò a Genova in agraria, nell'Istituto "Bernardo Marsano" di Sant'Ilario ed infine tornò a Taranto. Dopo qualche mese a Taranto partì in vacanza per Parigi. Qui si diede alla vita frivola, ben presto rimase senza denaro e fu costretto a chiedere alla famiglia del denaro per poter tornare a casa. Questa esperienza non fu poi così negativa, poiché affinò le sue doti di ballerino. Ritornato a Taranto decise di partire per l'America per avverare il suo sogno. Nel 1913 si imbarcò sul mercantile Cleveland e raggiunse New York il 23 dicembre dello stesso anno. Nuovamente Rodolfo rimase in breve tempo "al verde" e quindi iniziò ad intraprendere mestieri di fortuna come il cameriere e il giardiniere. Grazie all'amico Domenico Savino, che gli regalò un tight, si presentò al Night-Club Maxim dove riuscì a fare una buona impressione e venne immediatamente assunto come taxi dancer. Con le mance cospicue ricevute dalle signore riuscì a superare il periodo di crisi economica nel quale era incappato. Nel frattempo ebbe dapprima una relazione con la nota ballerina Bonnie Glass. Da questa "relazione" Rodolfo ebbe anche vantaggi economici, poiché fu ingaggiato dalla stessa per cinquanta dollari alla settimana. In seguito Valentino fece coppia con un'altra ballerina, Joan Sawyer, con la quale lavorò per sei mesi. Valentino dopo queste esperienze si trasferì sulla costa occidentale degli Stati Uniti, a San Francisco, dove venne ingaggiato da una compagnia teatrale di operetta. Qui incontrò Norman Kerry, vecchia conoscenza newyorkese che lo convinse a trasferirsi a Hollywood. Qui girò una serie di film di secondo piano da comparsa, prima di interpretare I quattro cavalieri dell'Apocalisse 1921 il film che gli diede il successo a lungo sognato. Al successo arriva anche e soprattutto grazie anche alla sua bellezza e al magnetismo che la sua figura sprigionava. Valentino recitava e dettava la moda (gli abiti alla Valentino, i capelli alla Valentino, gli stivali alla Valentino, e soprattutto lo sguardo alla Valentino). Fu il primo "divo" – o meglio, "iperdivo" maschile del cinema degli albori. Altri suoi film importanti sono Lo sceicco  1921, Sangue e arena  1922, Aquila nera  1925 e Il figlio dello sceicco 1926, in cui impersonava l'eroe romantico e mascalzone, che col suo fascino magnetico ipnotizzava l'attraente protagonista. Si dice che il suo sguardo magnetico incantasse senza possibilità di scampo il pubblico, specialmente quello femminile, che per Valentino stravedeva. Subito dopo la morte della madre (1918) Valentino conobbe la sua prima moglie, Jean Acker, in occasione di una festa danzante. Si sposarono il 5 novembre 1919. Dopo appena un mese i due però si separarono. Grazie al film La signora delle camelie Valentino incontrò Natacha Rambova che sarebbe diventata la sua seconda moglie. La Rambova fu molto importante sia per la sua vita sentimentale che per la sua carriera artistica. A Hollywood era molto apprezzata per gli scenari e i costumi che disegnava. La Rambova era molto ambiziosa e si indignava quando il marito veniva impiegato in ruoli di scarso valore qualitativo. Valentino sposò la Rambova, ma otto giorni dopo il matrimonio, fu arrestato con l'accusa di bigamia, per non aver rispettato una legge californiana che obbligava i divorzianti a non contrarre matrimonio prima di un anno dalla sentenza di divorzio. Un anno dopo i due si sposarono definitivamente.  Nell'ultimo periodo della sua vita Valentino ebbe una relazione con l'attrice Pola Negri.  Rodolfo Valentino entrò a passo di tango nella storia del cinema mondiale e nell’immaginario femminile, consolidando il mito dell’amante latino, del cavaliere senza macchia e senza paura che muore giovane, come tragicamente accadde, a soli trentuno anni, all’apice di un successo per molti versi ancora insuperato. wn, considerata una delle sue migliori interpretazioni, Valentino ritornò ad interpretare lo “Sceicco”, il ruolo che tanto aveva contribuito alla sua immagine. Il figlio dello sceicco amplificato dalla sua scomparsa, a soli trentuno anni, all’apice del successo, diretto da George Fitzmaurice, con Vilma Bánky come attrice protagonista, usci nelle sale il 6 settembre 1926, pochi giorni dopo la morte del suo protagonista, scatenando scene d’isteria collettiva che non hanno più avuto uguali nella storia del cinema statunitense. Molte furono probabilmente anche le relazioni omosessuali di Valentino. I matrimoni lampo con la Acker prima e con la Rambova poi, entrambe vicine al gruppo di donne lesbiche raccolto intorno alla nota attrice Alla Nazimova, furono probabilmente matrimoni di copertura sia per Valentino che per le rispettive mogli. D'altra parte Valentino ebbe diverse relazioni con uomini che contribuirono al suo successo ad Hollywood. Tra queste, quella con il regista de I quattro cavalieri dell'Apocalisse Rex Ingram e con i colleghi Paul Ivano e André Daven. Nessun interprete maschile prima di lui era diventato così famoso a livello mondiale grazie alla settima arte. La sua stella era però destinata a non durare a lungo: si spense infatti all'età di trentuno anni al Polyclinic Hospital di New York, dov'era stato ricoverato per un malore dovuto ad un'ulcera gastrica, di cui soffriva da tempo e ad un'infiammazione dell'appendice. Colpito da un attacco di peritonite e sottoposto ad intervento chirurgico, tutto si rivelò inutile ed alle 12:10 del 23 agosto Valentino morì. Il suo ultimo film, Il figlio dello sceicco, uscì postumo.
Scene di isteria e fanatismo, oltre che una trentina di suicidi – non si sa quanto legati alla sua morte – si registrarono nel giorno dei suoi funerali, a New York. Le sue spoglie furono sepolte nel Mausoleo della Cattedrale all'Hollywood Memorial Park (ora Hollywood Forever Cemetery) di Los Angeles, California. Nella sua città natale sorsero poi il Museo Rodolfo Valentino e una scultura (1961) in maiolica richiama la sua interpretazione nel film Il figlio dello sceicco, a tinte molto forti, dello scultore Gheno. Sul prospetto della casa natale è ricordato mediante un targa bronzea donata da un suo fan club di Cincinnati, Ohio.



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De: Rubacuori Enviado: 06/05/2014 14:58

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De: Rubacuori Enviado: 06/05/2014 15:10
La vera storia di Rodolfo Valentino, il “latin lover” del cinema muto

Simbolo di bellezza per antonomasia, la leggenda di Rodolfo Valentino torna al centro dell'attenzione mediatica per la fiction in cui Gabriel Garko interpreta il suo ruolo. Ma chi era davvero quell'emigrante italiano che conquistò Hollywood e meritò due funerali nel giorno della sua morte?

La vera storia di Rodolfo Valentino

La storia di Rodolfo Valentino è oggi più che mai al centro dell’attenzione del pubblico italiano. L’attore, diventato vera e propria leggenda, il cui fascino è penetrata nel linguaggio comune, è tornato ad essere negli ultimi giorni un argomento di punta sul web e i social network, grazie alla fiction di cui sarà protagonista Gabriel Garko, in onda su Canale 5 giovedì 17 e martedì 22 aprile. E se non bastava questo insieme di elementi a generare un tormentone, negli ultimi giorni si è anche aggiunta la censura da part di Canale 5 rispetto alla scena di nudo integrale di Garko (ecco le immagini di Gabriel Garko senza veli), per la quale il regista della fiction ha minacciato di portare l’ammiraglia Mediaset in tribunale. Ma siccome quando andrà in onda la fiction sarà facile attendersi polemiche sulla verità storica rispettata o meno, proviamo a scoprire meglio chi fu Rodolfo Valentino e raccontare la vera storia di un personaggio che tutti inconsciamente abbiamo citato in vita nostra, senza magari conoscere a fondo le vicende di quello che probabilmente fu il primo sex symbol della storia del cinema
 
.Un mito che nasce in un paesino dell’Italia meridionale
 
Rodolfo Valentino nasce a Castellaneta, in provincia di Taranto, il 6 maggio del 1895. I suoi primi anni di vita sono turbolenti, caratterizzati da vicissitudini familiari controverse, con un padre ex capitano di cavalleria convinto di avere origini nobiliari e sua madre, di origine francese, realmente imparentata con una famiglia piemontese a servizio dei Savoia. E’ nella piccola località pugliese che Rodolfo Valentino frequenta le scuole elementari, per poi spostarsi a Taranto e, successivamente, nel 1906, a Perugia, dove dopo la morte del padre, Rodolfo si ritrovò in un collegio per orfani: qui pare che i compagni lo prendessero paradossalmente in giro per il suo aspetto estetico. E’ a Genova che termina gli studi, per poi dedicarsi alla vita frivola in giro per l’Europa.

Il mito da Parigi a New York

L’ambizione del giovane Rodolfo Valentino si intravede già quando è giovanissimo. Si trasferisce a Parigi dedicandosi alla vita dissoluta e tuttavia dispendiosa, che si dimostra sì costruttiva perché luogo dove Rodolfo perfeziona le sue doti di ballerino, ma allo stesso tempo insostenibile dal punto di vista economico. Quando farà ritorno in Italia dopo alcuni mesi lo farà solo temporaneamente, essendo rimasto vittima del fascino americano dopo aver saputo della fortuna trovata laggiù da un connazionale parente di amici di famiglia, Domenico Savino.
 E’ così che a soli 18 anni decide di partire alla volta di New York, per cercare sorte migliore. Una sorte che arriverà, ma lentamente, visto che nella città sull’Atlantico non trova grande fortuna, ma sole posizioni d’occasione: si salva dal “verde” facendo il cameriere e i giardiniere, prima di trovare lavoro come taxi dancer in un locale proprio grazia a Savino. E’ una cosa che lo introduce naturalmente ad una categoria di uomini e soprattutto donne che noteranno il suo aspetto, la personalità e il carattere di un giovane uomo ambizioso.Il latin lover più amato dalle donne

La fama che l’attore riscosse presso il pubblico femminile

 fu sicuramente la chiave del suo successo, sia perché la sua bellezza spinse un’enorme massa di persone ad innalzarlo a divo indiscusso grazie alla bellezza ed il conturbante savoir faire; dall’altro lato le sue relazioni furono passaggi essenziali per l’avanzamento della sua carriera, trattandosi di donne scrupolose ed attente, ricche ed addentro al mondo dello spettacolo. Tra queste ricordiamo la sua seconda moglie Natacha Rambova, estremamente puntigliosa e sul punto di indignarsi se per un qualsivoglia film suo marito non riceveva la miglior parte possibile. Come altrettanto importante fu la sceneggiatrice June Mathis, colei alla quale fu affidato l’incarico di girare il primo film, quel “I quattro cavalier dell’apocalisse” che permise la spinta alla pallina su un piano inclinato che avrebbe fatto sì la fama di Valentino si incrementasse in maniera vertiginosa, senza arresto, se non quello brusco della morte.

La folgorante carriera nel cinema muto

Tanti i titoli legati al volto di Rodolfo Valentino, ambientazioni varie nelle quali il suo volto e la figura imperante riuscivano a dominare incontrastate: dal già citato I quattro cavalieri dell’apocalisse a La commedia umana, La signora delle Camelie, da Lo Sceicco a L’età di amare, fino a L’Aquila. Sono tutti titoli indissolubilmente legati al volto di un personaggio capace di scatenare folle urlanti di donne come nessun uomo, prima di lui, era riuscito a fare. Una carriera ed una vita vissute ad altissima velocità, interrotte a soli 31 anni da una peritonite, conseguenza dell’aggravarsi di un’ulcera. I medici nulla poterono, dovendo dichiarare un decesso, era il 23 agosto 1926, in grado di generare vere e proprie scene di follia collettiva.La morte di Rodolfo Valentino: due funerali e suicidi di massa
Per comprendere la cifra del personaggio basterà pensare che due furono i cortei funebri per la commemorazione di Rodolfo Valentino, uno a New York, luogo d’approdo della sua vita americana, uno ad Hollywood, dove raggiunse il definitivo successo. Ma quanto più sorprende sono i presunti suicidi a margine della sua morte, non tutti certamente riconducibili ad essa, ma verificatisi nello stesso giorno della sua dipartita: circa 30. Sarebbero necessari questi numeri per comprendere la portata del primo vero mito maschile della cinematografia in senso moderno. E se molti, per alcuni personaggi, continuano a strapparsi i capelli nonostante alla celebrità ci abbiamo fatto il callo, è facile pensare agli effetti devastanti che un fenomeno del genere potesse generare più di un secolo fa.

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De: lucy46 Enviado: 06/05/2017 06:41
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