La vicenda unica dell'Annunciazione a Maria di Nazareth (Lc 1,26-37) ha molto da insegnarci su cosa possa scaturire dall'incontro tra il Signore ed una sua creatura. Tale annuncio, che è come uno spartiacque nella storia della salvezza, è il modo nuovo che Egli inaugura per rapportarsi con le persone.
Un incontro unico
Maria e Nazareth: nomi accomunati dalla caratteristica di un'apparente insignificanza, a riprova del fatto che Dio ama incontrare ciò che è piccolo, sconosciuto. Questo privilegio fa parte della sua misericordia. Proprio in quel luogo, proprio per quella giovane donna, l'incontro è segnato da un saluto del tutto speciale: "Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te". Ci troviamo ad un livello di saluto profondo che rinsalda il cuore e squaderna orizzonti nuovi. Il Signore sta dicendo a Maria di averle dato la sua grazia, vale a dire la totalità dei doni che una volta ricevuti non lasciano come prima, ma trasformano, fanno nuovi, abilitano a compiere quanto Lui stesso chiede. Maria percepisce la grandezza dell'incontro, per questo è "turbata": di cosa sarà portatore quell'incontro e saluto? Ella sente il bisogno di riservarsi un tempo. Scrive bene l'Evangelista appuntando che la Vergine non risponde immediatamente, ma invoca per sé un tempo di prolungata riflessione, come se si raccogliesse in un dialogo amoroso col suo Signore.
Un incontro che crea sconcerto
Attraverso il suo Angelo, è Dio in persona che viene nuovamente incontro a Maria, mostrando un'iniziativa che non la schiaccia, ma la corrobora. Le assicura di essere al suo fianco e di averle già garantito la sua grazia perché possa concepire un figlio, darlo alla luce e chiamarlo Gesù (cfr. il v. 31): egli "Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo". L'Angelo parla dando compimento alle profezie di Isaia (7,14) e di Natan (2Sam 7,12-16): il re che doveva discendere dalla casa di Davide, sta per venire nel mondo! Dio, che non poteva prima essere neppure visto, sta per essere concepito. La promessa si fa ora realtà per la nostra salvezza. Il Signore garantisce, spiega, e Maria, così come è proprio di un incontro, senza voler oscurare l'iniziativa del suo Dio, chiede spiegazione: "Come avverrà questo?". Non pare proprio di poter leggere in ciò una qualche difficoltà da parte sua, quanto piuttosto l'esplicitazione di un sentimento di totale spoliazione di sé per amore: Dio crea sconcerto anche in chi lo accoglie e decide per Lui!
Il frutto dell'incontro
Il dialogo, nota tipica di questo incontro, continua. Il Signore mediante il suo Angelo delinea ora la potenza della propria azione che si compirà per mezzo dello Spirito Santo, che è Spirito creatore e datore di vita; è la sua onnipotenza creatrice che avvolge di sé una creatura! Come unico è l'intervento dell'Onnipotente nella vita della donna di Nazareth che per sempre sarà detta beata, altrettanto unica è la santità del Bambino promesso: Santo è il nome di colui che nascerà, perché costui è Dio stesso che si fa uomo. Il Signore crea in Maria un cuore immune da ogni macchia: ora in quel cuore purissimo Egli chiede, non impone, di poter porre la propria dimora, riversando lì tutto il bene che serbava in cuor suo. Di fronte alla richiesta del Signore, Maria "piena di grazia" si proclama sua "serva" e dichiara completa disponibilità: "Avvenga per me secondo la tua parola". Ecco come si conclude questo incontro che non smette di sorprenderci, malgrado lo conosciamo quasi a memoria! A quel meraviglioso "Voglio" di Maria, Dio scende in lei con la forza dello Spirito Santo, la rende feconda ed esaltandone la verginità la rende Madre del Cristo. A tanto Ella arriva perché permette al Signore di incontrarla e perché ascoltandolo entra in intimo dialogo con Lui! L'ascolto e la pratica della Parola, fanno sì che ogni suo incontro non rimanga infruttuoso. In Maria il frutto è ineguagliabile: è Gesù, il Frutto Benedetto del suo grembo.
Autore: Marco Rossetti sdb