IL MARTIRIO DI SANTA BARBARA
La vergine Barbara venne condotta, per volontà del padre Dioscuro che di fatto la ripudiò per aver abbracciato la fede cristiana, davanti al Prefetto Marciano il 2 dicembre 290.
Dal Prefetto la fanciulla "fu allettata con mille lusinghe ad abiurare la fede di Gesù Cristo, ma riuscendo vano ogni suo tentativo, la fece battere e lacerare per tutto il corpo e richiudere di nuovo in carcere".
Qui nella notte il Signore inviò un suo angelo a rincuorare Barbara e guarire le sue piaghe.
Il giorno successivo la fanciulla fu di nuovo tradotta dinanzi al Prefetto il quale continuò a pretendere l'abiura.
Barbara continuò a rifiutarsi di rinnegare la sua fede e di nuovo fu sottoposta a inenarrabili tormenti fisici.
Le furono lacerate le carni da unghie ferrate e da uncini acuminati; le furono bruciati i fianchi con tizzoni ardenti; fu appesa ad un tronco per i piedi, colpita alla testa con mazze e bastoni (malleo super caput eius cedi), rotolata su uno strato di aguzzi cocci di vasi, distesa su lamine roventi.
Poi fu denudata e percossa a sangue (presesiussit expoliari eam et carnes eius nervis taurinis discerpere et cilicinis testis defricare quae illa sunt ei plagae ita ut omne corpus eius inquinaretur sanguinibus) e tormentata dalle fiamme (iussitlampades ardentes applicare ei).
Infine le furono recise le mammelle (iussit impius preses gladio abscidi mamillas eius) e quindi, cosi straziata, fu esposta al pubblico ludibrio e frustata (iussit impius preses nudam eam circuire omnem regionem illam et plagis inferentes flagellari eam).
Prima di emanare la sentenza di morte, il Prefetto volle infliggerle l'offesa più infamante, la più cocente fra le ingiurie.
Proprio perché aveva colto bene il valore che Barbara attribuiva alla verginità e alla castità, inveì sul punto in cui la vittima era più sensibile: il pudore.
E la espose al ludibrio del popolo affinché la schernisse e la ridicolizzasse, condannandola ad essere condotta nuda per le strade e sottoposta al dileggio dei passanti.
Dolcissimo è l'episodio della fanciulla che supplica il Signore di coprire le sue nudità: Dominetege nudatum corpus meum ut non videatur a virorum impiorum oculis.
E ancora una volta l'Onnipotente, misericordiosamente interviene e copre quelle carni martoriate sottraendole agli sguardi impudichi, inviando una schiera di angeli che la ricoprono con candidi veli (Et haec dicente ea, venit Dominus super currum cherubym et mittens angelum suum qui operuit eam stolam candida).
Altre biografie invece parlano che il Signore oscurò il cielo con nubi grigie e dalla terra fece alzare la polvere che creò un effetto nebbia al passaggio della povera Barbara.
A questo punto Marciano il 4 dicembre, decretò la decapitazione di Barbara, incaricando il padre di eseguire, lo stesso giorno, la tremenda condanna a morte.
La giovane martire, nell'imminenza del supremo sacrificio, pregò Gesù: "...tu che tendesti i cieli e fondasti la terra e rinchiudesti gli abissi, il quale comandasti ai nuovi che piovessero sopra i buoni e sopra i rei, andasti sopra il mare e riprendesti il tempestoso vento, al quale tutte le cose obbediscono, esaudisci per la tua misericordia infinita la orazione della tua ancilla... Pregoti Signore mio Gesù, se alcuna persona a tua laude farà memoria di me e del mio martirio,... mandali grazia per la tua misericordia"...
Quando il padre ebbe finito di far passare la lama della spada sul collo della figlia Barbara, un fulmine vendicativo, scagliato dal cielo, lo colpì, provocandone la morte immediata, e di fatto polverizzando le sue carni, disperse al vento, affinché non ne rimanesse traccia alcuna..
Da sempre la Chiesa ha indicato Santa Barbara, in quanto ha dimostrato la serenità del sacrificio di fronte al pericolo senza possibilità di evitarlo, come Celeste Patrona di "coloro che si trovano in pericolo di morte improvvisa".