dal Vangelo di Matteo (Mt 17, 1-9)
«Il suo volto brillò come il sole»
L’esperienza spirituale della Trasfigurazione, vissuta da Pietro, Giacomo e Giovanni, si ripete per ogni discepolo che si lascia condurre dallo Spirito in disparte, «su un alto monte», lontano dal chiasso del mondo, soprattutto in questo tempo (kairòs) di Quaresima. Il monte è infatti il luogo simbolico della preghiera, perché il monte unisce la terra al cielo, l’uomo a Dio, e la preghiera è il luogo dove possiamo contemplare il Risorto nelle sue vesti candide come la luce. Il monte è ancora il luogo della meditazione delle Scritture, dove l’intelligenza comprende la perfezione del Vangelo di Gesù che porta a compimento la Torah, la Legge e i Profeti, rappresentati da «Mosè ed Elia che conversavano con lui». Sul monte, inoltre, viviamo già una porzione di cielo e nell’estasi della contemplazione ripetiamo con Pietro: «Signore, è bello per noi essere qui!». La visione ha fatto perdere a Pietro il senso della realtà lasciandogli solo nell’animo un grande desiderio di protrarre lo stato di beatitudine celeste nel quale sta vivendo. Infine la voce teofanica che consacra Gesù ha valore testimoniale per tutta l’umanità: «Ascoltatelo!» –, ordina la voce. Ascoltatelo, mentre vi dice: «Vi ho dato l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi» (Gv 13, 15).