San Maurizio e compagni
Martiri della Legione Tebea
Agaunum (Saint-Maurice-en-Valais), Svizzera, 287 circa
Etimologia: Maurizio = figlio di Mauro, dal latino
Il Martyrologium Romanum cita in data odierna i santi Maurizio,Candido, Essuperio, che con i soldati loro compagni ed il veterano Vittore affrontarono il martirio in odio alla loro fede. Per meglio comprendere, occorre però ripercorrere brevemente la vicenda della celebre Legione Tebea, alla quale la pietà popolare ha sempre riservato una particolare devozione.
La leggenda della Legione Tebea
La fonte principale e storicamente più attendibile pervenutaci circa San Maurizio e la celebre Legione Tebea da lui capeggiata è costituita dalla “Passio martyrum Acaunensium”attribuita a Sant’Eucherio di Lione. La versione che ci è stata tramandata risale solo al IX secolo, ma il santo vescovo lionese citava già la sua opera in una lettera indirizzata al vescovo Salvio verso il 440, affermando che a quel tempo latradizione orale in merito era già attestata da almeno unsecolo. Dal racconto orale di San Teodoro (detto anche Teodulo) di Octoduro, primo vescovo del cantone svizzero del Vallese nel IV secolo. Questi importò la leggenda dall’Oriente, in base a cui Maurizio fu martirizzato con i suoi soldati. Secondo la narrazione di Eucherio, l’imperatore romano Massimiano guidò un esercito per contrastare una rivolta fomentata da un gruppo di galli, i bagaudi, e giunto nei pressi di Octodurum (odierna cittàsvizzera di Martygny), oltre il passo alpino del Gran San Bernardo,diede ordine ai suoi uomini di compiere un sacrificio in onore degli dei per impetrare da loro il successo della spedizione in corso. Un’unità dell’esercito imperiale era appunto la famigerata legione Tebea, i cui membri come dice il nome erano stati reclutati nell’Egitto settentrinale ed erano di religione cristiana. Questi valorosi seguaci di Cristo, senza eccezioni,rifiutarono fermamente di sacrificare a degli dei pagani in cui non credevano e si ritirarono dunque nella vicina Agaunum (odiernaSaint-Maurice-en-Valais), guidati dal loro “primicerius” e portavoce Maurizio. L’imperatore li invitò ripetutamente invano a tornare sui loro passi ed infine ordinò la loro decimazione. Ma i soldati, incoraggiati da Maurizio e dagli altri ufficiali, furono irremovibili dalla loro decisione sino alla fine.Conclusasi tale violenta persecuzione pare fossero stati uccisi ben 6600 soldati. Il Martyrologium Romanum,nella sua ultima edizione, si limita a citare esplicitamente i nomidi Maurizio, Candido, Essuperio e del veterano Vittore, quest’ultimo forse proveniente da un altra legione ma ucciso anch’egli in quanto dichiaratosi cristiano. Maurizio ed i suoi compagni avevano comunque scritto all’imparatore una lettere onde spiegargli le valide motivazioni della loro ribellione: “Siamo tuoi soldati, ma anche servi di Dio, cosa che noi riconosciamo francamente. A te dobbiamo il servizio militare, a lui l’integrità e la salute, da te abbiamo percepito il salario, da lui il principio della vita. Metteremo le nostre mani contro qualunque nemico, ma non le macchieremo col sangue degli innocenti. Noi facciamo professione di fede in Dio Padre Creatore di tutte le cose e crediamo che suo Figlio Gesù Cristo sia Dio. Siamo stati spruzzati dal sangue dei nostri fratelli e commilitoni, ma non ci affliggemmo,alzammo le nostre lodi perchè erano stati ritenuti degni dipartire per il loro Signore Dio. Ecco deponiamo le armi preferiamo morire innocenti che uccidere e vivere colpevoli non neghiamo di essere cristiani perciò non possiamo perseguitare i cristiani”. Comunque, anche se inumeri citati paiono esagerati ed alcuni dettagli della leggenda furono aggiunti nel V secolo, sembra effettivamente essersi verificato un effettivo spargimento di sangue cristiano alla base della tradizione.