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arte: L''ENIGMA DELLA PRIMAVERA....
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De: liberidivolare  (Mensaje original) Enviado: 13/11/2008 13:59

 

L'ENIGMA DELLA PRIMAVERA....

Commissionata al pittore fiorentino intorno al 1478, "La Primavera" è il più celebre dipinto mitologico del Quattrocento, ma anche una delle creazioni più misteriose del Rinascimento, dato che la sua origine e il suo significato ancora ci sfuggono, malgrado le numerose ipotesi proposte.
Nel 1498, pochi anni dopo la sua realizzazione, la tavola ornava un letto in un palazzo fiorentino del giovane Lorenzo di Piefrancesco de' Medici, nipote del Magnifico. Sessant'anni più tardi, vedendola nella villa medicea di Castello, Giorgio Vasari ne descrisse il soggetto in un passo de "Le Vite", dal quale fu poi desunto il titolo tradizionale dell'opera: "... un'altra Venere, che le Grazie la fioriscono, dinotando la Primavera: le quali da lui (Botticelli) con grazia si veggono espresse". Commissionata al pittore fiorentino intorno al 1478, "La Primavera" è il più celebre dipinto mitologico del Quattrocento, ma anche una delle creazioni più misteriose del Rinascimento, dato che la sua origine e il suo significato ancora ci sfuggono, malgrado le numerose ipotesi proposte.
Nel 1498, pochi anni dopo la sua realizzazione, la tavola ornava un letto in un palazzo fiorentino del giovane Lorenzo di Piefrancesco de' Medici, nipote del Magnifico. Sessant'anni più tardi, vedendola nella villa medicea di Castello, Giorgio Vasari ne descrisse il soggetto in un passo de "Le Vite", dal quale fu poi desunto il titolo tradizionale dell'opera: "... un'altra Venere, che le Grazie la fioriscono, dinotando la Primavera: le quali da lui (Botticelli) con grazia si veggono espresse".

Ad ognuno il proprio nome

Nella composizione sono raffigurati nove personaggi posti davanti a un boschetto ombroso, allineati in un prato punteggiato da decine di fiori diversi, a imitazione degli arazzi fiamminghi, cosiddetti millefiori, all'epoca diffusi come arredo nelle case aristocratiche fiorentine.
L'identità delle nove figure è stata ormai definitivamente accertata. Al centro della composizione Venere stende la mano verso le tre Grazie che danzano coperte di veli trasparenti. Sulla destra Zefiro, il vento della primavera, agguanta la ninfa Cloris che, impaurita, tenta di sfuggirgli, ma diverrà sua sposa e cambierà il suo nome in Flora, dispensatrice di fiori: è lei la figura dalla splendida veste bianca decorata di corolle. Dall'alto Cupido alato scocca uno strale infuocato, mentre all'estrema sinistra Mercurio, assorto, volgendo le spalle agli altri personaggi, tocca (indica? disperde?) le nuvole col caduceo.
Ogni personaggio, dunque, è stato individuato, ma dare un nome a tutte le figure non significa aver risolto il problema iconografico. Qual è, infatti, il senso complessivo del quadro? Cosa accomuna e collega le nove figure?

Ma che cosa significa?

Il primo che tentò di risolvere il problema fu lo studioso tedesco Aby Warburg. Egli ipotizzò che un titolo più calzante per il dipinto potesse essere il "Regno di Venere", poiché nella tavola sono riunite figure mitologiche che generalmente sono associate alla dea, la quale è anche la divinità della primavera. L'inglese Charles Dempsey, invece, pensa che il quadro sia la raffigurazione non solo della stagione primaverile, ma anche dei tre mesi di cui essa è composta: il mese dei venti, marzo, sarebbe simboleggiato da Zefiro-Cloris-Flora; Venere, Cupido e le Grazie alluderebbero ad aprile, il mese dell'amore; mentre Mercurio rappresenterebbe maggio, dato che il nome di tale mese derivò anticamente da quello di Maia, madre di Mercurio.
Altri studiosi hanno cercato figure storiche nascoste sotto i panni mitologici e così sono stati fatti i nomi di dame fiorentine per Flora e le tre Grazie. Altri ancora hanno ipotizzato spiegazioni di tipo filosofico. Il critico d'arte tedesco Erwin Panofsky, per esempio, ricordando i diversi tipi di Amore e le relative Veneri del Neoplatonismo, ha contrapposto la Venere celeste raffigurata nella "Nascita di Venere" - altro capolavoro del Botticelli - alla Venere terrena de "La Primavera". Lo storico dell'arte austriaco Ernst Gombrich, invece, ha interpretato il quadro come la raffigurazione della Venus-Humanitas, figura che il filosofo Marsilio Ficino raccomandava come guida spirituale in una lettera al giovane Lorenzo di Pierfrancesco de' Medici, probabile destinatario del quadro.

 

"La Primavera", dunque, è la visualizzazione di un dogma filosofico? È la rappresentazione di un ideale paradiso umanistico, immerso nella natura e abitato da un'umanità eternamente giovane e bella? È la raffigurazione di un complesso messaggio simbolico? Oppure rappresenta semplicemente - secondo un'opinione oggi poco seguita - una mascherata di giovani fiorentini in una festa dell'epoca?
Il mistero intorno a questo straordinario dipinto è ancora fitto.

DAL WEB - IMPAGINAZ. ORSO



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