IL MISTERO DEL PRINCIPE E DELLA CAPPELLA DI SANSEVERO
CHI ERA IL PRINCIPE DI SANSEVERO?
Il personaggio di questo racconto fu ed ancora è considerato stregone, diavolo, folle omicida.
In realtà era persona di grande acume ed intelletto quando da giovane nel 1744, per esempio, in qualità di colonnello del reggimento di Capitanata liberò, alla testa delle sue truppe, la città di Velletri che era stata occupata dall’esercito del generale austriaco Lobkowitz. Questo permise di conquistare Napoli a Re Carlo e creare la dinastia dei Borboni di Napoli.
Lui era odiato dai suoi rivali anche per questo motivo.
Forse anche per questo, nella parte ignorante dell’aristocrazia napoletana si diffusero le dicerie malevoli su riportate dicendo, anche se in modo leggermente folkloristico che: “Nonostante abbia tolto il disturbo da oltre due secoli, ancora oggi a Napoli, quando lo sentono nominare c'è chi si fa furtivamente il segno della croce.”
Lo immaginate chi passa davanti all’antica dimora di famiglia che compie questo gesto nella Napoli moderna e attuale? Manca solo il rito scaramantico!
In verità, la sua presenza a Napoli non è ingombrante più di quella di tanti altri personaggi che furono dediti ad attività d’Alchimia ed Essoterismo in altri luoghi d’Italia. La sua leggenda nasce da verità scomode, ma vedremo che il personaggio resta interessante ed anche affascinante quando sarà levato il velo della leggenda e di lui resta la storia, la sua vita anche se costellata da scelte che possono parere oltraggiose e folli e probabilmente lo sono in parte.
Dopo la scoperta di numerosi documenti (tra cui molti autografi del Principe), si ripresenta all'attenzione come un uomo dalle notevoli conoscenze, uno scienziato, inventore di particolari macchine idrauliche e pirotecniche, un uomo di vasta cultura: era un alchimista. Presso l'Archivio Notarile di Napoli sono stati rinvenuti alcuni documenti, tra cui il testamento olografo, mentre altri sono stati ritrovati presso una Collezione privata ed il lavoro è stato portato avanti dalla studiosa Clara Miccinelli.
Il Principe unificò le Logge Massoniche napoletane sotto un unico indirizzo, quello Scozzese. Qualche suo biografo gli attribuisce l'immissione in Italia della Massoneria stessa, ma questo non corrisponde al vero. Così facendo, le sue propagandate idee di Libertà e di rinnovamento, finiranno per ridursi però ad un’Elite esclusiva, con l'introduzione degli Alti Gradi (previsti dal Rito Scozzese).
Vi appartenevano i personaggi dei ceti più alti: le classi nobiliari, militari, ecclesiastiche e perfino di Corte."I fondamenti egualitari e libertari a cui si erano ispirate le prime logge napoletane della Massoneria Inglese, erano quindi fagocitate dalle pratiche occultistiche e alchemiche a cui erano iniziati i "fratelli"...". Nello 'Statuto' scritto di suo pugno, all'art. 12 si definisce la somma di 40 ducati d'oro (più tre mensili per ogni adepto) da versare all'atto dell'iscrizione, quindi una cifra che non molti potevano permettersi. L'art. 8 imponeva l'elezione ad 8 Eletti per la Loggia dei Gradi Superiori, più naturalmente la figura del Gran Maestro, quindi 9 e questo ricorda i primi fondatori dell'Ordine del Tempio (i Nove Cavalieri Templari).
G. C. Lacerenza ci descrive il 'messaggio' che Raimondo dè Sangro ha voluto trasmetterci." Trovare la pietra, nascosta nella luce, sublimando la luce nascosta. Quanto ai modi per realizzarlo, egli con la sua consueta liberalità ha voluto benevolmente indicarceli nella sua Cappella gentilizia, per il disinganno e l'educazione degli animi volti ad ottenere il completo dominio sul proprio destino, esponendone i misteri con sincerità e zelo; anche un pizzico di pudicizia, però, velata".
Testi da vari siti web coordinati dall'Orso...
musica del coevo LULLY...
continua...