(Utile però a farci riflettere ancor oggi)
- A proposito dello scorrere del tempo...
tema da cui spesso siamo attratti...
ecco come ne parlavano gli antichi... -
(
new age)
L'Uomo, il senso della caducità e della brevità dell'esistenza, con l'imperturbabile e ciclica Natura sullo sfondo, sono i protagonisti di una bellissima elegia di Mimnermo, in cui il poeta greco dipinge, toccando vette di intensissima drammaticità (riprese poi da Leopardi, frammento XLI dai Canti) tutta la fragilità dell'esistenza umana:
La giovinezza Ma la giovinezza onorata è cosa di breve durata come un sogno: e la vecchiaia sgradevole ed informe subito incombe sul capo, nemica e allo stesso tempo senza onore, la vecchiaia che rende l'uomo irriconoscibile ed annebbia gli occhi e la mente avvolgendoli. |
Noi, quali le foglie che la primavera, stagione ricca di fiori, produce, quand'ecco che crescono ai raggi del sole: simili a queste per il tempo di un cubito dei fiori della giovinezza possiamo godere, ignorando da parte degli dei sia il bene che il male. Vicine dimorano le Sorti nere, l'una che tiene il termine della vecchiaia penosa, l'altra della morte. Ma quando questo termine di stagione è trascorso, subito l'essere morti è meglio della vita: molti sono i mali nell'animo, talora i beni si dilapidano, ed i prodotti della povertà ci affliggono; uno sperimenta la mancanza dei figli, e scende sotto terra nell'Ade desiderandoli con tutto il cuore; un altro è consumato da una malattia che gli ruba l'animo; non esiste alcun mortale cui Zeus non dia molti mali". (Leopardi)
IL TEMPO... L'OSSESSIONE DI ORAZIO
Il tempo è l'ossessione di Orazio , che, in questi versi, ricorda come breve sia la vita dell'uomo prima che la vecchiaia e poi la morte lo colgano:
"Ohimè, Postumo, Postumo, gli anni si dissolvono fuggendo via a tradimento e la pietà non riuscirà a ritardare le rughe e la vecchiaia che incombe e la morte indomabile". |
E ancora, nello stesso carme, per rafforzare questa idea con un'immagine viva e dunque di intensa drammaticità, il poeta riprende:
"Il tuo erede, più degno di te, si prenderà le anfore di Cecubo che cento chiavi proteggono e di vino superbo colorerà il pavimento, un vino migliore di quello delle cene dei pontefici". |
Nello spreco che altri faranno di quanto faticosamente (e vanamente, perchè dalla morte e dall'oblio non c'è scampo) noi abbiamo accumulato c'è tutta la disperazione del poeta, che infatti, nel suo anelito di immortalità, nel suo desiderio di lasciare di sè memoria imperitura, affida le sue opere ai posteri.
dal web - impaginazione Tony Kospan - continua