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incontridipoesia: OLIVETO CITRA INCONTRO CON LA POESIA - 5° POETA... ANZI POETESSA...
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De: liberidivolare (Mensaje original) |
Enviado: 02/01/2009 11:03 |
OLIVETO CITRA INCONTRO CON LA POESIA MARYANN MAZZELLA Eccoci al quinto poeta ... per meglio dire... si tratta di una poetessa... Maryann Mazzella da Eboli L'ho conosciuta solo ascoltando le sue poesie... che sembravano sgorgare dal suo cuore... tanto i versi erano densi... di umori... di sensazioni... di riflessioni... Non ho pertanto potuto conoscere altro di lei... ma penso che davvero le sue poesie parlino per lei... IO SONO Maryann Mazzella Io sono l’anguria spaccata che illividisce, il tamburo a sonagli pulsato dalla mano invisibile del Tempo, la follia errante dei si e dei no, la carne e il pensiero, la dimenticanza e il ricordo, la terra e l’etere. Io sono lo stanco sospiro del dio smarritosi nell’intrico della natura, barlume onirico, a volte realistica tela di vita. Io sono lo spirito verde della natura, il dubbio dell’essenza, il mesto attimo della comprensione umana. Io sono il vento vuoto e ricco, il grido del bambino nel primo mattino, l’uccello sempre in volo e sempre attaccato alla terra. Io sono il blu ubriaco di calore estivo, che ha perso ogni speranza di diventar rosso, il verme che nuota nell’atonìa melmosa di questo mondo che vive e muore. Io sono solamente una donna.
| | | | Ascoltiamo ora se ci va un'altra musica per flauto... per immergerci (e per chi c'era... per tornare ad immergerci) nell'atmosfera della serata di poesia... musica e cultura nel castello... di Oliveto Citra... Maryann Mazzella CONFESSIONE Maryann Mazzella L’urlo grigio dei cani, compagno della mia solitudine, trapassa i cristalli della notte. Ho respirato lunghe stagioni di silenzi. Lontano nel tempo, infuocato giorno d’estate, andavamo Ilia ed io, sospesi tra lame di mare e di sole. E nel rauco grido del falco ferito che gettava via con ira la sua anima dall’alto picco fummo morte, canto e luce. Era il delirio dei vent’anni. Ora, croce del tempo passato, solo memorie mi avanzano e gabbiani che devono in larghe folate spazi incolori. Posso comunque cantare con penna di sangue e di fango. Altri hanno penna leggera e scorrevole che non fa storie per scrivere. E sono invidiosa dei facili canti che non conoscono il pianto, perché troppo spesso nella biblioteca della vita ho sfogliato i volumi del dolore. Sotto i ponti del Tempo scorrono i giorni, l’uragano soffia tra i pini, la Morte svanisce con l’uomo. | | | | CONTINUA... |
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