GRANDI FOTOGRAFI
SEYDOU KEITA
RITRATTISTA DELL'ANIMA AFRICANA
Seydou Keita è nato nel 1923 a Bamako. Cominciò a fotografare nel 1945, ritraendo i propri familiari e sviluppando l e istantanee presso il laboratorio di Pierre Garnier.
Nel 1949 apre il suo studio e con una macchina acquistata d'occasione e pochi accessori fotograferà fino agli anni '70.
Dal 1962 al 1977 lavora per l'amministrazione dello Stato, come fotografo per la Sicurezza nazionale, anche se oggi non risulta alcuna documentazione di quel periodo.
Keita non ha mai lasciato Bamako, dove risiede tuttora, curando e conservando il suo grande archivio di negativi, da quando, nel 1977, ha lasciato l'attività.
Seydou Keita è forse il più grande tra i fotografi di studio africani. Ciò che colpisce nelle sue fotografie è la grande abilità compositiva: le pose dei soggetti ritratti, gli accessori, sempre decisivi nel caratterizzare ogni singolo scatto, e gli sfondi, semplici ma inconfondibilmente maaliani, sono gli elementi che rendono unica l'opera di Keita, uno spaccato sociologico e antropologico del Mali che non ha sicuramente eguali.
La tecnica usata prevalentemente da Keita per lo sviluppo fotografico è quella della gelatina e dei sali d’argento, che permette un passaggio netto dal bianco a nero, donando nitidezza e contrasti molto netti alle immagini.
Egli cerca di immortalare in “stile esplicitamente africano” i soggetti fotografati, li inserisce in scenari particolari ed estremamente rappresentativi della cultura e del modo di vivere africani. Le figure vengono spesso ritratte come modelli ideali per la collettività, leggermente sospesi al di sopra del quotidiano.
I singoli o i gruppi di persone che vengono immortalati negli studi fotografici di Bamko, desiderano fermare un'immagine ideale di se stessi, ed è per questo che sono spesso accostati ad oggetti ed abbigliamenti che non rappresentano affatto la vera quotidianità. La realtà è volutamente tenuta fuori da questo tipo di espressione artistica, ciò che si desidera comunicare è fondamentalmente un messaggio simbolico esplicitato dall’utilizzo di particolari fondali con stampe bicromatiche, costumi, accessori e posture che rimandano ad uno specifico spaccato socio-culturale: quello di una società investita dai mutamenti, una borghesia africana nascente, l’arrivo della modernità e la contraddizione tra voglia di occidente e modernità e rispetto delle tradizioni locali .
ECCO ALCUNE ALTRE SUE FOTO