L’origine del corallo è stata per secoli avvolta nella leggenda:
Ovidio nelle “Metamorfosi” e Plinio il vecchio nella “Naturalis historia” riconoscono al corallo la stessa genesi mitica;
il sangue che continuò a gocciolare dalla testa recisa della gorgone Medusa, si trasformò in corallo.
Il suo colore caldo e vivo, l’origine marina, la sua natura ambigua devono aver fortemente impressionato i primi popoli del bacino del Mediterraneo che hanno così iniziato a lavorarlo e a farlo conoscere in tutto il mondo.
Il corallo propriamente detto è un celenterato ottocorallo dell’ordine dei gorgonacei, caratterizzato da uno scheletro calcareo ramificato, colorato più o meno intensamente di rosso, per la presenza di sali di ferro, e ricoperto da uno strato di tessuto molle denominato sarcosoma.
Nel sarcosoma si osservano molti polipi provvisti di otto tentacoli ramificati e contrattili,
molte piccole spicole calcaree, rosse e un fitto reticolo di canali che collegano i singoli polipi.
I coralli si riproducono per mezzo di piccole larve ciliate, natanti e vermiformi che, trascinate dalle correnti, si fissano alle pietre, dove ciascuna dà origine ai un primo individuo (oozoite), che per gemmazione da origine a una colonia.
Il corallo sembra aver esercitato il proprio fascino sui popoli sin dai tempi più remoti:
i ritrovamenti d’età preistorica ne confermano un utilizzo per la produzione di oggetti ornamentali o comunque dei beni di lusso.
Il mondo romano, che fa ampio uso del corallo, preferisce al prodotto lavorato destinato ad ornamenti e realizzazioni complesse, manufatti più semplici. Il mondo medievale adotta invece il corallo con grande ampiezza e varietà, non soltanto in contesti artistici, ma anche economici e spirituali.
Difatti, nel medioevo, il corallo appare legato a due principali sfere d’uso:
una religiosa ed una alchemico-farmacologica.
Il Rinascimento registra il radicarsi di una lavorazione del corallo in senso plastico e figurativo, legata in modo particolare alla realizzazione di soggetti sacri. A partire dagli ultimi decenni di questo secolo, Napoli e poi soprattutto Torre del Greco assumono il ruolo di guida sia nella pesca che nella realizzazione di prodotti in corallo.
A partire dal 1870 Torre del Greco si afferma come il maggior centro produttivo mondiale nel settore del corallo. Dopo la prima guerra mondiale, grazie ad una nuova concezione di gioiello, il corallo entra a pieno titolo nell’altissima gioielleria;
dopo il secondo conflitto mondiale, si registra una ripresa dei flussi commerciali legati al corallo, e le aziende di Torre del Greco, altamente specializzate, tornano a dominare il panorama mondiale.
TONY KOSPAN
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