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NOI E LA SOLITUDINE PER GIBRAN
Questo breve e sublime passo di Gibran
è degno di grande considerazione ed interesse...
e per questo lo sottopongo alla vostra lettura...
Di seguito però dirò il mio pensiero...
La vita è un'isola in un oceano di solitudine:
le sue scogliere sono le speranze,
i suoi alberi sono i sogni,
i suoi fiori sono la vita solitaria,
i suoi ruscelli sono la sete.
La vostra vita, uomini,
miei simili,
è un'isola,
distaccata da ogni altra isola e regione.
Non importa quante siano le navi
che lasciano le vostre spiagge per altri climi,
non importa quante siano le flotte
che toccano le vostre coste: rimanete isole,
ognuna per proprio conto,
a soffrire le trafitture della solitudine
e sospirare la felicità.
Siete sconosciuti agli altri uomini
e lontani dalla loro comprensione
e partecipazione.
(K. Gibran)
Il brano, è in pratica l'esatto opposto dei 2 brani,
con lo stesso titolo, di John Donne.
NESSUN UOMO E' UN'ISOLA
di cui ho trattato in
POESIE SUBLIMI E DI SOGNO.
A mio modestissimo parere... Gibran...
di cui ammiro le tante bellissime opere poetiche
è qui davvero esageratamente pessimista
e la prima affermazione
è già una tremenda sintesi
La vita è un'isola in un oceano di solitudine
Sembra dunque che non veda nessun legame
tra uomo ed uomo se non i sogni...
In effetti se è pur vero che ciascuno di noi è un "unicum"
tuttavia non può non rendersi conto
che gli altri "unicum" che sono i nostri simili
hanno tanti punti in comune con noi...
dai sensi... ai sentimenti... ai pensieri... alla fisicità etc...
Inoltre benché io non abbia il mito della Società Umana...
tuttavia essa... pur barcollando spesso...
sui principi morali...
comunque... ha consentito l'evoluzione del pensiero...
Questo pertanto depone in favore della fratellanza umana...
oltre alla realtà dell'identico destino che accomuna tutti noi...
Mi farebbe piacere leggere il vostro pensiero...
Orso Tony