Página principal  |  Contacto  

Correo electrónico:

Contraseña:

Registrarse ahora!

¿Has olvidado tu contraseña?

IL CASTELLO DI ORSOSOGNANTE
 
Novedades
  Únete ahora
  Panel de mensajes 
  Galería de imágenes 
 Archivos y documentos 
 Encuestas y Test 
  Lista de Participantes
 TONY KOSPAN 
 GENERALE 
 
 
  Herramientas
 
riflessioni: L''IMPORTANZA DEL SAPER ASCOLTARE - 3 MINI STORIE PER RIFLETTERE
Elegir otro panel de mensajes
Tema anterior  Tema siguiente
Respuesta  Mensaje 1 de 4 en el tema 
De: liberidivolare  (Mensaje original) Enviado: 31/01/2010 17:07

 

L'IMPORTANZA DELL'ASCOLTO
 
3 MINI STORIE PER RIFLETTERE
 
 

 

 
 
 
 
 
 

 

I

 
            Molti anni fa, in Cina, vivevano due amici. Uno era molto bravo a suonare l'arpa. L'altro era dotatissimo nella rara arte di saper ascoltare. Quando il primo suonava o cantava di una montagna, il secondo diceva: "Vedo la montagna come se l'avessimo davanti". Quando il primo suonava a proposito di un ruscello, colui che ascoltava prorompeva: "Sento scorrere l'acqua fra le pietre". Ma un brutto giorno, quello che ascoltava si ammalò e morì. Il primo amico tagliò le corde della sua arpa e non suonò mai più. Esistiamo veramente se qualcuno ci ascolta.
Il dono più grande che possiamo fare ad una persona é di ascoltarla "veramente".
 
 
 

 

II

 
            Una ragazza molto sensibile parlò con un insegnante di un suo problema molto sentito. L'insegnante le suggerì di parlarne con i genitori. La ragazza ci provò, ma, anche di fronte alla sua angoscia e confusione, i suoi avevano minimizzato e avevano cambiato discorso, assicurandole che "stava esagerando", che "avrebbe superato il problema", ecc. Rifiutarono la discussione come se, ignorandolo, il problema potesse risolversi da sé. Quando la ragazza tentò il suicidio i genitori reagirono: "Perché non ci hai detto che avevi dei problemi?" le chiesero.
"E voi, perché non avete ascoltato quando ve lo dicevo?".
 
 
 

 

III

 

Una bambina ha scritto:
"Alla sera, quando sono a letto, mi volto verso il muro e mi parlo,
perché io mi ascolto".
 
 
 

 
Cosa ne pensate?
 
Ciao da Tony Kospan


Primer  Anterior  2 a 4 de 4  Siguiente   Último  
Respuesta  Mensaje 2 de 4 en el tema 
De: alghemia Enviado: 31/01/2010 19:35
ciao, purtroppo il tempo per ascoltare non lo troviamo piu' e non veniamo ascoltati

Respuesta  Mensaje 3 de 4 en el tema 
De: liberidivolare Enviado: 31/01/2010 23:28
Vero... ma è per questo che ci dobbiamo sforzare a trovarlo... Sennò diverremo tutti parlatori w non ascoltatori con danni gravi di relazione... per noi stessi e per gli altri...

Respuesta  Mensaje 4 de 4 en el tema 
De: smeraldina Enviado: 10/02/2010 18:46
Oggigiorno ciascuno di noi è troppo indaffarato per indugiare ad ascoltare i suoi simili, e porgere l’orecchio alle istanze altrui...ti mando una riflessione sull'ascolto che mi sembra interessante. Lébh Shoméá è l’invocazione di re Salomone, il saggio per antonomasia, che volle da Dio la sapienza, prima di salire al trono che fu di Davide, implorandolo così: “Concedi al tuo servo un cuore docile che sappia rendere giustizia al tuo popolo" (1 Re 3,9). Nella Bibbia, infatti, si dice, a proposito della sapienza: “"Preferii la sapienza a scettri e a troni … preferii il suo possesso alla stessa luce, perché non tramonta il suo splendore. Insieme con essa mi sono venuti tutti i beni" (Sap 7,8.10-11). La parola ebraica Lébh significa cuore, inteso come la sede della saggezza, del discernimento, così come della forza e della tenerezza, mentre Shoméá è il gerundio del verbo shamà, ascoltare; quindi Salomone chiede a Dio un cuore che ascolta, che si mette cioè in atteggiamento di ascolto e non si compiace della propria sapienza. La ricerca della sapienza è allora un atteggiamento imprescindibile. Il presupposto perché questa ricerca possa iniziare è la consapevolezza di non possederla. Dal canto suo, la sapienza è desiderosa di donarsi e ha preparato un banchetto per nutrire coloro che la desiderano (cfr. Prv 9,5-6). A questo banchetto sono invitati tutti senza distinzione, perché l'invito risuona nei punti più alti della città (cfr. Prv 9,3), ma risponderanno solo coloro che pensano di non avere ancora trovato la sapienza e sono perciò perennemente tesi nell'ascolto e nell'apprendimento (cfr. Prv 9,4). Coloro che si credono già sapienti ascoltano ma non apprendono, mangiano ma non assimilano. Rimangono perciò sempre fermi al medesimo punto e non progrediscono oltre. Per raggiungere la sapienza, occorre l’umiltà del cuore, la consapevolezza dei nostri limiti, la “docilità del cuore” come viene detto nella Bibbia; sul piano intellettuale è la prima condizione di progresso e di sicurezza. Noi non possiamo fare molto per accrescere l'acutezza della nostra intelligenza, il suo potere di approfondimento. Ma dipende da noi il mantenerla aperta, in ascolto; è questa la condizione per arricchirsi ed affinarsi in continuazione, per evitare l'errore, mantenendo il contatto con l'essere e con gli esseri viventi che ci circondano. Se noi sappiamo ascoltare con lealtà, con tutto il nostro cuore, ogni volta che ci viene segnalata qualche malignità, qualche difetto o qualche deviazione nel nostro comportamento, noi ci apriamo ad un possibile miglioramento. La presa di coscienza del difetto è la condizione per desiderare la virtù e per cercare di farla diventare propria. Un cuore attento e riconoscente dal quale sono bene accolti gli avvertimenti, le critiche ed i rimproveri, dimostra la sua umiltà. Ma proprio attraverso questa umiltà impariamo la saggezza, che non ci fa agire d’impeto, ma prima scruta ciò che c’è nel nostro come nell’altrui cuore , al fine di agire per il meglio e secondo virtù. Ciao Tony, un abbaccio forte marilina


Primer  Anterior  2 a 4 de 4  Siguiente   Último  
Tema anterior  Tema siguiente
 
©2024 - Gabitos - Todos los derechos reservados