La crema è risultata essere composta da grasso animale raffinato, amido e stagno.
I ricercatori hanno ricreato il prodotto usando la stessa ricetta.
Spalmandola sulla pelle, la crema produce uno strato biancastro liscio e polveroso:
quest'ultima qualità è dovuta all'amido, che viene tuttora usato a questo scopo nei cosmetici moderni.
"Dipingersi la faccia di bianco - spiega il ricercatore Richard Evershed -
era considerato elegante ai tempi dell'antica Roma,
e normalmente le pitture per il viso derivavano il loro colore da un composto di piombo.
Un composto di stagno, tuttavia, poteva rappresentare un sostituto accettabile".
Come gli autori fanno notare, lo stagno non presenta nessun valore dal punto di vista medicinale,
e dunque la sua funzione era unicamente quella di agire da pigmento.
Le proprietà non tossiche dello stagno costituivano un aspetto aggiuntivo, in quanto i rischi del piombo per la salute cominciarono a essere riconosciuti nel secondo secolo dopo Cristo.
Dunque nell'antica Roma non era amata l'abbronzatura
ma il biancore del viso...
(N.T.K.)
Ciao da Tony Kospan