I CAMPI FLEGREI TRA MITO E LETTERATURA
- III PARTE -
Sul litorale da Miseno a Sorrento fiorivano le “ville marittime”.
La costa, secondo Strabone, nel fitto succedersi degli edifici, appariva come una sola città.
In effetti le realtà culturali di Baia, Puteoli e Cuma erano diverse, così come anche sotto il Vesuvio la cultura di Pompei è diversa da quella di Ercolano, ma tutte concorrono al fascino che emana da quella meravigliosa Campania.
Dal mosaico di una vasta letteratura estraiamo alcuni tasselli per comporre un piccolo quadro della storia della civiltà flegrea.
Alla fine del I secolo a.C. Orazio così scrive:
“Nessun golfo al mondo è splendido come quello di Baia”.
complesso termale di Baia
Infatti era Baia, a quei tempi, un centro residenziale di ville ed edifici termali.
La bellezza del paesaggio, la presenza di sorgenti termali di acqua calda e di vapori solforosi provenienti dal sottosuolo vulcanico avevano richiamato fin dal II secolo a.C. la nobiltà romana a trascorrere gli “otia” nelle ville al mare.
Con l’avvento dell’Impero, Baia diventò residenza della famiglia imperiale e nei successivi tre secoli, l’edilizia raggiunse forme di fasto tali che spesso servivano da modello ad edifici della stessa Roma.
Nel 37 a.C., durante la guerra civile tra Ottaviano e Sesto Pompeo, fu realizzata una grandiosa struttura portuale adibita ad arsenale della flotta di Miseno, collegando con un canale navigabile il lago d’Averno e il lago di Lucrino ed il mare. Per effetto del bradisismo discendente, buona parte del porto Julius è oggi sommerso. La flotta misenate veniva rifornita di acqua da un enorme serbatoio scavato nel banco di tufo lungo 70 metri, ancora oggi visitabile, chiamato “Piscina mirabilis”.
Porto Julius oggi sommerso
Il “ Macellum” cioè il mercato, è annesso all’area del porto Julius. I negozi “tabernae” si sviluppavano intorno ad un ampio porticato dal pavimento marmoreo che rivestiva anche i servizi annessi al mercato: testimonianza di un monumento del II sec. d.C. di incomparabile bellezza architettonica. Nelle giornate limpide si possono ancora vedere dalle colline sovrastanti i magazzini e gli edifici che fiancheggiavano il molo ora sommerso. Secondo la leggenda, Baia deve il suo nome da Bajos, compagno di Ulisse che è qui sepolto.
Baia è teatro e scenario ideale di una vastissima letteratura antica e moderna.
A Baia si concluse il 10 luglio del 138 d.C. la vita dell’imperatore Adriano : appassionato di poesia e letteratura, amante delle arti, studioso e critico di Catone, Cicerone, Virgilio, amico di filosofi e letterati.
Nella villa di Tivoli aveva riprodotto i luoghi più celebri delle province dell’impero.
Una enorme piscina era fiancheggiata da una lussureggiante vegetazione esotica nella quale erano state collocate stupende statue ed animali a grandezza naturale in marmi pregiati e raffiguranti coccodrilli, rane, uccelli ed altri animali artisticamente tanto bene eseguite da apparire vivi.
Imperatore Adriano
Adriano aveva 72 anni e fu imperatore per 21 anni, ammonito da presagi di morte, lasciò la capitale e si recò a Baia: il suo successore Antonino Pio era al suo capezzale, aveva 72 anni e fu imperatore per 21 anni. Si dice che morendo abbia composto questi versi che traduco dal latino: “Piccola anima smarrita e soave, compagna ed ospite del corpo, ora ti appresti a scendere in luoghi incolori, ardui e spogli, ove non avrai più gli svaghi consueti…….” I versi adrianei da secoli amati, imitati ed analizzati, sono citati nelle “Memorie di Adriano” di Margherite Jourcenar e sono senz’altro ispirati ai campi flegrei.
Castello aragonese di Baia
Arroccato su un promontorio invaso da cespugli di ginestre , mirti e profumata macchia mediterranea si staglia tra mare e cielo il castello aragonese di Baia costruito dove originariamente sorgeva una grandiosa villa che, secondo la tradizione, apparteneva a Cesare ed ora adibito a museo archeologico.
Tra le sue spesse mura sono custoditi i meravigliosi tesori trovati durante gli scavi ed i reperti strappati al mare nelle ville sommerse dal bradisismo.
Cavalli e cavalieri in bronzo , colonne di preziosi marmi, mosaici, iscrizioni, statue, anfore e tutto ciò che abbelliva le lussuose ville riempie vetrine e spazi per la gioia dei visitatori.
Il Ninfeo ricostruito
L’esposizione si articola in vari ambienti e in una di questi è stato ricostruito il ninfeo claudio di Punta Epitaffio.
La sala era adibita a luogo conviviale, creata per dare l’illusione di una grotta, elemento caratteristico dei ninfei di età imperiale.
Gruppo offerta vino a Polifemo
Qui si trova l’eclatante gruppo dell’offerta del vino a Polifemo da parte di Ulisse e nelle nicchie laterali sono alloggiate le statue della “gens” Claudia.
Testo di Valentine... Impaginazione Tony Kospan