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General: Faust 2010
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De: fabricito (Mensaje original) |
Enviado: 28/11/2010 19:34 |
Oggi 19 novembre, San Fausto di Alessandria. Il dovere mi chiama, devo buttare giù al più presto la pagina di oggi del mio Almanacco on line...
...ma aspetta un po', che ore sono? Lasciami dare uno sguardo alla pendola...
...neanche le sei e un quarto? Madonna com'è presto, lo credo che è ancora buio...
...e che sonno! Non ce la faccio a tenere gli occhi aperti...”
1.- Fausto uscì barcollando dal Roxy Bar. L'ultimo giro era stato micidiale, e l'effetto del pessimo bianco di Jimmo non aveva tardato a farsi sentire sulle gambe di quel povero vecchio. Ma non aveva saputo dire di no, aveva offerto la bevuta l'amico suo Giggetto, e non se l'era sentita di rovinare la festa con un rifiuto: sì, perchè quando i due amici si ritrovavano al Roxy Bar per loro era sempre una festa, sia pure la malinconica festa del ritrovarsi ancora vivi dopo una caterva di anni, di guai, di malanni. Malconci, imbolsiti, ingrassati, sempre con qualche dente e qualche ciuffo di capelli in meno, ma sorprendentemente ancora al mondo.
Jimmo si era offerto di chiamargli un taxi, ma lui aveva sdegnosamente rifiutato: gliel'avrebbe fatto vedere a quell'oste burino se sapeva ancora ritrovare la strada di casa. Non era mica ubriaco a tal punto da perdersi nel quartiere dov'era nato!
Fatti pochi passi in direzione del vicolo dove abitava, l'aria fredda della notte, anziché ridestarlo dissolvendo i fumi dell'alcool, lo colpì allo stomaco come un pugno. Fausto fu squassato da un improvviso conato di vomito, si sentì mancare, e per non cadere rovinosamente sul selciato si appoggiò con entrambe le mani a un cassonetto stracolmo di monnezza. Ma si riprese dopo pochi secondi e, infuriato con se stesso per la sua debolezza, colpì con un calcio violentissimo la lattina di birra che si era ritrovata tra i piedi, mandandola a stamparsi fragorosamente sul cofano di una lussuosa berlina lì parcheggiata. Il frastuono spaventò a morte e mise in fuga un gatto spelacchiato che frugava nei sacchetti di monnezza abbandonati fuori dal cassonetto.
Un uomo, elegantemente vestito, uscì dall'automobile colpita e si avvicinò all'incauto bombardiere.
Il vecchio, per quanto alticcio, era ancora abbastanza lucido per rendersi conto che forse si era cacciato in un guaio, piccolo o grande non sapeva ancora. Ma l'uomo della macchina gli sorrideva.
-Caro Faustino- gli disse con voce profonda e rauca da fumatore – vedo che fino all'ultimo continui a combinare birichinate...-
-Chi sei?- farfugliò il vecchio -Come fai a conoscermi? E che cosa vuoi dire con “fino all'ultimo”? -
-Il mio nome non ha importanza- rispose quello – Sono stato incaricato di accompagnarti per il tuo ultimo viaggio, fino alla tua nuova destinazione. Tu sei morto, amico bello, anche se sei troppo ubriaco per essertene accorto. Ti comunico che si è liberato or ora un posto per te nelle profondità dell'inferno: puoi considerarmi un Caronte molto tecnologico...- |
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Chiedo pirdonanza ha chi ha già letto questa cosa su Roxybar ( o su Sfarfallamenti).
Volevo "metteme in gioco" fornendo farina del mio sacco a tutti gli altri egregi membri di Phalla che non conoscono ancora questa pietosa storia. |
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2.- Fausto pensava di essersi imbattuto in un burlone matricolato. L'elegantone gentile, in smoking e cravattino a farfalla, dall'eloquio raffinato e dall'aspetto singolarissimo, gli ricordava qualcuno... un attore? Un cantante d'opera? No, non un uomo di spettacolo, piuttosto il ministro Ignazio La Russa. Ma non poteva essere neanche lui... non aveva certo un accento siculo-milanese, e quegli occhi fiammeggianti, quelle orecchie a punta, quei denti aguzzi ne facevano un tipo “umano” altamente inquietante. Il vecchio, abbassato lo sguardo, notò con raccapriccio che l'uomo dell'auto non indossava costose scarpe firmate, come ci si sarebbe aspettato, e non era neanche a piedi scalzi: sì, perchè i piedi non li aveva proprio, aveva al loro posto due zampini di maiale. E fu così che quel povero vecchio infine capì: non si trovava al cospetto di un sosia di Ignazio La Russa, ma del Demonio in persona!
La sbornia gli passò in un secondo.
-Sor Berzebbù!- implorò farfugliando -Non può essere giunta la mia ora, ho ancora tantissime cose da fare qui nel mondo dei vivi. Mi devo prendere cura del gatto e dei canarini, devo dare l'acqua ai gerani, non ricordo se ho chiuso il gas...-
-Stronzate!- lo interruppe il satanasso, perdendo ad un tratto tutta la sua cerimoniosità -Ora tu vieni con me senza fare storie!-
-Mi lasci al mondo ancora un po', la prego sor Belfagor! Devo prendermi un'ultima grande soddisfazione nella vita, devo trovare un editore che pubblichi le mie poesie ed i miei racconti!-
-Ah ah ah!- sghignazzò la creatura infernale – Mi vuoi fregare, vecchio imbroglione, se ti lascio tra i vivi a questo patto tu rimani qua a far danno per altri cento anni!-
-Mi aiuti lei allora!- ribattè il vecchio Fausto con la sfacciataggine dei disperati -Lei, con le conoscenze che ha, può tutto: faccia in modo che le mie opere siano pubblicate, e subito dopo sarò felice di seguirla nell'Oltretomba!-
-Ma guarda fino a che punto si può essere stronzi!- esclamò sorridendo il demonio -Guarda tu per quale ragione del cavolo un moribondo che regge l'anima con i denti può leccare il culo a Satana! Va bene, amico bello, stasera mi hai fatto divertire ed io, in cambio, voglio veramente aiutarti. Ma intanto, a scanso di equivoci e di furbate da parte tua, mi prendo in pegno la tua anima. Ed ora ascoltami bene, coglionazzo. Io, Mefistofele, ti concedo graziosamente di essere pubblicato in tutti i forum della terra, ma soltanto a questa condizione: tu riuscirai a pubblicare moltissimo, anzi tu riuscirai a pubblicare tutto quello che la tua perversa mente riesce incessantemente a produrre. MA NON SCRIVERAI MAI NIENTE DI BELLO: perchè se dovesse accadere, in una frazione di secondo la tua animaccia nera si ritroverebbe al posto che le compete, cioè nel profondo dell'inferno!!!!-
Pronunciate queste parole, Mefistofele scomparve sghignazzando, lasciando dietro di sé soltanto una nuvoletta di zolfo.
Tebro, alle sette del mattino, si risvegliò ancora abbracciato al monitor, con un mal di testa terrificante. |
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Questo, mi pare di non averlo letto; ma mi pare anche di ricordare un racconto con due tipi che andavano a Roma con un camioncino molto scassato... Era proprio carino. Da chi te l'eri phatto scrivere (per phar contento Tebruccio)? |
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Quello sui due Brancaleone me l'aveva scritto Monicelli; questo Umberto Eco in persona! ![](/images/emoticons/guinio.gif)
P.S. i phorum sono una fonte di ispirazione inesauribile.... |
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Hai un must (non un mustacchio): devi schiapphare qui anche i Branca. |
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spero di rimettere insieme anche quella storia... ![](/images/emoticons/sonrisa_1.gif) |
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