l'albero, il presepe, la natività.
micro-universo che hai creato l'infinito
è bastata una tua cellula sonora
che s'affacciò
sfuggita forse alla cellula madre
distratta, o forse benevolmente concessa alla tua infanzia,
anche ne micro l'infanzia
sempre curiosa oltre misura
... ti chiamammo "Or" Rosa della Luce
e "Yom" fu il giorno che nacque da te,
a tua volta madre
di ogni cellula di questo creato:
di ogni fede felicità e dolore
ci vuole
cristiana umiltà, e sta qui forse il tuo dio,
per creare la grandezza dell'infinito
con la grandezza del minimo minimo.
A. Bevilacqua
Ieri ho scritto al giornale, che l'ha pubblicata, dicendo che, dopo letta e riletta, e ancora letta, non sapevo se metteme a ride o metteme a piagne.
Alla fine, ho optato pe metteme a ride! A ride, pensanno a che ne desume, e a quali provvedimenti prenderà er bambinello che, certamente come me, l'ha letta e come me avrà pensato: ma questo che cazzio ha detto?
Erano sedici le poesie. tutte più o meno dello stesso tenore. E tutte infarcite della stessa insensata spocchia. Ed erano sedici gli autori (dai nomi altisonanti) che, su richiesta del giornale, e a beneficio dei lettori, dovevano esprimersi su:
l'albero, il presepe, la natività.
ps
notare che nella poesia, curiosamente,
ci sono tre: "forse"