Starý básník Mamluk, che voi tutti conoscerete, arrancava per le viuzze della sua città, sostenendosi penosamente al bastone. Stava rincasando dopo l'ultima sua disastrosa esibizione all'Osteria della Sora Gemma, dove il suo recital poetico era stato interrotto dalla solita bordata di fischi, svariati rumori sconci, lancio finale di uova, ortaggi, e fojette de vino de li Castelli. Colpito da ultimo in testa anche da un pitale, capitato chissà come nelle mani di un suo detrattore, capì finalmente che era giunta l'ora di andarsene via.
Massaggiandosi il bernoccolo con la mano libera, la mente annebbiata dall'ira, ad un tratto si fermò brandendo il bastone come fosse una durlindana ed agitandolo nell'aria, a mo' di minaccia verso il volgo profano che l'aveva così duramente contestato.
-Brutti fiji de 'na mignotta!- ringhiò sdegnato -Mai più vi declamerò uno solo dei miei versi! Peggio per voi, ve la siete voluta!-
Mentre un gatto, stupito, emergeva da un cassonetto per godersi l'insolito spettacolo, proseguì ghignando: - E poichè non avete apprezzato la mia arte, io mi vendicherò stroncando severamente tutti i testi di quei poeti, poetucoli, parolieri e cantautori che piacciono tanto a voi, o miseri, o bivaccanti, gentarella incolta e priva di gusto, incapace de mettese in gioco con farina der sacco suo!-
Il gatto rimpianse di essere tale, e di non poter entrare in una cabina telefonica per chiamare il 118.