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Respuesta  Mensaje 1 de 7 en el tema 
De: ORANGE1  (Mensaje original) Enviado: 22/02/2011 06:43

Assolto l'ex deputato Fi Mercadante
Ha scontato quasi sei anni di carcere

La Corte d'Appello di Palermo: "Il fatto non sussiste"
In primo grado fu condannato ad oltre dieci anni

Giovanni Mercadante

Giovanni Mercadante

PALERMO - In primo grado era stato condannato a 10 anni e 8 mesi e marchiato come mafioso. Il gip che lo mandò in carcere, accogliendo in pieno le tesi della procura, lo definì tanto vicino al capomafia Bernardo Provenzano da far parte di «una Cosa sua», più che di Cosa Nostra. Un’espressione forte che doveva rendere l’idea dello stretto legame che univa il padrino di Corleone a Giovanni Mercadante, 61 anni, radiologo con la passione per la politica, eletto all’Ars nelle fila di Forza Italia. Dopo quasi sei anni di custodia cautelare - tra carcere e arresti domiciliari - e una condanna per associazione mafiosa, la corte d’appello di Palermo - presidente Biagio Insacco - riscrive la storia dell’ex deputato regionale, mandandolo assolto e ordinando la revoca dei domiciliari a cui era sottoposto.

IL PM: SONO SORPRESO - Una sentenza destinata a far discutere, che sconfessa il primo verdetto. «Sono veramente sorpreso», commenta il pm della Dda Nino Di Matteo che ha istruito il processo di primo grado. «Il quadro probatorio a carico dell’imputato - aggiunge - era stato ritenuto molto solido sia dal tribunale, al termine di una istruttoria dibattimentale molto accurata e complessa, sia in sede cautelare da più collegi del Riesame e dalla stessa Suprema Corte».

L'EX DEPUTATO: RINGRAZIO DIO E LA MIA FAMIGLIA - "Emozionato e felice, non so che altro dire", sussurra Mercadante, che affida a uno dei suoi legali, l’avvocato Grazia Volo, il commento, anche perché ha perso la voce per la gioia. «Ringrazio i miei difensori - dice quando gli viene comunicata la sentenza - Dio e la mia famiglia». Parente dello storico boss di Prizzi Tommaso Cannella, l’ex parlamentare era accusato di essere stato medico di fiducia delle cosche e punto di riferimento dei boss nel mondo della politica. Indagato già in passato, la sua posizione viene archiviata per due volte. Poi, nel 2006, la svolta nell’inchiesta. A carico dell’ex deputato, alle accuse dei pentiti, si aggiungono le intercettazioni ambientali effettuate nel box del capomafia Nino Rotolo, luogo scelto dai clan per i loro summit. Nei colloqui, registrati per oltre un anno, il nome di Mercadante emerge più volte. Per l’accusa, l’ex parlamentare azzurro sarebbe stato «pienamente inserito nel sodalizio criminoso».

I PENTITI - Una conclusione riscontrata anche dalle testimonianze di collaboratori di giustizia: da Nino Giuffrè ad Angelo Siino e Giovanni Brusca. Giuffrè ad esempio racconta di essersi rivolto al medico, su indicazione dello stesso Provenzano, per fare eseguire alcuni esami clinici al latitante agrigentino Ignazio Ribisi. Prove non sufficienti, secondo i giudici, che nella formula assolutoria usano il secondo comma dell’articolo 530 del codice di procedura penale, stabilendo che «il fatto non sussiste».

CONDANNATI I COIMPUTATI - Invariata, invece, la pena per tre dei coimputati. A 16 anni viene condannato Nino Cinà, l’uomo dei misteri della trattativa tra Stato e mafia. Reggente del mandamento di Resuttana, sarebbe stato «mediatore e pacificatore», a lui Totò Riina avrebbe dato il papello con le richieste del padrino allo Stato per interrompere le stragi. Medico di Totò Riina e di Bernardo Provenzano, Cinà è già stato condannato due volte per associazione mafiosa. Confermate anche le pene inflitte a Provenzano (sei anni), accusato di estorsione, e al commerciante Paolo Buscemi (sei mesi), imputato di favoreggiamento. Solo una lieve riduzione di pena è stata accordata allo storico boss di Torretta Lorenzo Di Maggio. Il tribunale gli aveva dato 9 anni e 4 mesi, diventati ora 7 anni.

L'ARRESTO NEL 2006 - L'ex politico azzurro fu arrestato nel 2006 al termine di un blitz antimafia denominato “Gotha” . Nel luglio 2009, dopo oltre 17 ore di camera di consiglio, i giudici della seconda sezione penale di Palermo condannarono il radiologo a 10 anni e otto mesi di carcere per associazione mafiosa. Il medico era stato accusato dai pm Nino Di Matteo e Gaetano Paci (che avevano chiesto per lui una pena detentiva di 14 anni) di essere a disposizione di Provenzano sia nell’ambito della sanità che nella politica rivestendo un ruolo apicale nel vertice di Cosa Nostra. Secondo la Procura di Palermo l’ex primario della Radiologia del Maurizio Ascoli, nonché primo cugino del consigliori di Provenzano Tommaso (Masino) Cannella, aveva messo a disposizione la sua perizia professionale per l’effettuazione di esami clinici in favore dei boss.

MICCICHE' - «L’assoluzione di Giovanni Mercadante mi riempie di gioia e lascia dentro di me tanta, tantissima amarezza: Mercadante è stato condannato a patire le pene dell’inferno, ancor prima di ricevere una vera sentenza di condanna». Lo afferma il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e leader di Forza del Sud, Gianfranco Miccichè. «Anni di carcere - aggiunge Miccichè - senza che il fatto sussistesse: non ci sono parole. Solo interrogativi e i tanti dubbi sulla giustizia di questo Paese, che ci portiamo dietro da quasi vent’anni ormai e che ancora una volta - conclude - si dimostrano assolutamente fondati».

Redazione online
21 febbraio 2011

 

 

Non voglio entrare nel merito delle sentenze, nè prendere parte alcuna.

Ma, permettetemi, che del nostro sistema giuziario qualche dubbio si può averlo?

 

Nel senso: se il tizio di cui sopra è innocente, chi gli rende tutto quello che ha passato?

E se è colpevole, allora è stato rimesso in libertà un reo.



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Respuesta  Mensaje 2 de 7 en el tema 
De: Peterpan® Enviado: 22/02/2011 08:57
Sai cosa, o Orange? Non sono assolutamente in grado di entrare nel merito - tra l'altro dovrei leggere tutte le carte processuali, stiamo freschi; però Mercadante, se non è zuppa, temo sia pan bagnato: le sue parentele, il fatto che i coimputati restino condannati, fa sospettare. Insomma, qualcosina ne deve sapere. Se poi alcune azioni commesse vadano considerate dovere professionale, non so, fedeltà al giuramento di Epicuro, questo può darsi benissimo.
Il problema è un altro: pur dando per assodato che non poteva non conoscere i vari boss, era o è colpevole dei reati ascrittigli e precisamente di questi? Perché in uno stato civile non basta essere in odore di reato, non basta essere parente di Tizio o di Caio: se condanna ci dev'essere, ci dev'essere per motivi concreti e soltanto per quelli portati in tribunale, il resto è fuffa od oggetto di altra istruttoria. E se così è stato, se cioè è stato demolito lo specifico castello accusatorio, l'imputato, che ci piacia o no, va rilasciato con tante scuse. Se il diritto è Diritto...

Respuesta  Mensaje 3 de 7 en el tema 
De: fabricito Enviado: 22/02/2011 09:08
Il fatto che ci siano più gradi di giudizio, oltrechè una garanzia necessaria, è la constatazione che la giustizia come tutte le cose umane è fallibile.
Per non parlare dei "processi" fatti in tv o sui giornali:  vi ricordate il caso Tortora?  Tutta Italia era colpevolista (con una rara eccezione:  Enzo Biagi), poi si vide come andò a finire.
E' consolante che il nostro ordinamento non preveda più la pena di morte:  agli errori giudiziari in teoria c'è rimedio.

Respuesta  Mensaje 4 de 7 en el tema 
De: Tebro Enviado: 22/02/2011 09:22
me viè da ride quanno in premessa se dice:
 
"non voglio entrare nel merito". oppure:
 
"non sono in grado di entrare nel merito".
 
Ma se non si vuole, o non si è in grado
di entrare nel merito della questione, allora  la questione, dovrebbe finire lì, da dove è  comincia!
 

Respuesta  Mensaje 5 de 7 en el tema 
De: Tebro Enviado: 22/02/2011 09:24
ehi, fabbricetto, perché dici: Tutta Italia era colpevolista (con una rara eccezione:  Enzo Biagi)
 
ma chi ti autorizza a parlare anche a nome mio?
 

Respuesta  Mensaje 6 de 7 en el tema 
De: skikko Enviado: 22/02/2011 09:25
c'è ancora la cassazione.....

Respuesta  Mensaje 7 de 7 en el tema 
De: fabricito Enviado: 22/02/2011 09:32
Tebro, ovvio che non ho parlato a nome tuo:  mi riferivo alla stampa e alla tv, ai cosiddetti opinion makers, quelli che influenzano pesantemente l'opinione pubblica.
 
Tu - sfortunatamente - non influenzi neanche le opinioni di Adelina Gargiante, la tua badante-cantante. 


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