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De: Claretta (Mensaje original) |
Enviado: 03/03/2011 00:03 |
GENOCIDIO
Darfur, Bashir torna a bombardare i civili E'
ancora guerra contro gli africani-animisti
La denuncia di Italians for Darfur, organizzazione
che si batte per i diritti umani nella regione occidentale del Sudan. Le bombe
lanciate nel giorno dell'ottavo anniversario dall'inizio del conflitto fra i
gruppi ribelli di etnia africana che si contrappongono al regime filo-arabo di
Omar Hassan al Bashir, presidente sudanese accusato dalla Corte penale
internaziole di crimini contro l'umanità".di SHARON NIZZA*
DARFUR - "A otto anni
dall'inizio della guerra, in Darfur si continua a morire. E i raid aerei in
corso in queste ore rendono ancora più macabro l'anniversario del conflitto che
ha causato oltre 300mila morti e quasi 3 milioni di sfollati". E' quanto si
legge in una nota di , organizzazione che da anni si batte per la difesa dei diritti
umani nella regione occidentale sudanese e per sensibilizzare l'opinione
pubblica e le istituzioni sulla campagna umanitaria per il Sudan. Il
rapporto. "I dati contenuti nel Rapporto annuale che abbiamo pubblicato
nei giorni scorsi - sottolinea Antonella Napoli, giornalista e presidente di
'Italians for Darfur' - tracciano la drammaticità di una crisi che si è
incancrenita e non riesce a trovare soluzione. Anzi peggiora, come testimoniano
i bombardamenti che da giovedì 24 febbraio colpiscono la popolazione civile e i
gruppi ribelli di etnia africana-animista che si contrappongono al regime
filo-arabo di Omar Hassan al Bashir, presidente sudanese accusato dalla Corte
penale internaziole di genocidio e crimini contro l'umanità". Dallo scorso
dicembre, da quando si è bruscamente interrotto l'accordo di pace firmato nel
2006 da una sola fazione del movimento ribelle che si era opposto al governo di
Bashir, quella guidata dall'ex colonnello Minni Minnawi, le forze armate
sudanesi hanno ripreso i raid aerei e gli attacchi nelle aree controllate dal
Sudan liberation movement. A
migliaia
fuggono dalle violenze. "Il portavoce dell'esercito di Khartoum, Khalid
Al-Sawarmi - prosegue Antonella Napoli - ha annunciato di aver attaccato i
ribelli asserragliati nella zona montuosa del Jebel Marra, da sempre loro
roccaforte, per aprire un varco e farsi strada nella travagliata regione per
riguadagnare il controllo dell'area. Al-Sawarmi ha anche sottolineato che le
truppe governative hanno ucciso venticinque guerriglieri e sequestrato quattro
veicoli, subendo la perdita di soli due militari. L'Unamid, la missione delle
Nazioni Unite e dell'Unione africana dispiegata dal 2008 in Darfur, ha
confermato che i civili coinvolti negli attacchi continuano ad arrivare nei
campi profughi nel Nord e nel Sud. In migliaia fuggono dalle violenze che
infuriano nella regione"."Il Sudan liberation movement ha precisato di aver
risposto al fuoco - prosegue la presidente di Italians for Darfur- e di non aver
cercato lo scontro con i militari sudanesi che hanno lanciato un attacco
sostenuto da elicotteri e aerei Antonov. A Doha un altro tentativo di
pace. Secondo Adam Saleh Abakar, portavoce dei ribelli, sono state
inferte pesanti perdite alle truppe regolari e di aver perso solo sei
combattenti. Il resto delle vittime, almeno venti persone, sarebbero civili".
"Questi continui scontri - ha ricordato infine l'africanista e attivista per i
diritti umani - non sono certo un buon preludio ai colloqui di pace che la
prossima settimana entreremmo nel vivo in Qatar. I mediatori a Doha, martedì
scorso, hanno consegnato al tavolo negoziale le nuove proposte sulle questioni
su cui le parti non sono riuscite finora a concordare, in particolare la
suddivisione del potere nella regione e la vicepresidenza del Sudan a un
esponente del Darfur. Il capo negoziatore Djibril Bassole ha annunciato che sarà
presentato un programma di accordo finale entro la fine del mese. La speranza è
che non si tratti dell'ennesimo accordo - conclude la Napoli - destinato a
rimanere sulla carta".
*Rappresentante di Italians for Darfur
(26 febbraio 2011)
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Il Sudan ostacola l'invio della forza ONU in Darfur giovedì 03 gennaio 2008 di ANTHONY M. QUATTRONE
La forza multinazionale di 26,000 uomini, che doveva essere schierata in Sudan dal 1 gennaio 2008, per decisione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, per proteggere le popolazioni indigene del Darfur, non riesce a costituirsi, sia per la mancanza di fermezza da parte dell'organizzazione internazionale, sia per gli ostacoli posti dalle autorità sudanesi. Le Nazioni Unite non riescono a mettere assieme le risorse necessarie per sostenere le truppe che dovrebbero essere dislocate nella regione sudanese del Darfur, ed in particolare, non riescono a trovare 24 elicotteri che servirebbero per la necessaria copertura aerea.
Nel frattempo, le autorità di Khartoum pongono mille ostacoli sulla strada del dispiegamento dei Caschi blu. In primo luogo, il governo sudanese non ha voluto fornire il consenso all'invio sul suo territorio di truppe non africane. In particolare, il Sudan ha rifiutato di permettere a truppe nepalesi, tailandesi, e scandinave l'accesso al Sudan. In secondo luogo, le autorità sudanesi cercano di imporre uno "status of forces agreement" (l'accordo sullo stato delle forze militari sul territorio sudanese) che limiterebbe in modo irragionevole l'attività delle forze ONU in territorio sudanese, prevedendo anche chiusura delle frequenze radio in caso di "operazioni di sicurezza" da parte del governo di Khartoum, e il divieto di voli notturni da parte di mezzi ONU.
Il governo sudanese non ha mantenuto gli impegni per consegnare all'ONU i siti e le basi che dovrebbero ospitare i Caschi blu. Per 35 organizzazioni non governative che hanno inviato un dettagliato rapporto all'ONU di 13 pagine lo scorso 19 dicembre, il Sudan sta sabotando l'iniziativa della comunità internazionale. Amjad Atallah della organizzazione non governativa Save Darfur Coalition ha dichiarato alla Human Rights Watch che "è inaccettabile che il governo del Sudan tenti di ostacolare l'arrivo della forza militare, ma è altrettanto imperdonabile che la comunità internazionale rifiuti ostinatamente di fornire gli elicotteri di cui l'UNAMID ha disperatamente bisogno".
Attualmente, la forza internazionale presente in Sudan è di circa 9.000 persone, fra cui 7.000 militari che componevano la forza della Unione Africana già presente in Sudan, 800 funzionari e circa 1.200 poliziotti inviati dall'ONU. Ieri i soldati della UA hanno cambiato berretto, dal verde della UA al blu, ponendosi sotto comando ONU, osservando la risoluzione 1769 del 31 luglio 2007 del Consiglio di Sicurezza, che crea una forza d'intervento misto fra le Nazioni Unite e l'Unione Africana, sotto bandiera ONU.
Con questa risoluzione, approvata con un voto unanime, il Consiglio autorizzava l'invio di una forza denominata UNAIMID composta di 26 mila unità, che doveva anche assorbire le unità africane già presenti sul territorio sudanese.
L'Associated Press del 2 gennaio riferisce che, secondo il portavoce delle forze AU, Noureddine Mezni, altre truppe dall'Egitto, dall'Etiopia, e da altri paesi africani dovrebbero arrivare a metà gennaio, ma non c'è alcuna certezza. Il portavoce avverte che "ci vorranno mesi" prima che l'UNAMID riesca a raggiungere la forza di 26 mila unità previste dalla risoluzione 1769. Il capo delle operazioni peacekeeping dell'ONU, Jean Marie Guehenno, è preoccupato che se non arriveranno i rinforzi in tempo, e se i paesi occidentali non forniscono gli elicotteri e altre attrezzature richieste, la missione dell'UNAMID è destinata a fallire.
Agenzia Radicale http://www.agenziaradicale.com Realizzata con Joomla! Generata: 2 March, 2011, 23:
questo nel 2008, figuriamoci oggi, che l'Onu è in tuttaltre faccende affaccendato!!
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notare che il Sudan, con un territorio più vasto della intera Europa, confina con Egitto e Libia, oltre che con Etiopia ed Eritrea
e a quanto pare il suo presidente se ne frega dell'Onu e per lui esiste solo l'Unione Africana, che noi non sentiamo mai nominare dai media, ma che per i paesi africani è una cosa molto più seria dell'Onu
nel 2009 il presidente era Gheddafi, nel 2010 è stato eletto Bingu wa Mutharika, che è il presidente del Malawi
confesso che solo stanotte mi è venuta voglia di saperne qualcosa di più su questa organizzazione e così sto scoprendo che non si possono fare i conti senza l'oste
nel senso che l'Africa è dei paesi africani e l'unione li comprende tutti, ad eccezione del Marocco, in pratica funziona come l'Unioone Europea, anzi funziona anche meglio, visto che l'Europa non ha una propria difesa e rimane legata alla Nato
inoltre nella Unione Africana ci sono sia i paesi islamici che quelli animisti, evidentemente hanno trovato il modo per coesistere e cooperare
a parte che anche fra la Unione Europea e l'Unione Africana esistono patti bilaterali di cooperazione
ma venendo al dunque mi chiedo cosa farebbe l'Unione Africana nel caso di un intervento militare contro un paese membro
quando è stato attaccato l'Iraq, nel 2001, l'Unione non esisteva ancora, esisteva un'altro tipo di organizzazione, ma non con le caratteristiche che oggi ha l'Unione Africana
insomma la domanda è brutale, ma necessaria :
l'Unione Africana ha scaricato o no Gheddafi?
io ho l'impressione che non lo scaricherà completamente, per me ci sono trattative segrete in corso, Gheddafi verrebbe scaricato solo se ci fosse il suo consenso per una soluzione alternativa che garantisse la possibilità di ristabilizzazione
già c'è la faccenda dell'Egitto che ora è in mano dell'esercito e l'esercito è al soldo degli americani, figuriamoci se l'Unione Africana, che ha come obiettivo primario l'indipendenza (considera addirittura le Isole Canarie come territorio africano sotto il dominio dello straniero) figuriamoci, ripeto, se vuole rischiare che "lo Straniero" metta le zampe anche sulla Libia!!
Al Quajeda è un altro paio di maniche, lì è una faccenda interna di scelte autonome sul territorio, ogni paese decide da chi e come vuole essere governato, l'Unione non si intromette nelle scelte, basta che i paesi africani non finiscano nelle mani dello straniero, ed è questo il motivo per cui il criminale Sidi Abbash continua ad essere il presidente del Sudan anche se sotto controllo di peacekeping della Unione Africana
bene, adesso provo ad andare a nanna con un libro soporifero tipo L'era dell'accesso, di Rifkin, che ho letto 5 anni fa, per cui non ho rimorsi se mi ci addormento dopo quattro o cinque pagine :D
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In effetti questo Darfur, nome che suona simile a una catena di ipermercati, è una delle tragedie dimenticate.
Una domanda: come concilia l'Unione Africana la sua voglia di autonomia con il fatto che, a quanto dicono in giro, l'Africa se la stanno comprando i Cinesi? |
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De: skikko |
Enviado: 03/03/2011 09:42 |
per una volta claretta invece della padania deve aver letto qualcosa scritto da qualcuno ke sa di ke parla
solo una cosa....
l'Iraq non è in africa |
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vero, l'Iraq non è in Africa
ma lì c'è tutto il discorso della Lega Araba che vuole associarsi alla Unione Araba del Magreb
faccenda complicata, di giorno non ho tempo per le faccende complicate, me ne occuperò stanotte
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peter, i cinesi stanno comperando enormi territori non solo in Africa
ma il punto è che li COMPERANO dagli stati
più o meno come Benetton ha comperato la Patagonia dallo stato argentino
sono stati liberi ed indipendenti
è un pò diverso da quando gli stati stranieri vendevano i territori dei protettorati o dei domini
d'altra parte bisognerebbe vedere che tipo di contratti sono, e non è mica facile, mi sa che non mi basterà una notte per raccogliere le informazioni cinoafricane
Benetton ha semplicemente sfrattato i mapuches da tutta la Patagonia e anche da qualche territorio confinante che ha comperato in Cile
però la nazionalità della Patagonia continua ad essere argentina o cilena, non è stata venduta la sovranità, Benetton è solamente un latifondista privato
come dicevo bisogna vedere che tipo di contratti vengono fatti con i cinesi
ma nel Darfur sono gli arabi, "i cavalieri neri" che massacrano i civili per conto di Sidi Abbash
le forze della Unione Africana hanno la funzione di peacekeeping, però i cavalieri arabi sono praticamente dei mercenari che fanno gli interessi di chi li paga e continuano con le incursioni e le stragi di civili oltre che con la pulizia etnica a base di stupri tra i rifugiati in Sud Sudan e in Darfur, non bastano le forze di pace presenti a tenerli a bada
i cinesi...
ecco, i cinesi si fanno gli affari loro, badano solo ai loro interessi, e siccome popolano i territori acquistati di popolazione cinese è difficile che si mettano a combattere contro il dittatore, più facile che gli diano una mano per tenere i ribelli, lontano dai territori di cui sono proprietari
vabbè, adesso esco, riprenderò il discorso stanotte
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solo una cosa :
io NON leggo La Padania come NON leggo La Repubblica, la sola differenza differenza è che ho letto La Padania fino al 2004, mentre non ho MAI letto La Repubblica
però leggevo L'Espresso negli anni 70/80, fino a medtà anni 90
c'era uno straordinario giornalismo d'inchiesta in quegli anni, e io leggevo allora sia quelle de L'Espresso che quelle de IL Giornale di Montanelli
oggi, che ho più tempo, leggo Il Corriere, La Stampa, Il Foglio, il Giorno, il Sole, il Giornale e Libero
saltuariamente leggo Il Messaggero, Il Riformista, L'Opinione e persino Il Fatto
perchè non leggo La Padania?
perchè mi basta ascoltare Radio Padania Libedra, ma ascolto anche Radio Parlamento e Radio Radicale oltre a Radio 24
tra l'altro adesso le trasmissioni di Radio Padania che mi interessano posso scaricarle in rete durante la notte
vedi, io sono cresciuta in una casa dove poteva mancare il pane, ma non mancavano MAI i quotidiani
e non ho imparato a leggere sul sillabario, ho imparato leggendo a quattro anni i titoli degli articoli sui quotidiani
perciò egregio dottore dei miei stivali, piantala di attribuire agli altri le abitudini che sono solo TUE altrimenti...te fèt un figura de ciculatè, bauco
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De: Liberty |
Enviado: 08/03/2011 19:42 |
solo una cosa :
io NON leggo La Padania come NON leggo La Repubblica, la sola differenza differenza è che ho letto La Padania fino al 2004, mentre non ho MAI letto La Repubblica
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oggi, che ho più tempo, leggo Il Corriere, La Stampa, Il Foglio, il Giorno, il Sole, il Giornale e Libero
saltuariamente leggo Il Messaggero, Il Riformista, L'Opinione e persino Il Fatto
Claretta, mi dici perchè non hai MAI letto La Repubblica? |
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perchè mi è antipatico De Benedetti almeno quanto mi è antipatico Eugenio Scalfari :)
e non è questione di parte politica, io leggevo anche l'Unità quando era un giornale serio, con giornalisti veri
però non so se si vede, ma l'articolo che ho copincollato viene da La Repubblica online :)
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