mai fare braccio di ferro con bambini e adolescenti
quando si considerano sfidati non hanno limiti, perdono anche
quello dovuto all'istinto di conservazione
e in questo diventano vincenti
un attimo per loro suicidarsi, non basta una intera vita agli adulti
per liberarsi dal senso di colpa
se il ragazzo aveva detto altre volte "mi butto" significa che c'era una pesante sfida in atto, e che il ragazzo usava l'arma del ricatto
psicologico, neutralizzare quel tipo di arma e renderla innocua non
è cosa che possa essere fatta solo dalla famiglia
era necessaria una assistenza esterna da parte di chi ha competenza
e professionalità
assistenza che oggi diventa irrinunciabile per quella mamma e quella
sorella, ma che sarebbe stata molto più efficace se fosse arrivata in
tempo utile per evitare la tragedia