per 13 anni ho avuto le arnie in fondo al giardino,ma aldilà salla rete di confine
e ogni anno a maggio c'erano le migrazini degli sciami che si attestavano sui
rami della betulla davanti alla finestra della mia camera da letto, in attesa che
le esploratrici facessero il loro lavoro, riportando le informazioni alla regina
ricordo (e come potrei dimenicarlo?) quella prima volta che io, donna di città,
mi sono trovata a vivere quell'evento
BIBLICO era il termine che mi veniva alla mente, immersa nel ronzio di decine
di migliaia di api mentre ero sul balcone, a mezzo metro dai rami che avevano
scelto come punto di appoggio
girandomi per rientrare e chiudere la finestra mi sono resa conto che la specchiera
era ricoperta da un pulviscolo di miele
imparai solo in seguito che ogni ape si immerge nel miele, prima di partire per la sciamatura
e che quindi quello che era arrivato sulla mia specchiera proveniva dalla vibrazione delle
loro ali
quante cose dovevo ancora imparare sulle mie industriose vicine di casa !
avevamo il numero di telefono del proprietario delle arnie, che ci aveva pregato di avvertirlo
immediatamente che stava avvenendo la sciamatura, perchè bisogna arrivare a raccogliere
il grappolo di api prima che le esploratrici diano le informazioni per lo spostamento, altrimenti
il grappolo si scinde e le api si incattiviscono nella difesa della regina, rendendo molto
difficoltosa la cattura e molto pericoloso essere nelle vicinanze senza un equipaggiamento
adeguato
e infatti l'unica volta che, per una serie di circostanze, passarono tre giorni prima che arrivasse
l'apicoltore con il figlio quattordicenne, lo sciame si scisse e il ragazzo ricevette talmente tante
punture che malgrado un immediato ricovero in ospedale la prognosi rimase grave per diversi
giorni
però ormai avevo imparato a convivere con le arnie, e le api continuarono ad essermi simpatiche
quelle che invece non mi divennero simpatiche mai erano le "vespe delle foglie" che facevano il
nido tra le foglie secche, sotto ola finestra della cucina, per quanto stessimo attenti a tenere
spazzato quell'angolo loro trovavano sempre abbastanza foglie per nascondersi vigliaccamente
lì sotto ed arrivare sul tavolo mentre mangiavamo
in effetti tra api, ricci, topolini, lucerstole e serpentelli innocui, ma sempre serpentelli, anche mille
metri quadri di giardino, con il pesco, i fichi, i lamponi e i noccioli, oltra al salice, all'abete e alle
betulle, diventa una spece di jungla alla Salgari per la gente di città
anche se di esperienze campagnole ne avevamo fatte parecchie durante l'infanzia e l'adolescenza
quel giardino non asomigliava per niente agli ordinati frutteti e agli estesi campi coltivati dei nostri
ricordi, era un selvaggio piccolo Eden, dotato di vita propria, e noi eravamo gli intrusi
ma lo rimpiango da quando mi sono trasferita in un condominio che è una palazzina di otto appartamenti,
con 10 mila metri quadrati di giardino curato da giardinieri esageratamente costosi, rumorosi e spietati
con i loro macchinari che amputano gli alberi , irregimentano i cespugli e se ne fregano dei tempi di
fioritura
un giardino di plastica sembra
pochi uccelli, che non ritrovano i loro nidi, rarissime lucertole, niente serpentelli, niente ricci, niente api,
niente vespe, niente topolini
solo zanzare e pappataci, che resistono alle pestifere, rumorose e puzzolenti disinfestazioni
tanto da rendere un incubo l'arrivo della estate, purtroppo !