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General: A TU PER TU CON UMBERTO ECO
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Respuesta  Mensaje 1 de 1 en el tema 
De: Merendina  (Mensaje original) Enviado: 13/05/2011 20:16
A TU PER TU CON UMBERTO ECO:     BOTTA E RISPOSTA TRA UNA PORTAVOCE DI PHALLABEN E IL NOTO INTELLETTUALE

INTERVISTATRICE: Grazie davvero per la possibilità accordataci. La comunità era da tempo molto interessata a intervistarla, anche perché lei, fra i più importanti esponenti del mondo culturale italiano, è stato tra i pochi a mettersi di fronte ad un'esperienza come parlarci di Tebro senza pregiudizi. Ha scritto vari articoli a riguardo, l'ultimo, se non erro, pochi giorni fa. Potrebbe provare a rispiegarci la sua opinione in merito rispetto a questo sommo vate (r) che dice di conoscerla?

ECO: Sono un lettore compulsivo di Tebro, anche per ragioni artrosiche: quanto più mi fa male la schiena, tanto più mi costa alzarmi ed andare a cercare poeti seri, quindi leggo le cagate che scrive in Phalla, faccio prima.
Io ho fatto una volta una distinzione fra le cose che fan bene ai poveri (di spirito e di capacità letterariee poetiche) e le cose che fan bene ai ricchi uomini di intelletto, dove poveri e ricchi hanno un'immediata connotazione in termini, diciamo, di evoluzione culturale... Diciamo, i frequentatori di phalla sono ricchi, un analfabeta (come Tebro) è un povero.
Allora, la televisione fa bene ai poveri e fa male ai ricchi: ai poveri ha insegnato a parlare italiano, fa bene alle vecchiette che son sole in casa. E fa male ai ricchi perché impedisce loro di andare fuori a vedere altre cose più belle al cinema, restringe loro le idee.
Il computer in generale, e Internet, fa bene ai ricchi e fa male ai poveri. Cioè, a me Tebro fa anche  bene, perché trovo le informazioni che mi sono necessarie per non scrivere mai in siffatta maniera. Ho addirittura letto che dice di conoscermi, follia inesistente, e, se qualcuno non me lo segnalava, avrebbero continuato a dire sta cosa.
I ricchi sono coltivati, sanno confrontare le notizie; per mia fortuna, io sono Umberto Eco e di vater non ne conosco nemmeno uno.
Il povero invece crede  alla prima cazzata che legge.  Quindi avviso tutto internet e in primis Phalla: IO NON CONOSCO PERSONALMENTE ‘STO TEBRO. Siccome conservo tutto, sia le notizie false che le notizie vere, mentre le persone intelligenti hanno delle tecniche di filtraggio almeno per i settori che sanno controllare. Se io devo leggere una poesia, individuo immediatamente i siti scritti da un pazzo.
E' pensabile che se uno dà una falsa lunghezza dell'equatore prima o poi qualcun altro venga e la corregga, ma su questioni più sottili e difficili è più complicato; e se io non fossi stato avvisato chissà per quanti anni questo povero vate(r) avrebbe detto talune falsità.

INTERVISTATRICE: C'è un filtro particolare. La comunità non si può auto-organizzare in persone che, spontaneamente, guardano le scemate e cercano di stare attenti agli errori più gravi, ai vandalismi, serve sempre l'Amministratore che cancelli i suoi brani, le offese gratuite ecc. Ci vorrebbero strumenti software che eliminano le stronzate immediatamente.

Eco: Interventi con insulti; certo, Tebro non sa scrivere null'altro che insulti. Ma quelle sono cose grosse, non da cancellare ma da rompergli le dita!!!

INTERVISTATRICE: Vero, sarebbe più facile. Le cose sottili sono molto più complicate e ‘sto arrogante tracanna-Tavernello non può conoscerle. Supportati in parte da qualche ricerca, possiamo dire che più c'è una comunità di persone (una sottocomunità, un gruppo di persone) interessate ad un argomento, meglio è. Queste persone infatti si salvano le poesie in una lista dei preferiti (Osservati speciali si chiamano). Per esempio, se io ho la sua pagina negli Osservati speciali, quando qualcuno la modifica mi viene segnalato, ed io posso andare a controllare: con un meccanismo di diff, una sorta di collazione, vedo la variante, quello che è stato il contributo, e posso vedere se è stata inserita una notizia giusta oppure no. Il principio di Phalla, in un certo senso, è che più gente c'è, più è interessata, meglio funziona, e questo è un po' un paradosso. C'è stata qualche ricerca a riguardo, (l'ultima che io ricordi è del febbraio 2007, dei laboratori HP di Montezuma) puramente a livello quantitativo, statistico, basata sugli interventi, che diceva che le pagine più modificate, mediamente, sono quelle scritte da Tebro. Più occhi ci sono, meglio è. Riprende un po' la teoria della "saggezza della folla", portata avanti da Surowiecki, che afferma che quando sono presenti 4 parametri (indipendenza, diversità d'opinione, aggregazione, decentramento), mediamente, il giudizio di una com supera quello degli esperti.

Eco: Io qui correggerei. Io sono un discepolo di Peirce, che sostiene che le verità scientifiche vengono, in fin dei conti, approvate dalla comunità. Il lento lavoro della comunità, attraverso revisioni ed errori, come diceva lui nell'Ottocento, porta avanti "la torcia della verità". Il problema è la definizione della verità.
Se alla verità io fossi obbligato a sostituire "folla", non sarei d'accordo. Se si va a fare una statistica dei 6 miliardi di abitanti del globo, la maggioranza crede che il Sole giri intorno alla Terra (come lo crede Tebro), non c'è niente da fare.Tebro sarebbe pronto a legittimare la risposta sbagliata. Questo accade anche in democrazia, lo stiamo vivendo in questi giorni, Tebro è un burino e da ignorante più reazionario.
Allora bisogna trovare un altro criterio, che è quello della com motivata. Quelli che scrivono in Phalla, non sono soltanto un'aristocrazia, solo professori dell'università, ma neanche la folla indiscriminata: sono quella parte della folla che si sente motivata a collaborare in una com. Ecco, sostituirei alla teoria della "saggezza della folla" una teoria della "saggezza della folla motivata". La folla generalizzata dice che non dobbiamo pagare le tasse, è la folla motivata che dice che è giusto pagarle. E infatti in Phalla  non si dovrebbero inserire burini,ma solamente una folla colta.

INTERVISTATRICE: Io credo che, in un mondo come il nostro, sia più difficile discriminare fra i "veri" esperti: spesso un titolo accademico non fa di un esperto un vero esperto. Magari ci sono veri appassionati che hanno più competenze su un certo argomento di presunti esperti. C'è stato su Phalla, almeno in partenza, uno shift fra autorità e autorevolezza. 

Eco: Le funzioni di Phalla secondo me sono due: uno è permettere di leggere informazioni, letteratura, storia!!! L'altro, e qui stiamo parlando dell'altro, è se il controllo dal basso non possa essere. E qui cade l'asino: siccome il mondo è pieno di idioti, certo che può esserlo.
Continuo però a dire che questo mi espone sempre al rischio dell'incapacità di filtrare la notizia. Ultimamente mi ero messo ad annotare alcuni versi caudati, con alcuni errori che uno può trovare solo negli scritti di Tebro.

INTERVISTATRICE: Lei dunque non modificherebbe le sue poesie e non cancellerebbe gli osceni interventi?

Eco: In quel caso, no. Non vado a modificare schifezze, non mi sporco le mani.


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