I bambini fanno i capricci, disturbano, sporcano e si sporcano, picchiano, litigano, urlano e piangono anche a sproposito e senza mai capire quando è ora di finirla e quando non è il caso.
I bambini, cioé, continuano imperterriti a fare i bambini, nonostante per anni i pedagogisti, gli psicologi e tutti coloro che accompagnano e supportano i genitori e gli educatori si siano sforzati di cercare e suggerire ricette aspiranti all’armonia e alla felicità familiare e relazionale.
Ma l’ideale del “bravo bambino” è un mito: tanto ambito quanto impossibile da realizzare,
E' fondamentale lasciare ai bambini la possibilità e il diritto di litigare.
Un bambino che non ha potuto imparare a litigare da piccolo diventerà facilmente un adulto con difficoltà a riconoscere la differenza fra la violenza e la legittima necessità di esprimere le proprie opinioni, di esplicitare le situazioni di conflittualità, di affrontare in maniera costruttiva le problematiche relazionali.
Attraverso il litigio il bambino impara a riconoscere se stesso e gli altri, scopre il senso del limite (la presenza dell’altro, adulto o bambino come argine al proprio naturale narcisismo e alla propria onnipotenza), individua, grazie alla resistenza che incontra, le proprie capacità e i propri difetti, impara a sbagliare, a scoprire l’errore come momento evolutivo e creativo, a gestire le proprie forze e a misurare quelle degli altri.
Il litigio è una forma profonda di autoconoscenza, legata alla necessità di distinguere se stessi dagli altri, sviluppando la capacità di tenere conto della presenza altrui e di separare e individuare la propria opinione: una grande esperienza di differenziazione, autonomia e competenza relazionale.
Ovviamente si parla di conflitto e non di violenza. Conflitto e violenza sono due cose ben diverse
A me l'ergomento interessa molto, anche se ho figli adulti
A voi?