E' via da oltre un mese, oramai, e con l'aiuto delle mie sorelle non me lo sto cavando male.
Anche se la monotonia del menu comincia a darmi sui nervi: le scatolette evitano un sacco di impicci in cucina, ma i sogno ricorrente, in queste notti afose, è quello di una frittata con le cipolle.
- L'umasì del pès (a Claretta la traduzione letterale).
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Questo è Tito, una trentina di kili di muscoli e smarazzeria, che si è già rotto un paio di volte i legementi posteriori.
Ieri, nella passeggiata al guinzaglio (guidava mio cognato) s'è imbattuto in u paio di gatti, non ancora adulti, lungo la strada.
Mio cognato s'è guadagnato un'escoriazione al polso nel tentativo di bloccare il ciclone.
Un felino se l'è data a gambe senza alcun ritegno, l'altro s'è bloccato e, appena giunto a tiro, è saltato sul muso a Tito, sfoderando le sue armi più letali, e lasciando il muscoloso boxer allibito nonchè col musone sanguinante. Cosa da imparare: inseguire i gatti solo se scappano.
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Carlo.
Ha di nuovo rimesso su famiglia, e pretende il contributo al mantenimento della prole.
Manco fossi l'inps.
Così, quando sente sbatacchiar di piatti, ariva al davanzale della cucina ed attende il pezzetto di Wurstel sminuzzato che raccoglie con cura e porta al nido.
Nido che ho trovato in un battibaleno nella siepe di gelsomino che da terra s'arrampica cespugliosa e fiorita fin sul mio terrazzo, facendomi pagar cara la settimana di fioritura, dato che ogni giorno devo scopazzare e raccogliere kili di fiori secchi e svolazzanti.
Sto pensando di aggiungere un po' di bromuro agli assegni famigliari elargiti al pennuto: non vorrei che fra un mesetto la storia si ripetesse.
Non trovo il necessaire per creare degna accoglienza agli stuoli di zanzare asetate di sangue, che di notte miobbligano a dormire col pigiama di cotone intero.
Misteri delle donne: sanno inventare i posti più dannati per le cose più indispensabili, rendendo così matti i poveri mariti, per il solo gusto di paventarsi indispensabili nella gestione famigliare.
Sono fioriti i tigli del cortile delle scuole elementari a una cinquantina di metri da casa mia.
Al diavolo le zanzare: di notte dormo con finestre e porta sul balcone aperta.
La brezza è carica d'aroma, ed il suo sussurro, nel sonno, mi porta verso qualcosa che sa di paradiso.
In un fine primavera di 39 anni fa, quando i Nomadi cantavano 'Io vagabondo' ed il sorriso della più bella ragazzina del paese mi trasportò per la prima volta verso il sole.